Per i proprietari di cani e gatti la bella stagione corrisponde anche al momento in cui gli animali da compagnia possono prendere le zecche, coniglio compreso!
Perché ne parliamo proprio adesso? Perché, nonostante le zecche siano ormai presente anche per tutto l’anno nelle aree con inverni meno rigidi, la primavera e l’estate sono le stagioni di massima allerta.
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Il ciclo vitale delle zecche
Il ciclo vitale delle zecche, che ricordiamo essere acari e non insetti, consta di quattro stadi:
- uovo;
- larva (dotata di sei zampe);
- ninfa (con otto zampe ma non ancora in grado di riprodursi);
- adulto (sempre dotata di otto zampe ma di dimensioni maggiori rispetto agli stadi precedenti e capace di riprodursi).
Tra una muta e l’altra la zecca ha necessità di compiere il pasto di sangue. La femmina adulta, dopo l’accoppiamento, scende dall’animale per deporre le uova dalle quali, al momento giusto, schiuderà una larva che dovrà trovare un ospite per nutrirsi e compiere la muta successiva.
Quante e quali zecche può prendere il coniglio?
Esistono tantissime specie di zecca. Una prima distinzione deve essere fatta tra zecche dure (Ixodidae), tipiche dei mammiferi, e zecche molli (Argasidae), caratteristiche degli uccelli.
Il coniglio può essere parassitato da diverse specie di zecca dure tra cui, in particolare nel nostro Paese, gli stadi larvali, ninfali o adulti di molte specie appartenenti ai generi Ixodes, Rhipicephalus, Haemaphysalis e Dermacentor, e occasionalmente da quelle molli.
Dove e come il coniglio può prendere le zecche?
Dove può essere parassitato e come? Beh, le possibilità sono molte.
Un coniglio che vive esclusivamente in casa ha sicuramente poche probabilità di entrare in contatto con una o più zecche ma la prospettiva cambia radicalmente se insieme a lui convivono cani o gatti che abbiano accesso all’esterno e che potrebbero dunque veicolare essi stessi delle zecche all’interno dell’abitazione.
I conigli che hanno la fortuna di avere a disposizione un giardino oppure un recinto all’esterno in campagna sono sicuramente più esposti, in quanto potrebbero essere infestati dagli ectoparassiti degli animali randagi, selvatici, di allevamento o ancora di cani e gatti di proprietà presenti nelle vicinanze.
Infine, i soggetti che vengono portati a passeggio con il guinzaglio potrebbero raccogliere le zecche camminando su un prato all’interno di un parco pubblico o anche sull’asfalto.
I segni della loro presenza
Qualunque sia lo stadio, le zecche sono visibili a occhio nudo. Le larve sono più piccole e misurano 1 o 2 millimetri, quindi è necessaria una certa attenzione e magari una lente di ingrandimento, mentre le ninfe e gli adulti possono essere osservati con molta più facilità.
Le femmine dopo il pasto di sangue difficilmente sfuggono all’osservazione in quanto possono raggiungere le dimensioni di un fagiolo.
La zecca può essere rinvenuta subito dopo essere salita sull’animale mentre si muove sulla superficie o in mezzo alla pelliccia oppure direttamente sulla pelle, ma a quel punto è probabile che sia già infissa nella cute con il proprio rostro intenta a nutrirsi.
Le zecche possono pasteggiare su qualunque parte del corpo ma di solito prediligono le zone con una densità minore di pelo, come ad esempio il padiglione auricolare o la regione periorbitale.
La puntura di questo parassita può causare irritazione cutanea, fastidio, dolore e prurito.
Nonostante siano ematofaghe, poche zecche non sono in grado di provocare danni importanti in questo senso ma un’infestazione massiva, ovvero la contemporanea presenza di molti acari su uno stesso animale, può portare ad una sottrazione di sangue notevole fino a determinare stati di anemia anche gravi.
Le malattie trasmissibili dalle zecche
Il problema delle zecche non si limita solamente al “furto” di sangue e al danno a carico della cute che sono in grado di provocare.
Ancor più importante è il loro ruolo come vettori di diverse malattie poiché questi artropodi possono veicolare numerosi agenti patogeni trasmissibili attraverso la puntura e durante il pasto di sangue, sia agli animali che all’essere umano.
Tra le Tick Borne Diseases (malattie trasmesse dalla zecca) è bene ricordare la tularemia, una patologia di natura batterica (Francisella tularensis) anche nota come “febbre dei conigli”, la malattia di Lyme (Borrelia sp.), la rickettsiosi (Rickettsia sp.), l’encefalite da zecca (Flavivirus), l’ehrlichiosi (Ehrlichia sp.) e molte altre.
Come combattere le zecche sul coniglio?
Da quanto appena descritto nasce una considerazione abbastanza scontata: bisogna prevenire il problema.
Come abbiamo già accennato, i conigli che vivono esclusivamente in casa e in assenza di altri animali possono essere considerati a bassissimo rischio.
Per tutti gli altri, previa consultazione con il medico veterinario, una buona forma di prevenzione è l’applicazione di antiparassitari, l’importante è che si tratti di prodotti efficaci contro le zecche ma soprattutto tollerati dal coniglio.
Informiamoci presso il nostro Veterinario di fiducia sul presidio più adatto e leggiamo bene la composizione e le indicazioni.
Da non dimenticare che alcuni antiparassitari estremamente validi e di largo utilizzo sul cane e sul gatto possono essere tossici o addirittura letali per il coniglio, come ad esempio il fipronil.
Esistono anche repellenti naturali di origine vegetale, ma è sempre meglio informarsi bene prima dell’utilizzo.
Una zecca che riesca ad attaccarsi dovrà essere rimossa quanto prima: più breve è il tempo di permanenza sull’animale minori sono i rischi per quel che riguarda la trasmissione di patologie (non tutte le zecche sono portatrici di agenti microbici ma la percentuale è comunque elevata!).
Come togliere una zecca su un coniglio?
Togliere una zecca è piuttosto semplice con un po’ di esperienza e se si possiedono strumenti adeguati – esistono in commercio pinzette appositamente progettate – ma per sicurezza meglio far eseguire l’operazione al medico veterinario, visto il rischio di rottura del rostro che potrebbe, di conseguenza, staccarsi dal corpo dell’animale e rimanere infisso nella cute.