Berta maggiore, essere metà donna e metà uccello nella mitologia greca

La berta maggiore è un uccello marino coloniale che ha accompagnato la storia dell’uomo nel Mediterraneo sin dalle origini. La conoscevano probabilmente i primi navigatori che crearono intorno a questo uccello il mito della sirena.

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berta maggiore
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La berta maggiore (Calonectris diomedea) appartiene all’Ordine dei procellariformi (da procella, tempesta in latino) cioè di quelli uccelli che si trovano a loro agio nelle tempeste perché sfruttano l’energia del vento per volare grazie anche alle lunghe ali appuntite, ideali invece per sfruttare al massimo le correnti d’aria.

Infatti, più le condizioni del vento sono intense e più le berte sono attive. Gli Inglesi le chiamano shearwater (uccelli che “accarezzano” l’acqua), mentre quando c’è bonaccia preferiscono non muoversi e rimanere a galleggiare sull’acqua.

La vita delle berte si svolge tra il Mediterraneo, dove gli uccelli frequentano la colonia per la riproduzione nel periodo tra febbraio e ottobre, e l’Oceano dove trascorrono i mesi invernali in una lunga e affascinante migrazione (oltre 4.000 km).

La berta maggiore nella mitologia greca

Nella mitologia greca si trattava di un essere metà donna e metà uccello che con il suo verso irresistibile incantava i marinai attirandoli verso la costa dove le imbarcazioni si scontravano sulle rocce.

Le berte, soprattutto se in gruppo e di notte, emettono forti vocalizzazioni (acute nei maschi e più basse nelle femmine) che da lontano possono sembrare vagiti o voci indistinte di ragazze o di persone in festa.

Il vociare delle berte è più intenso nelle notti senza luna, quelle con poca visibilità, e probabilmente la necessità di trovare un approdo o la curiosità di incontrare nuove genti spingeva i marinai che praticavano il cabotaggio (la navigazione lungo la costa) ad avvicinarsi a terra con meno prudenza.

Ulisse, consigliato dalla maga Circe, per proteggere i suoi marinai ordinò loro di turarsi le orecchie con della cera e per poter sentire lui stesso il canto delle sirene si fece legare all’albero della nave, ordinando che per nessuna circostanza, durante l’attraversamento del tratto di costa abitato dalle sirene, fosse slegato.

Il nome scientifico della berta maggiore è però legato a un altro personaggio mitologico, Diomede, e le berte “diomedee”(così sono chiamate anche oggi alle Isole Tremiti dove l’eroe fu sepolto) sarebbero i compagni del famoso navigatore greco trasformati in uccelli che continuano a visitarne il sepolcro.

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