Benessere degli animali e Covid-19: il parere del Comitato di Bioetica

Sebbene la pandemia non riguardi direttamente la salute animale, il suo impatto sulla vita degli animali domestici è rilevante, dal momento che essi condividono lavoro, spazi e tempo con gli esseri umani e che da questi dipendono.

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benessere degli animali e covid-19
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In tema di emergenza sanitaria da Covid-19, si devono intraprendere tutte le azioni possibili per garantire la salute e il benessere degli animali, pur nel rispetto delle precauzioni dettate dalla normativa e dal buon senso e affinché sia tutelata la salute del cittadino come dell’intera comunità.

È questa la conclusione del parere emesso dal Comitato Sammarinese di Bioetica (CBS) su richiesta della presidente dell’APAS (Associazione Protezione Animali Sammarinese).

Ecco alcune raccomandazioni del CBS sul benessere degli animali in tempo di Covid-19:

  • Le attività di cura e accudimento animale devono essere valutate come necessarie e indifferibili, quindi considerate anche nei piani di sostegno economico, vista la difficoltà in cui possono venir esercitate;
  • Gli spostamenti e le operazioni che concernono la cura dell’animale, l’approvvigionamento degli alimenti e del materiale necessario all’allevamento
    zootecnico e alla vita degli animali da compagnia devono essere consentiti;
  • Devono essere previsti interventi dello stesso genere per animali di casa ove sussista l’impedimento da parte del proprietario;
  • I medici veterinari devono essere considerati le figure di riferimento e orientamento, anche per gli indirizzi di formulazione delle restrizioni pertinenti la salute e la cura degli animali.

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Sebbene la pandemia non riguardi la salute animale, il suo impatto sulla vita degli animali domestici è rilevante, dal momento che essi condividono lavoro, spazi e tempo con gli esseri umani e che da questi dipendono.

Anche in contesti di estrema emergenza, addirittura prima della considerazione del concetto di senzienza, deve essere quindi tenuta presente la fondamentale distinzione tra attività umane rivolte agli oggetti “non viventi” e attività rivolte agli esseri “viventi”, per i quali sussistono necessità biologiche improcrastinabili, frequenti e inderogabili.

Le difficoltà organizzative e sanitarie derivanti dalla gestione degli animali da compagnia, unitamente all’immotivata paura che gli animali possano fungere da veicoli di contagio, potrebbero costituire motivo di abbandono.

Quindi, è doveroso, ricordare ancora una volta come non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2 che riconosce, invece, nel contagio da uomo a uomo la principale via di trasmissione.

FONTE: CBS e LaSettimanaVeterinaria

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