I feromoni animali e il loro utilizzo si sono rivelati particolarmente interessanti nell’ambito della medicina comportamentale.
La feromonoterapia è utile per il trattamento di numerose patologie comportamentali, se associata a tecniche di modificazione comportamentale.
Grazie ai numerosi studi sui feromoni, condotti da Patrick Pageat, è stato possibile sintetizzare in laboratorio i feromoni di appagamento del cane e del gatto.
L’utilizzo nella medicina comportamentale dei feromoni ha innumerevoli vantaggi, come coadiuvanti per curare diversi disturbi comportamentali quali ansia, depressione, fobie, eliminazione inappropriata, marcature, aggressività intraspecifica.
La feromonoterapia rappresenta un valido aiuto per animali allontanati precocemente dalla madre, o in casi di stress per traslochi o introduzione di un nuovo componente nel sistema familiare. Un utilizzo improprio, invece, basato sul passa-parola non ha naturalmente lo stesso effetto.
È durante la visita comportamentale che si studia il soggetto, l’ambiente in cui vive e il suo sistema familiare. Ciò è essenziale per stabilire il protocollo terapeutico più appropriato.
Pertanto sarà il comportamentalista che, tramite la visita comportamentale, valuterà lo stato psico-fisico del soggetto e stabilirà se, come e in quale modo utilizzare i feromoni.
I FEROMONI ANIMALI E L’ORGANO VOMERO NASALE
I feromoni animali vengono individuati mediante l’organo vomeronasale (VNO). Fu scoperto dall’olandese Frederik Ruysch e successivamente studiato dal medico danese Luidwig Jacobson, da cui ha preso l’altro nome con cui è noto (organo di Jacobson).
È un organo olfattivo ausiliario, presente nei vertebrati terrestri, uomo compreso, anche se in quest’ultimo è vestigiale.
È situato sopra al palato duro da ambo i lati del setto nasale ed è rivestito da cellule recettrici. L’organo vomeronasale è coinvolto nel fenomeno noto come “flehmen” (dal verbo tedesco “flehmen” che significa “mostrare l’arcata superiore dei denti”).
Il flehmen è un comportamento utilizzato dai mammiferi per facilitare il passaggio dei feromoni nell’organo vomero-nasale e che consiste nel rialzare, a bocca semi aperta, il labbro superiore; nel gatto è completato da movimenti della lingua.
Non tutti gli autori – è giusto ricordare – sono concordi con Patrick Pageat nell’affermare che il cane effettui il flehemen. Anche l’uomo emette feromoni mediante le ghiandole apocrine localizzate a livello delle ascelle e della regione pubica.
Nell’uomo però l’organo vomero-nasale regredisce nei primi mesi dopo il parto, pertanto gli studiosi si stanno chiedendo come sia possibile recepirli e quanto siano importanti per la comunicazione all’interno della specie.
FONTE: La Settimana Veterinaria