Le cosiddette “rane freccia” fanno parte della famiglia Dendrobatidae.
Gli indigeni utilizzano questi anfibi dai colori spettacolari e suggestivi per avvelenare i loro dardi, poi utilizzati per la caccia.
Fortunatamente solo le popolazioni naturali di queste rane presentano tossine (batracotossina, epibatidina, pumiliotossina 251D, ecc.) fatali anche per l’uomo.
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Velenose in natura e innocue nelle nostre case
Allora come mai gli esemplari allevati nelle nostre case sono invece completamente innocui?
Semplice: nella dieta di queste piccole rane sono compresi numerosi insetti, tra cui alcuni che contengono le tossine letali, a loro volta ingerite dalle piante di cui si cibano.
Le colorate raganelle per non perire a queste tossine hanno evoluto un sistema che gli permette di “sudarle” tramite apposite ghiandole, ecco perché in natura sono così letali.
In terrario i Dendrobatidae non sono assolutamente pericolosi, perché non si nutrono di insetti con la presenza di elementi tossici.
Perché questi animali hanno colori così sgargianti?
Le colorazioni dei Dendrobatidae vengono definite “aposematiche” e servono per avvisare i predatori della loro tossicità.
Questi anfibi sono diffusi in aree tropicali del centro e Sud America.
Vivono in foreste con un’immensa biodiversità.
Queste sono però purtroppo minacciate dall’azione dell’uomo attraverso l’urbanizzazione e l’agricoltura.
Per questo motivo le rane freccia sono state classificate come animali con un elevato rischio di estinzione.
Sono state quindi inserite nella lista CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), che si occupa appunto del commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione.
Anche diverse associazioni si occupano della loro tutela con il fine di aumentare il numero degli esemplari in natura, attraverso l’istituzione di parchi e zone protette.
È possibile allevare le rane freccia in cattività?
Un buon inizio sarebbe affidarsi a una persona già esperta che sappia guidare in questo loro mondo così affascinante.
Inoltre, comprare animali nati in cattività con documentazione CITES annessa è di fondamentale importanza.
Le specie più frequentemente reperibili in commercio e più facili da gestire appartengono a i generi Dendrobates ed Epipedobates.
Questi anfibi possono essere allevati in terrari strutturati e studiati per le loro esigenze.
Il terrario per queste rane dovrà essere allestito in modo naturale cercando di imitare il più possibile il loro l’habitat di provenienza.
Quindi dovrà sicuramente contenere moltissime piante tropicali, come ad esempio le bromeliacee, utilissime per la deposizione delle uova da parte delle rane e come rifugio notturno.
Un discreto impianto di illuminazione è altrettanto fondamentale per i cicli giorno-notte e per la crescita adeguata della flora del terrario.
A differenza delle rane nostrane, non necessitano di specchi d’acqua, nemmeno per la riproduzione.
Le rane rosse depongono le uova nei ristagni d’acqua che si formano nelle foglie delle piante.
Con l’allevamento consapevole è possibile contribuire alla conservazione di questi anfibi anuri così particolari.
Popolazioni stabili allevate ex-situ (cioè fuori dall’habitat di provenienza) in un prossimo futuro potrebbero infatti supportare progetti di conservazione e reinserimento.
Le rane freccia sono difficili da gestire?
Per chi si avvicina per la prima volta al mondo della terrariofilia e degli anfibi di certo non sarà un esperienza facile.
Con la giusta formazione però niente è impossibile.
Le rane freccia sono animali microfagi, cioè che mangiano invertebrati di piccolissime dimensioni.
Per la loro alimentazione si utilizzano principalmente i moscerini della frutta (Drosophila melanogaster e/o D. hydei).
La loro dieta ha necessità comunque di integrazione con calcio e preparati multivitaminici.
La non facile reperibilità di micro-insetti e il mantenimento di un vero e proprio mini-ecosistema di foresta pluviale potrebbero creare difficoltà per un neofita.
Ma, grazie alle informazioni reperibili da libri dedicati e da Internet, insieme al supporto di chi le alleva e riproduce da tempo, non sarà così complicato poter allevarle con successo.
Autore: Pasquale Borsa – Italian Gekko Association