Il gatto persiano: la bellezza aristocratica proveniente dall’antica Persia

Gli scambi commerciali tra Occidente ed Oriente e l’espansione coloniale contribuirono alla diffusione di questi gatti a pelo lungo in molte parti del mondo.

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A cura di: Dott.ssa Francesca Serena

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L’introduzione del gatto persiano in Occidente risale alla seconda metà del 15° secolo. Essa fu dovuta anche all’operata dei carovanieri che, assieme a merci rare e pregiate provenienti dall’antica Persia, l’attuale Iran, trasportavano anche gatti ritenuti di grande valore proprio per la bellezza del loro mantello. Questi furono chiamati appunto Persiani.

I primi antenati dei Persiani importati in Italia furono introdotti da Pietro della Valle (Roma, 2 aprile 1586 – Roma, 21 aprile 1652), uno scrittore italiano i cui viaggi in Oriente fornirono agli europei molte nuove conoscenze sui paesi asiatici.

In Francia i primi gatti persiani furono introdotti dall’astronomo Nicolas-Claude Fabri de Peiresc (1- dicembre, 1580 – 24 giugno 1637). Anche lui durante i suoi viaggi di ricerca aveva avuto modo di conoscere ed apprezzare meravigliosi gatti dal lungo mantello.

In ogni caso, gli scambi commerciali tra Occidente ed Oriente, l’espansione coloniale, la costruzione di nuove vie di comunicazione con terre lontane e le stesse guerre sempre accompagnate da una grande migrazione di popolazioni, contribuirono alla diffusione di questi gatti a pelo lungo in molte parti del mondo.

Il gatto persiano dell’epoca differisce molto da un persiano dei nostri tempi. Essi avevano zampe alte, orecchie erette sulla testa, musi allungati e crani triangolari. Solo un lungo e tenace lavoro di selezione ha potuto trasformarli negli attuali persiani.

I colori del mantello sono centinaia, potremmo “grossolanamente” dividerli in: self, tabby (sono quelli che manifestano il gene agouti che conferisce al loro mantello il cosiddetto “ disegno selvaggio” ), silver – golden – smoke, bicolori, colourpoint.

QUAL È IL TEMPERAMENTO  DI UN GATTO PERSIANO?

Il Persiano è un gatto molto dolce ed affettuoso, da cucciolo giocherellone e da adulto molto più tranquillo e pacato, raramente arrampicatore, molto interessato alla vita famigliare, va facilmente d’accordo anche con i cani.

È un gatto che vive benissimo in appartamento, non soffre ad essere lasciato solo in casa e trascorre volentieri il suo tempo dormendo comodamente su cuscini o divani.

QUALI SONO LE CURE QUOTIDIANE E PERIODICHE?

Il fascino esercitato dal Persiano è largamente dovuto al suo mantello che, innegabilmente, richiede una cura costante e quotidiana. Niente di preoccupante, ma tutti i giorni bisogna trovare il modo di dedicare del tempo alla tolettatura del gatto.

Il cardatore va usato minimamente con i Persiani, strappa troppo sotto-pelo. E’ più consigliato l’uso del pettine che deve scorrere dalle radici alle punte del pelo per sciogliere eventuali nodi.

Tutte le parti del corpo vanno pettinate anche quelle che il gatto non gradisce siano toccate, es: zampe , petto e sottopancia. Bisogna abituare fin da piccolo il gatto ad accettare con pazienza questo trattamento.

Gli occhi vanno puliti almeno una volta al giorno con acqua tiepida, soluzione fisiologica o prodotti specifici in caso di gatti dal mantello chiaro o bianco. Le orecchie vanno controllate tutti i giorni durante la toelettatura e pulite quando necessario.

Il bagno va fatto almeno ogni 15-20 giorni per motivi estetici ma soprattutto per motivi igienici in modo da aiutare il ricambio naturale del pelo; evitando così che il gatto ne ingerisca troppo durante il suo “personal grooming”.

FONTE: Anfi

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