Disfunzione cognitiva negli animali anziani, come affrontarla?

L’animale inizia improvvisamente ad assumere una serie di atteggiamenti compulsivi ed irrequieti: ulula durante la notte, vocalizza in maniera afinalistica, cammina continuamente.

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disfunzione cognitiva negli animali anziani
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La sindrome di disfunzione cognitiva (CDS – Cognitive Dysfunction Syndrome) è una patologia di grande interesse medico che colpisce gli animali anziani, a partire dai 7 anni di vita, sia cani che gatti indistintamente.

Analogie con la sindrome di Alzheimer dell’uomo

L’interesse scientifico nasce da analogie istopatologiche con la sindrome di Alzheimer dell’uomo, riconducibili alla formazione delle cosiddette “placche neuritiche” all’interno ed intorno ai neuroni, che sembrerebbero correlate ad una serie di segni clinici.

Le suddette placche corrispondono, sia nell’uomo che negli animali, alla precipitazione di una proteina (β-amiloide), seppure il meccanismo eziopatogenetico alla base, risulti, in entrambe le specie, ancora sconosciuto.

L’animale non riconosce più i luoghi famigliari come la via di casa

Dal punto di vista clinico, la sindrome di disfunzione cognitiva, spesso anche grossolanamente definita “sindrome dell’invecchiamento precoce”, si manifesta attraverso cambiamenti comportamentali relativi soprattutto al rapporto con se stesso e con l’ambiente esterno, ma che non ha nulla a che vedere con i cambiamenti fisici come lo sbiancamento del pelo, la perdita dei denti e così via.

L’animale inizia improvvisamente a non riconoscere i luoghi familiari, a non ricordare la via di casa, a non distinguere le ore del giorno e della notte e ad assumere una serie di atteggiamenti compulsivi ed irrequieti: ulula durante la notte, vocalizza in maniera afinalistica, cammina continuamente, talvolta ruotando su se stesso, perde l’interesse al gioco e la curiosità verso tutto ciò che lo circonda, smette di prendersi cura del proprio mantello, arrivando a lasciare i bisogni in casa, talvolta anche nel luogo in cui mangia e dorme.

Non sempre è Sindrome da Disfunzione cognitiva

Non è difficile per un proprietario notare questi cambiamenti ed attribuirli all’età senile, seppure la correlazione non è sempre così scontata.

Infatti, alterazioni di questo tipo possono avere un fondo patologico ed essere dovute ad una vera e propria patologia cerebrale, quale la CDS.

Altre volte, potrebbero rientrare in un gruppo di segni clinici che presuppongono problematiche ancora più gravi, come le neoplasie intracraniche, che, oltre a delle modifiche del comportamento e della routine, possono palesarsi attraverso il dimagrimento, la perdita dell’appetito, l’incoordinazione dei movimenti e le crisi epilettiche, oppure come stati tossici, secondari a patologie metaboliche tipiche dell’età avanzata come l’insufficienza epatica e renale.

Chiaramente, il Medico Veterinario rappresenta, in queste occasioni, l’anello di congiunzione tra la corretta interpretazione delle manifestazioni cliniche e l’iter diagnostico e terapeutico più valido da seguire.

Come si diagnostica la disfunzione cognitiva negli animali anziani?

Nel caso specifico della CDS, la diagnosi viene fatta prevalentemente escludendo, una ad una, tutte le altre possibili cause, mentre la conferma definitiva si ottiene solo con uno studio di risonanza magnetica del neurocranio.

La risonanza magnetica è una tecnica di diagnostica per immagini di II livello che ci permette di fare uno studio approfondito del cervello, essendo anche l’unico strumento che abbiamo per escludere la presenza di masse, neoformazioni, cisti, meningiti e, dunque, giungere a una diagnosi definitiva.

Come aiutare un animale affetto da Disfunzione cognitiva?

Per la CDS non esiste una vera terapia, intesa come un insieme di procedure atte a determinare la risoluzione del problema.

Quello che è possibile fare consiste nell’adottare una serie di comportamenti utili da un lato ad alleviare la sofferenza e l’irrequietezza di questi vecchietti e dall’altro a supportare il loro stato di malessere fisico e mentale.

Ecco alcuni consigli da seguire…

I consigli più utili da seguire sono un regolare movimento, continui stimoli, arricchimenti ambientali, nonché la somministrazione di integratori alimentari e multivitaminici volti a supportare le alte richieste metaboliche di un cervello “un po’ in difficoltà” come quello degli animali anziani affetti da sindrome di disfunzione cognitiva.

Sarà comunque il Vostro Medico Veterinario di fiducia a decidere e consigliarVi, di volta in volta, il miglior protocollo da seguire.

Redatto da: Dott.ssa Donatella De Simone
Dott. Fabrizio Dini

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