Se il gatto non viene in vacanza con noi: casa o pensione per gatti?

Se il gatto è lasciato in pensione, la pensione deve essere scelta con cura ed è sempre meglio scegliere una struttura destinata esclusivamente ai gatti.

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pensione per gatti
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Se il gatto non viene in vacanza con noi, due sono le alternative: casa o pensione per gatti. Lasciare il gatto a casa è, il più delle volte, la soluzione migliore, quella con meno rischi.

L’animale conosce l’ambiente che gli è proprio e in quel luogo si sente al sicuro.

Per minimizzare la sua solitudine e limitare i danni, la casa dovrà essere ricca di giochi e passatempi e la persona incaricata di accudirlo, meglio se qualcuno già conosciuto in precedenza e del quale l’animale si fida, non dovrà limitarsi alle sole operazioni di base, quali la pulizia della lettiera e la somministrazione di acqua e cibo, ma dovrebbe poter dedicare del tempo per stare in sua compagnia, interagire e giocare.

…e lasciare il gatto in una pensione per gatti?

La pensione è un’ulteriore soluzione alternativa, scelta da molte persone per ragioni di praticità, ma anche in questo caso vale la regola del periodo minimo.

Per vacanze di pochi giorni meglio di no, poiché il gatto non avrebbe il tempo di ambientarsi.

La pensione deve essere scelta con cura ed è importante poter fornire al proprietario qualche indicazione su persone fidate e competenti alle quali affidare il proprio animale.

Sempre meglio scegliere una struttura destinata esclusivamente ai gatti, la cosiddetta pensione cat friendly, dove non vi sia presenza di cani o altri animali che possano arrecare disagio al felino.

Gli ambienti devono essere dotati di ampi spazi, tridimensionalità e strutture sopraelevate, tiragraffi, giochi, cassettina per i bisogni con la lettiera, possibilmente quella preferita dal gatto, le ciotole e possibilmente essere corredati da un cuscino o una copertina proveniente dalla casa del micio e già impregnati con i propri odori.

La possibilità di sessioni di movimento e gioco all’esterno è un requisito di preferenza.

Ogni gatto deve essere ricoverato singolarmente e nel caso di animali già conviventi, questi dovrebbero poter essere mantenuti insieme.

Solitamente, al proprietario viene richiesto un certificato di buona salute, le vaccinazioni di base, l’esame delle feci (negativo) oppure il trattamento vermifugo eseguito di recente nonché l’applicazione dell’antiparassitario.

Molte strutture, ormai, chiedono anche la negatività per FIV e FeLV.

Fonte: La Settimana Veterinaria

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