
Il comportamento del pappagallo è influenzato dal modo di comportarsi e dalla personalità dell’uomo che lo alleva.
Come noto i pappagalli sono infatti animali sociali, portati a seguire modelli e confrontarsi con i membri del loro gruppo sociale, siano essi uccelli o umani.
Persone particolarmente chiassose o con modi di agire bruschi o minacciosi possono quindi amplificare e significativamente influire negativamente sul comportamento di questi uccelli che apprendono che per essere ascoltati o “rispettati” sono più efficaci atteggiamenti o vocalizzi energici.
Al contrario modi di agire più pacati, gentili, non certo noiosi ma empatici riescono a conquistare più facilmente la fiducia di questi animali.
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La sensibilità dei pappagalli
I pappagalli sono esseri molto sensibili, soprattutto le specie di medie e grandi dimensioni adottate spesso come animale da compagnia (cinerino, amazone, cacatua, ara) e molto suscettibili e percepiscono nettamente chi in famiglia possiede più feeling o empatia.
Si badi bene, non il diverso interesse o la voglia di interagire con loro, oppure l’affetto nei loro confronti, ma la modalità con cui ci si pone nei loro confronti è fondamentale.
Occorre quindi imparare a comunicare con il pappagallo per non essere fraintesi.
Movimenti veloci, voci alte, strilli (soprattutto bambini) possono eccitare e aumentare in modo significativo il tono e la reattività dell’animale che potrebbe poi agire in modo aggressivo o distruttivo o amplificare di rimando il comportamento attuato nei suoi confronti, come ad esempio un urlo attuato per smorzare il loro eccessivo vocalizzo che funge invece da rinforzo.
Inoltre, i pappagalli sono in grado di riconoscere nella gestualità degli umani la paura nei loro confronti, così come il nervosismo o il “cattivo umore” di chi è in loro presenza, mettendo in atto comportamenti o reazioni di difesa.
Non bisogna mai dimenticare che in genere i pappagalli sono animali preda e come tali hanno sviluppato sistemi di allerta e difesa per la loro sopravvivenza, appresi dai genitori o da altri componenti del loro gruppo e in parte innati (i pappagalli allevati a mano mostrano infatti grandi lacune e problematiche proprio a causa di un innaturale percorso di apprendimento).
La giusta comunicazione tra uomo e pappagallo
L’incomprensione è sempre alla base dei conflitti: provate a immaginare un pappagallo che sta sonnecchiando o si sta rassettando le penne in un angolo dove in genere trova una sua privacy, essere manipolato in quel momento scatena sicuramente una reazione sgradevole nei confronti del disturbatore.
Dapprima si limiterà a un avvertimento: una minaccia a becco aperto, un arruffamento delle penne e rigidità della postura, una stretta con il becco o simili.
Se il disturbo viene reiterato e la comunicazione del pappagallo ignorata, l’avvertimento sarà più incisivo come una beccata ben assestata.
In questo modo però impara che se vuole restare in pace deve beccare: all’ennesimo approccio poco appropriato del proprietario non ci penserà due volte a ferire il contendente.
Creare un legame di costante fiducia
Lo stato d’animo del proprietario influenza il comportamento del pappagallo domestico: allegria o stress sono percepiti e causano emozioni contrastanti.
Se il proprietario è infastidito da un comportamento o atteggiamento del suo pet (ad esempio non vuole rientrare in gabbia per la notte), può reagire anche in modo inconscio e attivare reazioni indesiderate del proprio animale, deteriorando così il rapporto con lui.
È importante lavorare su se stessi, conoscere il proprio animale, i punti deboli, i punti di forza, le preferenze e cercare sempre di fare leva sulle opportunità più che su un gioco di forza che rischia seriamente di rovinare il legame di affetto e fiducia con il proprio animale da compagnia.