Cresce l’attenzione dei proprietari per il benessere psicofisico dei propri pet

Nell’ultimo ventennio il numero di pet è andato progressivamente aumentando. Cani e gatti risultano sempre più integrati nella vita quotidiana dell’uomo, tanto da venire considerati molto spesso come membri della famiglia.

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benessere psicofisico
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Cani e gatti vengono sempre più considerati come membri della famiglia. Di conseguenza, i proprietari stanno iniziando a prestare particolare attenzione ai bisogni fisici dei propri pet, ma anche ad essere molto più attenti al loro benessere psicofisico, e a operarsi per assicurare loro tutto quello di cui hanno bisogno per essere sani e felici, come cibo di buona qualità, ampia stimolazione fisica e mentale, socializzazione adeguata e un’attenta assistenza veterinaria durante tutte le fasi della vita.

La Medicina veterinaria ha risposto incoraggiando tale evoluzione, e molti veterinari hanno iniziato a praticare “cure incentrate sul legame uomo-animale”.

Sicuramente, molti dei cambiamenti nel modo in cui le persone oggi si relazionano agli animali da compagnia sono il risultato di un’evoluzione del pensiero in tema di “coscienza animale”: negli ultimi decenni, infatti, sono stati condotti numerosi studi sulle capacità cognitive ed emozionali degli animali, che ne hanno rivelato intelligenza, sensibilità e socialità, accrescendo l’apprezzamento umano nei loro confronti.

È oramai noto, in effetti, che molte specie animali sono in grado di provare dolore allo stesso modo degli esseri umani, e che tutti i mammiferi – e forse anche altri phyla animali – presentano lo stesso repertorio di emozioni fondamentali e molti degli stessi schemi di attaccamento sociale degli uomini.

Una conseguenza naturale di questo cambiamento di paradigma nel concetto di animale e di relazione uomo-animale è rappresentata dalla crescente attenzione nei confronti del benessere psicofisico dell’animale: non vengono più considerati solo i loro bisogni fisici, ma anche quelli emotivi e sociali.

Ciò si sta gradualmente traducendo, oltre che in una maggior empatia (fino a una sorta di antropomorfizzazione), in un aumentato senso di responsabilità verso gli animali e nella ricerca di tutto ciò che rappresenta, per loro, una buona cura.

Parallelamente a questa evoluzione del legame uomo-animale, sono stati fatti passi da gigante anche in campo medico, sia in termini di capacità diagnostiche che di approcci terapeutici: ciò ha comportato l’allungamento della vita degli animali e lo sviluppo di una popolazione di pazienti geriatrici.

FONTE: LaSettimanaVeterinaria

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