Gli alimenti per aiutare il gatto che non fa la cacca

Nel gatto la costipazione è un evento frequente che può avere diverse cause; in molti casi però l'alimentazione può aiutare a risolvere il problema.

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A cura di: Dott.ssa Diana Vergnano

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Il gatto che non fa la cacca è un problema abbastanza comune che può avere cause diverse.

Il problema della costipazione può verificarsi in felini di qualsiasi età e sesso, ma sembra più frequente nei maschi adulti o anziani.

È caratterizzato da una riduzione della frequenza di evacuazione fecale, che risulta spesso difficoltosa e con produzione di feci secche, con transito intestinale rallentato.

La costipazione può diventare ricorrente e aggravarsi quando l’emissione fecale diventa impossibile.

Una ritenzione grave e prolungata delle feci può successivamente portare al megacolon, caratterizzato da una grave dilatazione del colon, con perdita permanente della motilità.

Una problema con diverse cause

La costipazione può originare da molteplici patologie, tra cui ostruzioni intestinali interne (ad esempio, corpi estranei) o esterne al lume intestinale (ad esempio fratture del bacino).

Tra le cause più frequenti si hanno anche le patologie neuromuscolari.

Spesso tuttavia si parla di costipazione idiopatica, in quanto non è possibile identificarne la causa precisa.

Si pensa che la costipazione felina idopatica possa essere provocata da diversi fattori: ad esempio, possono entrare in gioco elementi come la disidratazione e il sovrappeso.

Altri fattori di rischio riconosciuti sono la malattia renale cronica e precedenti episodi di costipazione.

Entra infatti in atto un circolo vizioso: man mano che c’è ritenzione fecale, il volume stesso delle feci contribuirà sempre di più alla distensione delle pareti del colon, che tenderà a diventare permanente e porterà quindi a un’alterazione della motilità intestinale.

Quattro punti principali da controllare

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Fecal score: sistema di punteggi da 1 a 5 utilizzato per valutare la consistenza delle feci.

È molto importante controllare e riferire al Medico veterinario di fiducia alcune informazioni: da quanto tempo il gatto non fa la cacca; qual è la frequenza degli episodi e quando è avvenuta l’ultima defecazione; qual è il volume e la consistenza delle feci (può essere utile utilizzare il fecal score, vedere immagine).

A volte, soprattutto se il gatto esce di casa e non usa la lettiera, ci si può accorgere della costipazione osservando altri sintomi: ad esempio una riduzione dell’appetito o la presenza di vomito.

Solitamente, invece, i gatti con costipazione quando usano la lettiera vocalizzano durante il tentativo di defecazione, con stimolo all’evacuazione, ma senza emissione di materiale fecale.

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La dieta per aiutare il gatto che non fa la cacca

Dopo una visita accurata e le analisi necessarie, se il Veterinario avrà determinato nel gatto una diagnosi di costipazione, prescriverà la terapia adatta per risolvere la problematica.

L’alimentazione è una parte importante della terapia medica e ha essenzialmente lo scopo di prevenire o almeno ritardare le recidive. Vediamo come.

Le fibre

Nel pensiero comune, alla presenza di costipazione si associa la necessità di aumentare le fibre nella dieta.

Nella realtà, però, non sempre questo è indicato.

Se la motilità del colon è conservata, diete ricche di fibre possono essere utili per stimolare la motilità intestinale.

Possono essere indicate sia le fibre insolubili che quelle solubili, con diversi meccanismi:

  • le fibre insolubili aumentano la massa fecale, distendendo così il lume del colon e stimolando la peristalsi;
  • le fibre solubili formano un gel viscoso e aumentano l’umidità fecale, rendendo quindi le feci più morbide e facilitandone il passaggio e l’espulsione.

Se la motilità del colon non è più presente o è molto scarsa, come succede in presenza di megacolon, aumentare le fibre (soprattutto quelle insolubili e non fermentescibili) non è più utile, anzi può peggiorare la stasi delle feci all’interno del colon, perché contribuirà ad aumentarne la sostanza secca e il volume.

Quindi se la motilità è conservata si potrà utilizzare un tenore di fibra dietetica totale del 10-20% sulla sostanza secca, mentre se la motilità è ridotta sarà necessario ridurre la fibra il più possibile, soprattutto la fibra insolubile.

In questi casi, la miglior scelta consiste in alimenti altamente digeribili, ad esempio le diete gastrointestinal con un ridotto contenuto di fibre, che per legge devono avere una digeribilità elevata, in modo che la produzione fecale sia ridotta al minimo.

Seguire comunque sempre le indicazioni dietetiche fornite dal Medico veterinario per evitare l’eventuale peggioramento della situazione con una dieta “fai da te”.

Favorire l’assunzione di acqua

Siccome uno dei fattori predisponenti alla costipazione è proprio la disidratazione, è importante far sì che il gatto assuma molta acqua.

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Questo obiettivo può essere raggiunto utilizzando diverse strategie, tenendo conto delle preferenze del singolo paziente, tra cui:

  • somministrare principalmente alimenti umidi e, se tollerato, aggiungere ulteriore acqua all’alimento;
  • somministrare alimenti ricchi di acqua, ad esempio la zucca;
  • aumentare il numero di ciotole per l’acqua, distribuirle in diverse zone della casa, sostituire l’acqua frequentemente;
  • utilizzare fontanelle;
  • utilizzare insaporitori per l’acqua (ad esempio far sciogliere nella ciotola un cubetto congelato di brodo di carne o di pesce).

Pre e probiotici

Si pensa che uno stato di disbiosi, ovvero un’alterazione della flora microbica intestinale, possa contribuire all’insorgenza della costipazione, anche se il meccanismo non è tuttora noto.

Uno studio che ha testato l’uso di un probiotico multiceppo in gatti con costipazione cronica refrattaria alla terapia ha rilevato miglioramenti clinici significativi.

Si sa inoltre che gli acidi grassi a corta catena, prodotti tramite la fermentazione batterica, hanno un’influenza positiva sulla motilità intestinale.

Quindi un’integrazione di prebiotici e/o probiotici volta a modulare il microbiota intestinale potrebbe essere benefica, anche se sono necessari ulteriori studi per confermarlo.

a cura dilogo nicetofeedyou

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