Il libro genealogico del Gatto di Razza rappresenta lo strumento per il miglioramento selettivo dei gatti di razza. Quest’ultimo è istituito e gestito dall’Associazione Nazionale Felina Italiana (ANFI), giuridicamente riconosciuta con D.M. del 6 agosto1997, ed è regolato dal presente disciplinare in armonia con la normativa dell’Unione Europea.
La Comunità Europea ha emesso normative che tracciano il solco entro cui i Paesi membri devono muoversi nella gestione del proprio patrimonio zootecnico.
Ogni Paese ha a sua volta emanato norme che attuano le delibere comunitarie coordinandole con quanto già in essere. Ne sono scaturite Leggi che, purtroppo, sono ignote alla gran parte dei cittadini italiani.
L’attribuzione di una certa razza ad un gatto in base alle sue caratteristiche puramente fisiche è, almeno in Italia e ai sensi di Legge, un atto improprio.
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QUANDO UN GATTO DI RAZZA VIENE DEFINITO TALE?
Un gatto è di razza solo se è dotato di un Certificato Genealogico (pedigree) con valore legale che lo attesti.
In assenza di formali e documentate certificazioni genealogiche, i libretti di vaccinazione e ogni altra certificazione dovrebbero essere compilati inserendo nel campo dedicato alla razza uno dei termini suggeriti dal MIPAAF nella sua comunicazione all’ASL di Rovigo in data 3 febbraio 2017: meticcio, incrocio o simili.
Analogamente, la vendita di gattini di razza è legittima esclusivamente se il soggetto è consegnato all’acquirente unitamente al relativo Certificato Genealogico.
La vendita di soggetti simili ai gatti di razza ma privi di Certificato Genealogico non è vietata, come precisato nella sopra citata comunicazione ministeriale, ma l’acquirente deve essere reso edotto che sta acquistando un animale che in apparenza è simile a un Gatto di Razza ma che non può essere definito come tale.
In caso di aspetto perfettamente sovrapponibile a quello dei soggetti di razza è più corretto – ad esempio – descrivere un gatto a pelo corto grigio uniforme come meticcio simile a Certosino o tipo Certosino piuttosto che di razza Certosina. Nella foto, un soggetto di Razza Certosina iscritto al LG ANFI.
In un Certificato Genealogico sono sempre riportati:
- Nome, sesso, razza , colore del mantello e degli occhi del gatto
- Data di nascita del gatto
- Numero di registrazione al Libro Genealogico del Gatto di Razza
- Nome dell’allevatore
- Nome del proprietario al momento del rilascio del documento
- Genealogia del gatto in cui ogni progenitore è identificato univocamente
CHI NE HA DIRITTO?
- I soggetti nati da genitori iscritti al Libro Genealogico del gatto di razza o ad equipollenti registri genealogici di altri Enti, anche sovranazionali, riconosciuti dal MIPAAF e la cui nascita sia opportunamente denunciata al Libro.
- I soggetti importati e dotati di certificazione genealogica emessa da una Associazione o Ente anche sovranazionale riconosciuti dal MIPAAF o dalla FIFé.
COME SI RICHIEDE?
- Segnalando la nascita all’Ufficio Centrale del Libro Genealogico, scegliendo il nome del gattino e pagando i diritti di registrazione (una somma attualmente mai superiore ai 20,00 euro).
- Per i soggetti di importazione, producendo il pedigree originario e richiedendone la trascrizione al Libro Genealogico ANFI.
Nel corso degli anni le registrazioni dei Gatti di Razza nel Libro Genealogico ANFI hanno avuto andamenti altalenanti, sia come numeri che come appartenenza dei soggetti alle diverse razze. Negli anni ’80 e ’90 la parte del leone la facevano i Persiani, seguiti da Certosini, Siamesi e Sacri di Birmania.
Nel nuovo millennio si stanno imponendo altre razze, alcune anche di recente selezione. Gli ultimi dati disponibili, relativi al 2017, ci informano che le nuove registrazioni sono state 7744.
Segnaliamo le razze più allevate e diffuse unitamente al numero di nuovi soggetti iscritti nel corso dell’anno: Maine Coon 2207, Sacro di Birmania 1252, British Shorthair 778, Persiano 740, Norvegese delle Foreste 414, Sphynx 407, Exotic Shorthair 391, Ragdoll 376, Certosino 233 e Bengala 230.