Circo e animali: un binomio da rivedere e chiarire?

L’approvazione definitiva del Disegno di Legge n. 2287-bis/2016, che prevede la revisione delle disposizioni in tema di attività circensi, andrebbe nella direzione di progressivo riconoscimento degli animali come esseri senzienti.

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A cura di: Dott.ssa Paola Fossati

circo
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La presenza di animali nel circo è di antica tradizione quanto di controversa attualità.

Il Disegno di Legge n. 2287-bis/2016 sulla disciplina dello spettacolo (“Nuovo codice dello spettacolo dal vivo”) ha previsto la “ revisione delle disposizioni in tema di attività circensi, specificamente finalizzate alla graduale eliminazione dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse ” (art. 1, punto 4, lettera h).

Sul punto sono state presentate numerose proposte di modifica, non accettate in Commissione al Senato.

L’obiettivo degli emendamenti oscillava tra le proposte estreme di rafforzare il concetto di “eliminazione” e di eliminarlo, passando per l’idea di sostituirlo con una semplice “riduzione”. Il testo è, però, rimasto invariato.

In particolare, sono stati ritenuti inammissibili gli emendamenti volti a introdurre:

  1. la revisione delle disposizioni in tema di attività circensi per definire, d’intesa con l’Anci, norme per l’istituzione di un’anagrafe dei luoghi per lo spettacolo circense e viaggiante contenente le ipotesi di allestimento di spazi attrezzati con idonee infrastrutture preautorizzati dalle commissioni di vigilanza;
  2. un regolamento per assicurare la migliore tutela degli animali, prevedendo nuove modalità per la tempestiva comunicazione online al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, da parte dei circhi, della detenzione degli esemplari di mammiferi e rettili che costituiscano pericolo per la salute e per l’incolumità pubblica (art. 6, comma 2, della Legge 7 febbraio 1992, n. 150, e successive modificazioni), con specificazione del numero, sesso, età e precedente provenienza, a meno che non siano nati nello stesso circo, e comunicazione di nuove nascite;
  3. nuove modalità e parametri tecnici per assicurare le idonee condizioni di vita e trasporto per gli animali, e per la loro stabulazione e addestramento;
  4. idonee forme di verifica dei requisiti di idoneità delle persone responsabili dell’addestramento e dell’utilizzazione degli animali.

Non sono state accettate nemmeno le proposte che miravano a:

  1. introdurre idonee forme di verifica dei requisiti di idoneità delle persone responsabili dell’addestramento e dell’utilizzazione degli animali;
  2. aggravare le attuali norme penali e amministrative che puniscono chi utilizza gli animali in modi traumatici o lesivi della loro incolumità.

Ritenuta inammissibile anche la richiesta di prevedere il censimento degli animali attualmente detenuti per attività circensi e delle condizioni degli stessi, al fine di assicurarne la tracciabilità e il successivo trasferimento in spazi e strutture adeguati quali centri di recupero, santuari o, soltanto ove fosse strettamente necessario, all’interno di bioparchi, ferma restando la possibilità del reinserimento in natura.

Ritirato l’emendamento che chiedeva di sostituire la parola “eliminazione” con “riconsiderazione”.

LA POSIZIONE DEI MEDICI VETERINARI SUL CIRCO

Il circo con animali è un tema che suscita dibattito. In Assemblea, al Senato, è stato riconosciuto che tale dibattito “non si concluderà” nemmeno con l’adozione di una nuova legge.

Ciò perché anche se “non esiste più la cattura dell’animale selvaggio che viene portato al circo”, il rapporto Eurispes 2015 ha rilevato che il 68,3% degli Italiani è contrario all’uso di animali nei circhi, mentre i lavoratori circensi che temono per il proprio posto sarebbero migliaia e, soprattutto, quella circense non è l’unica attività che si svolge con l’utilizzo di animali e non tenerne conto sarebbe, secondo alcune posizioni, una forma di incoerenza intellettuale.

Entro tali atteggiamenti contrastanti ha trovato collocazione anche l’individuazione della proposta di riforma in oggetto, da un lato come norma ideologica, che seguirebbe “ la moda di essere animalisti a tutti i costi ” (sen. Tosato), e dall’altro come norma insoddisfacente, laddove non prevede un termine per l’eliminazione della presenza degli animali nei circhi, poiché “ nei circhi troppo spesso gli animali non ricevono il trattamento che dovrebbero ricevere ” (sen. Granaiola).

Sul Disegno di legge di riforma del Codice dello Spettacolo si è espressa favorevolmente la Fnovi (Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani), richiamando il Position Paper adottato dalla Fve ( Federation of Veterinarians of Europe ), in cui si raccomanda che tutte le Autorità competenti, a livello europeo e nazionale, proibiscano l’uso di mammiferi selvatici nei circhi itineranti.

La motivazione addotta è netta: “Non esiste la possibilità che le loro esigenze fisiologiche, mentali e sociali possano essere adeguatamente soddisfatte”.

Inoltre, si afferma che tale uso riflette una visione tradizionale quanto superata di tali animali, che non tiene conto di quanto essi mantengano un’analogia genetica e, quindi, i medesimi istinti, i comportamenti naturali e le esigenze dei loro omologhi a vita libera.

Per questo, la vita nomade con il circo non può garantire un housing corretto né l’espressione dei normali pattern comportamentali.

La Fve aggiunge che l’uso degli animali negli spettacoli circensi riveste un valore scarso o nullo in termini di finalità educative, di conservazione o per la ricerca.

Di contro, essi possono rappresentare un serio rischio per la salute di altri animali e per la sanità e l’incolumità pubblica.

Per tutti questi motivi, a livello nazionale, la professione veterinaria ritiene che “la soluzione non può che essere la progressiva dismissione degli animali dai circhi come prevista dal Disegno di Legge 2287-bis sul Codice dello Spettacolo”.

Da tale parere si discosta un documento sottoscritto e diffuso da dieci medici veterinari, che vantano esperienza nella gestione delle specie animali presenti nei circhi, in cui si legge che “il benessere degli animali presenti nei circhi può e deve essere misurato attraverso la valutazione di parametri metabolici e attraverso l’osservazione degli animali”, eseguita da chi possiede le giuste competenze, con ciò intendendo che non è possibile generalizzare un giudizio negativo.

Tuttavia, è altrettanto impossibile ignorare che molti Paesi europei hanno già introdotto il divieto dell’uso di animali selvatici nei circhi e hanno severamente ridotto il numero delle specie che è consentito impiegare negli spettacoli itineranti.

DISPOSIZIONI DI LEGGE LACUNOSE E ANTIQUATE

La Legge n. 337/1968 – Disposizioni sui circhi equestri e sullo spettacolo viaggiante – che regola la materia è rimasta immutata sino a oggi.

Non esistono registri nazionali che attestano quanti siano gli animali detenuti nei circhi né in quali si trovino, nonché il tasso di riproduzione degli animali stessi.

Al momento non esiste nemmeno una norma che vieti l’utilizzo di animali in questo tipo di attività.

Esiste però il progressivo riconoscimento degli animali come esseri senzienti. L’approvazione definitiva del Disegno di Legge n. 2287-bis/2016 darebbe ulteriore attuazione a questo principio.

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