Il rondone, un uccello insettivoro molto particolare che vive in città

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

rondone
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Il rondone (Apus apus), che nelle sere d’estate vediamo sfrecciare nel cielo rincorrendo piccoli insetti (soprattutto zanzare) è un vero atleta: trascorre la vita in volo: volando si nutre, dorme, addirittura si accoppia.

Per questo motivo le sue zampette dotate di piccoli ma robusti artigli che servono ad aggrapparsi a rocce e muri (a superfici verticali) sono corte ed inadatte a posarsi a terra.

Un rondone anche adulto che erroneamente finisce a terra non riesce a riprendere il volo perché non ha modo di darsi la spinta sufficiente a librare le ali e volare via. Un rondone (adulto o nidiaceo ) trovato a terra va soccorso: riconoscete l’adulto dal piumaggio, completo (piume e penne, senza guaine), le ali hanno remiganti lunghe che si incrociano sul dorso.

Per aiutarlo a riprendere il volo afferratelo delicatamente con le due mani , sollevatelo tenendo le braccia tese all’altezza dei vostri occhi, imprimete una leggera spinta per verificare se spicca il volo.

Se il rondone era solo finito a terra per errore ma non ha riportato ferite spiccherà subito il volo.

Se il rondone ricade al suolo, eseguite questa operazione su una superficie che all’occorrenza attutisca l’eventuale caduta come un prato e soprattutto lontano dal traffico automobilistico, o non si muove dalle vostre mani, mettetelo in una scatola di cartone e cercate chi può occuparsi di lui.

Nel frattempo potete dissetarlo con qualche goccia di acqua e zucchero e nutrirlo con carne di manzo macinata o camole del miele (4 o 5 per pasto, più volte al giorno). Al centro recupero poi valuteranno se integrare con altre terapie antibatteriche o antiparassitarie o ancora, se possibile, si occuperanno delle eventuali ferite o fratture.

Ancora più che per altri uccelli selvatici il piumaggio deve essere perfettamente integro: remiganti o timoniere spezzate non permettono il volo rapido e le evoluzioni tipiche di questi uccelli, piume rovinate, strappate o mancanti (per predazione o incidente) costringeranno a terra l’animale e quindi a morte certa.

Non mettetelo mai in una gabbia per canarini: le sbarre rovinerebbero le penne.

Se è un nidiaceo andrà ricoverato come i piccoli di altre specie nella scatola, senza l’inserimento di posatoi (che non utilizzerebbe) ed alimentato con palline molto piccole di carne macinata magra (10 o 12 per pasto) alternata a qualche camola del miele.

È utile integrare un paio di volte al giorno con sali minerali e vitamine per uccelli canori (1 o 2 gocce).

I nidiacei di rondone non spalancano quasi mai il becco per chiedere cibo come fanno quelli di altre specie, ma quando capiscono che li state alimentando aprono il becco e afferrano facilmente l’insetto che gli state porgendo. L’operazione va ripetuta almeno 4 – 6 volte al giorno.

A cura della dott.ssa Elena Ghelfi

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