Il merlo indiano o maina (Gracula religiosa) è un uccello dal carattere vivace, forte e molto curioso, ottimo imitatore di suoni e voci umane: proprio per queste caratteristiche un tempo era molto popolare come pet.
Con la chiusura delle importazioni, l’acquisto di soggetti nati in cattività era divenuta difficoltosa. Da alcuni anni questi allegri compagni alati stanno ricomparendo nuovamente nelle case degli italiani.
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Uno storno indiano
La maina è uno sturnide originario dell’Asia: le specie selvatiche vivono in un vasto areale dall’Himalaya fino alle Filippine e allo Sri lanka, dal Pakistan all’Indocina. Alcune specie vivono stanziali, altre sono migratrici e si spostano ai tropici nei periodi invernali.
Ne sono state classificate almeno 12 sottospecie, differenziabili, per gli esperti, per dimensioni, colore di zampe e becco e lunghezza delle caruncole (pelle senza piume che si trova ai lati della testa ).
In natura vivono in piccoli stormi di 10 – 20 individui e mantengono i legami di gruppo con una vasta gamma di vocalizzi e suoni e possono vivere una decina di anni. In cattività, se detenuto correttamente, può vivere 18 – 20 anni.
La scelta di prendere un merlo indiano
Se si decide di acquistare un merlo indiano occorre valutare attentamente quanto tempo si ha a disposizione da dedicargli: questi uccelli necessitano di molta compagnia e stimoli, oculata collocazione della gabbia – voliera e gestione quotidiana in quanto tende a sporcare molto nella gabbia e al di fuori.
In negozio o allevamento si deve richiedere sempre il documento CITES di accompagnamento in quanto da alcuni anni è stata inserita nell’elenco delle specie particolarmente protette.
La maina in buona salute deve presentare un piumaggio nero lucente, becco e caruncole gialle o arancio, occhi vivaci, postura corretta sul posatoio, la respirazione che deve essere regolare senza movimenti anomali dell’addome.
Visivamente non è possibile distinguere i sessi, quindi se si vuole tentare la riproduzione, o conoscere con certezza il sesso del proprio animale è indispensabile ricorrere ad un esame genetico o endoscopico.
Come dev’essere la gabbia del merlo indiano?
I merli indiani sono degli ottimi volatori che si destreggiano abilmente nelle foreste ricche di vegetazione, quindi per il benessere di questi animali, in cattività la miglior scelta dovrebbe ricadere su una voliera, in cui poter inserire anche rami con foglie o piccoli arbusti (soprattutto se si decide di tentare la riproduzione).
Se il merlo indiano viene ospitato in gabbia si consiglia una dimensione minima di 100 cm x 60 x 60, meglio se protetta su tre lati con pareti lavabili che limitano gli schizzi di cibo e feci, al contempo consentono al volatile una certa privacy, tranquillizzandolo.
I posatoi devono essere di dimensioni diverse e costruiti in legno naturale con corteccia, in tal modo le zampe vengono esercitate in modo corretto a tutto vantaggio della salute di cute e vascolarizzazione delle estremità.
Nella gabbia devono essere posizionate mangiatoie per i diversi tipi di cibo e per l’acqua, anche una vaschetta per il bagno è molto gradita e va fornita una volta al giorno per consentire la pulizia del piumaggio.
In casa o all’esterno l’alloggio del merlo indiano non va posto in zone troppo umide e fredde, in balia di repentine correnti d’aria e in inverno può essere utile accendere in un angolo della gabbia una lampada riscaldante.
Igiene del merlo indiano
Particolare attenzione va posta alla pulizia delle mangiatoie e del beverino perché sovente vengono imbrattati da schizzi di feci. Una volta al giorno vanno lavati e ripristinati con cibo e acqua puliti, una volta alla settimana invece vanno disinfettati con prodotti idonei (ad esempio amuchina).
Come fondo per la gabbia si possono utilizzare fogli di giornale, carta assorbente, scaglie di legno di faggio, tutolo di mais o pellet di carta, non va assolutamente usata la lettiera per gatti.
Alimentazione del merlo indiano
Le maine in natura si nutrono di frutti, bacche, insetti ma anche uova e nidiacei di altre specie (ma talvolta anche di altre maine) quindi in cattività occorre fornire una dieta molto varia e bilanciata costituita da mangimi specifici per insettivori (con contenuto di ferro inferiore ai 150 ppm), frutta fresca (uva, mela, ciliege, mirtilli, lamponi, albicocche, papaya….) mais, patate bollite, uova sode.
Possono essere utilizzati anche gli estrusi per pappagalli, integrando sempre con frutta e verdura fresche a pezzetti.
In prossimo articolo approfondiremo varie combinazioni di cibo anche casalingo che possono essere utilizzati per nutrire questi uccelli.
Cibi da evitare: cioccolato, dolci, creme, fritti, avocado, caffe, alimenti ricchi in vitamina C (favorisce l’assorbimento di ferro e l’accumulo in sede epatica).