Consumo di carne di cane: quali sono i Paesi dove avviene?

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carne di cane
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Come è ben noto in alcune aree geografiche nel mondo come l’Asia, l’Africa e Messico è diffuso il consumo umano di carne di cane.

Tra i Paesi asiatici si annoverano Vietnam, Corea del Sud, Indonesia, Cina e Filippine dove l’allevamento, detenzione e trasporto dei cani vengono praticati in violazione delle norme di benessere e sanità animale.

Circa 30 milioni sono i cani sacrificati ogni anno in Asia per il consumo umano.

In Cina, più di un terzo della popolazione consuma carne di cane nell’arco dell’anno convinta di “presunti” effetti benefici sulla salute.

In Africa il consumo è sporadico e tribale, a eccezione di Nigeria e Namibia, dove viene praticato l’allevamento intensivo di cani per il consumo umano.

Altre aree nel mondo dove persistono tradizioni di consumo di carne di cane sono Russia (es. Siberia e Kamchatka), Messico, Artico e Antartico.

E in Europa?

La Svizzera è l’unico Paese europeo dove in mancanza di regolamenti governativi si consuma carne di cane (e anche di gatto) in alcune zone rurali, in particolare durante le festività natalizie.

La carne di cane solitamente viene essiccata e salata, ma anche utilizzata per la produzione di salsicce.

Altro Paese in Europa dove si consuma carne di cane è la Slovacchia, soprattutto tra alcune minoranze Rom.

In Italia il fenomeno potrebbe interessare le comunità di immigrati provenienti da Paesi in cui è diffuso il consumo.

Negli Stati Uniti è ancora legale mangiare carne di cane in 44 Stati. Di recente al Congresso è stato presentato un disegno di legge per emendare l’Animal welfare act e proibire il massacro di cani e gatti per il consumo umano.

In Canada, non è esplicitamente illegale vendere carne di cane se conforme agli standard dell’Agenzia canadese per l’ispezione delle carni.

La gamma di zoonosi (malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo) reali e potenziali legati al consumo di carne di cane è ampia, ma sono necessari ulteriori studi.

Due sono le infezioni con forte impatto in sanità pubblica: la rabbia e la trichinellosi, specie per il commercio di cani vivi e relative carni provenienti da regioni dove sono presenti entrambe le malattie.

Altri potenziali rischi includono: colera, Ebola, tubercolosi, o patogeni batterici e parassiti come E. coli, Salmonella, Campylobacter, Brucella, Leptospira, ecc.

FONTE: LaSettimanaVeterinaria

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