Nel corso dell’ultimo decennio, il traffico illegale di cuccioli introdotti in Europa è aumentato in modo esponenziale, alimentato in particolare dalla preferenza degli acquirenti per alcune razze.
Otto milioni sono necessari ogni anno per rispondere alla domanda del mercato, che rappresenta più di un miliardo di euro del commercio on line.
Spesso usciti dalla “fabbrica dei cuccioli”, mal svezzati e mal socializzati, non vaccinati, trasportati per lunghi tragitti, questi animali sono esposti a un elevato rischio di contrarre malattie tra cui le zoonosi.
Quelli che sopravvivono presentano spesso problemi comportamentali, che portano al loro abbandono.
I venditori fraudolenti presentano in modo attraente le piattaforme on line per entrare in contatto con clienti diffidenti, con conseguenti costi finanziari elevati e sofferenza emotiva.
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Qual’è la presa di posizione dei veterinari europei?
Lo scorso giugno, la Fve, l’Uevp e la Fecava hanno reso note le loro preoccupazioni indirizzando una lettera comune a due commissari europei, che elenca una serie di misure atte a migliorare la regolamentazione del commercio on line degli animali a livello europeo (UE).
Queste misure, come la verifica e la registrazione dei venditori, la menzione di informazioni obbligatorie sugli animali (ivi compresi il loro numero di identificazione), il divieto degli annunci pubblicitari di “pet wanted” e la possibilità di segnalare qualsiasi violazione della regolamentazione sanitaria o di benessere animale, fanno parte del rapporto redatto congiuntamente dalle tre organizzazioni.
Armonizzare l’identificazione e la registrazione degli animali
Andrew Robinson, vicepresidente della Fve, ha sottolineato le potenziali conseguenze di questi scambi sul benessere e la sanità degli animali, come sulla sanità pubblica.
È necessaria una maggiore trasparenza grazie all’identificazione e alla registrazione obbligatorie e armonizzate oltre che una migliore regolamentazione delle piattaforme on line, che rappresentano le principali porte di accesso agli scambi illegali.
Sensibilizzare i proprietari
Ann Criel, segretaria onoraria della Fecava, ha esortato i futuri proprietari a chiedere consiglio a un veterinario o a sottoporre il cucciolo a un esame prima della sua compravendita: “Se l’allevatore non è d’accordo, prendetelo come un segnale di allerta”. Altri indici devono frenare i potenziali acquirenti. “I cuccioli mostrati senza la loro madre, gli allevatori reticenti a far visitare l’allevamento, che vogliono inviare l’animale o che richiedono il pagamento prima della sua cessione”.
FONTE: LaSettimanaVeterinaria