Specie aliene in aumento da decenni: una gestione scappata di mano

Nel nostro Paese le specie aliene hanno avuto negli ultimi trent’anni un incremento del 96%, favorite dalle particolari condizioni geo-climatiche e da molti altri fattori.

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specie aliene
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L’ingresso di specie aliene è da alcuni decenni in aumento. L’uomo da sempre influenza l’ecosistema della terra e in particolare, non solo con la domesticazione, le popolazioni animali, alterando così la biodiversità del nostro pianeta anche quando questa definizione scientifica era sconosciuta e di là da venire.

L’impatto più evidente è quello che ha portato all’estinzione di specie animali determinata da una pressione venatoria tanto forte quanto sconsiderata come, ad esempio, avvenuto nel sec. XVII ai danni dell’uro (Bos primigenius) e del dodo (Raphus cucullatus) il cui ultimo esemplare fu ucciso nel 1861 e, quasi completamente, per le popolazioni di bisonti americani (Bison bison) ed europei (B. bonanus).

Tuttavia, più di recente, si assiste al fenomeno della diffusione e successiva colonizzazione di nuove aree geografiche da parte di specie animali che, grazie all’azione dell’uomo, riescono così a superare rapidamente quelle barriere ecologiche (mari, grandi fiumi, catene montuose, deserti) che altrimenti sarebbe potuta avvenire solo attraverso lenti processi di dispersione naturale.

Si parla quindi di specie aliene, o alloctone, che intenzionalmente o meno da parte dell’uomo, vanno a insediarsi in maniera stabile in un nuovo habitat comportando assai spesso una minaccia per le specie autoctone: in questo caso si dovrà parlare anche di specie invasive.

Il fenomeno ha da sempre interessato anche il continente europeo tanto che delle 395 specie native europee considerate come altamente a rischio e incluse nella lista rossa delle specie minacciate, 110 sono in pericolo a causa di specie aliene invasive.

L’ingresso di specie aliene è da alcuni decenni in aumento e tuttora risulta ancor più incrementato, perché decisamente favorito dallo sviluppo dei trasporti e dello scambio di merci, ma ancor più dagli effetti del cambiamento climatico.

Di pari passo aumentano anche gli effetti dannosi non solo legati alla perdita di biodiversità, ma anche come conseguenze a livello sanitario ed economico.

Oltretutto, spesso, alcune specie aliene, una volta insediatesi, diventano difficili o ad- dirittura impossibili da eradicare, determinando effetti irreversibili sulle specie autoctone.

La dimensione planetaria del fenomeno ha indotto nel 1992 la “Convenzione sulla diversità biologica” a sancire l’obbligo per le istituzioni (compresa la UE) di introdurre provvedimenti per il controllo e l’eradicazione delle specie alloctone nocive presenti, ma anche per prevenirne nuove introduzioni.

Per quanto riguarda il nostro Paese, le specie aliene hanno avuto negli ultimi trent’anni un incremento del 96%, favorite dalle particolari condizioni geo-climatiche, e che interessa in modo particolare il mar Mediterraneo dove sono state catalogate oltre mille specie invasive, tra cui particolarmente preoccupante risulta la presenza di specie ittiche tossiche appartenenti alla famiglia Tetraodontidae (pesci palla) che comporta forti rischi per la sicurezza alimentare.

Tra gli impatti maggiori sono da considerare i danni alle infrastrutture provocati dalle nutrie che, scavando le loro tane in argini di fossi e canali ne determinano disastrosi e improvvisi smottamenti e allagamenti, mentre la cozza zebrata è in grado di rendere inutilizzabile qualunque tipo di tubatura, sistema idrico e centrale idroelettrica.

Danni importanti all’agricoltura sono provocati dallo scoiattolo grigio nordamericano che provoca lo scortecciamento degli alberi per accedere alla loro linfa e dalla vespa velutina che predando api e bombi, contribuisce a danneggiare sia l’apicoltura sia l’agricoltura riducendo in modo significativo il numero di insetti impollinatori.

In ambito di acque fluviali la presenza del pesce siluro può determinare la forte riduzione delle specie di pesci d’acqua dolce autoctoni. Tuttavia è sul fronte sanitario che si corrono i maggiori rischi per via della presenza di zanzare esotiche del genere Aedes come la zanzara tigre, giunta in Italia grazie all’importazione dal Sudamerica di pneumatici usati in grado di trasmettere oltre venti patologie da vettore.

FONTE: La Settimana Veterinaria 

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