Mourning dog project, uno studio sul dolore da perdita del proprio cane

Il dolore per la morte di un animale domestico è ancora una questione molto sottovalutata. Esplorarla è uno degli obiettivi del Mourning Dog Project, un progetto internazionale per studiare l'impatto psicologico della perdita del proprio cane.

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mourning dog project
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Mourning dog project, questo è il nome del progetto internazionale, guidato dall’Università di Milano, nato per studiare l’impatto psicologico delle persone che perdono un animale.

I ricercatori hanno sviluppato e validato scientificamente un questionario che è stato utilizzato per riconoscere e valutare il processo del lutto, e il suo impatto psicologico, nelle persone che perdono il proprio cane.

Sono migliaia in tutto il mondo i proprietari che hanno risposto al questionario, tradotto nelle principali lingue europee e i primi risultati sono già stati pubblicati sulla rivista Animals e confermano la tendenza delle persone a considerare il proprio pet come un membro della famiglia.

Qual è lo scopo del Mourning dog project?

La finalità del progetto è quella di identificare e valutare il processo del lutto e di fornire degli spunti per implementare strategie sempre più efficaci per aiutare milioni di persone nel mondo che soffrono per la perdita del proprio animale.

Lo studio, guidato da Federica Pirrone, etologa del dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università degli studi di Milano, e da Stefania Uccheddu, medico veterinario esperto in comportamento animale del Vetethology group (Belgio), vede la collaborazione di un team di studiosi appartenenti a molte università internazionali, tra cui la prof.ssa Mariangela Albertini (Dimevet-Unimi), un pool di psicologi, di cui fanno parte la prof.ssa Ines Testoni, direttrice del Master in death studies & The end of life all’Università degli Studi di Padova, Loriana De Cataldo sempre dell’Università di Padova, e il prof. Stanley Coren, professore emerito del Department of psychology, University of British Columbia, Vancouver (Canada).

Partecipano anche medici veterinari comportamentalisti quali Ludovica Pierantoni, direttore del Centro comportamento animale di Napoli, Gonçalo da GraçaPereira, presidente dell’European college of animalwelfare and behavioural medicine, e il prof. Daniel Mills dellaSchool of life sciences, university ofLincoln (Gb).

Non è finita qui. Il team è già al lavoro per studiare la fase successiva del progetto.

Redatto da: Dott.ssa Ursula Ongaro

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