Visita veterinaria e gatto: un binomio non sempre facile da affrontare

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Le specifiche esigenze della visita veterinaria si scontrano con il comportamento naturale del gatto.

Il medico veterinario deve dunque adattare il proprio modo di lavorare al comportamento e alle modalità della comunicazione felina.

L’IMPORTANTE RUOLO DEL PROPRIETARIO

Il trasportino e poi il tragitto in auto sono spesso associati a un’emozione negativa per il gatto (pensione, veterinario).

Inoltre, le difficoltà che il proprietario a volte sperimenta nel prendere l’animale e nel metterlo in gabbia può aumentare questa tensione.

Per evitare un futuro conflitto durante la visita, è bene chiedere al medico veterinario quali gesti da adottare per trasportare un gatto.

VISITA VETERINARIA…E IN SALA D’ATTESA?

Una volta alla clinica, è importante ridurre al minimo le emozioni negative dell’animale. Si comincia idealmente da una sala d’attesa dedicata ai gatti, o almeno attrezzata con una separazione che consenta di evitare il contatto con altri animali.

Inoltre, il proprietario deve fare il possibile per essere puntuale onde evitare di fare lunghe attese.

Infine, poiché la gabbia si trasforma in stimolo familiare, quindi rassicurante per il gatto in clinica, l’animale sente la necessità di rimanervi (o di tornarvi una volta terminato l’esame clinico).

Questo comportamento è esacerbato se l’animale è sottoposto a stimoli stressanti, il che renderà complicato l’inizio della visita.

Una imminente reazione aggressiva del gatto è facilmente identificabile durante la visita veterinaria (appiattimento delle orecchie, dilatazione della pupilla, piloerezione e soffi). Si possono osservare anche tremori della coda e rigidità di spalle e zampe.

FONTE: La Settimana Veterinaria

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