Come allestire un acquario per i pesci?

Prima di iniziare a inserire i pesci in un acquario è necessario rispettare un certo periodo di tempo, per consentire di creare l'ambiente giusto per loro.

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Uno degli aspetti più comuni degli acquariofili è la fretta di avere subito un acquario pieno di pesci a cui dedicarsi, ma ciò può portare alla cosidetta “sindrome della vasca nuova”, causa di veri e propri disastri.

Vediamo come procedere per creare il giusto ambiente per i nostri piccoli amici con le branchie.

Come allestire un acquario per pesci nel modo giusto e senza problemi

Le fasi iniziali della vita di un acquario, quelle che seguono la sua installazione, sono cruciali per il corretto funzionamento di tutto il sistema: questo periodo iniziale è definito “maturazione”.

Il filtro di un acquario è la parte più delicata di un equilibrio che richiede diversi mesi di assestamento per raggiungere una certa stabilità.

Ci vuole tempo infatti perché nel filtro si stabilisca una popolazione completa di batteri benefici, necessari per elaborare tutti i rifiuti prodotti dai pesci.

In genere ci vogliono fino a 2 mesi perché i batteri raggiungano un livello tale da poter gestire efficacemente la situazione.

Durante questo periodo, è importante monitorare i parametri dell’acqua e adottare misure per garantire la salute e il benessere dei pesci.

Non rispettarne le tempistiche può rivelarsi veramente catastrofico e causare la “sindrome della vasca nuova”, comunemente riscontrata nelle prime settimane di vita di un nuovo acquario e causata da un filtro immaturo e da un eccesso di rifiuti presenti nell’acqua.

L’instaurarsi di questa sindrome può essere un inizio molto frustrante per chi desidera dedicarsi all’hobby dell’aquariofilia e spesso determina il suo abbandono.

Può essere utile il consiglio di un Medico veterinario esperto nel settore per riuscire a interpretare tutto ciò che avviene nell’acquario e riuscire a risolvere questa complessa situazione senza perdere la passione che ha portato ad allestirlo.

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Come funziona il filtro dell’acquario

La parte “viva” di un filtro è la popolazione batterica che si insedia al suo interno e che consente la trasformazione dei composti azotati da quelli più tossici a quelli meno tossici e meglio tollerati dai pesci.

I rifiuti prodotti in un acquario sono infatti in prevalenza di natura azotata (soprattutto ammoniaca) e il loro accumulo dipende proprio dal numero insufficiente di quei batteri che trasformano l’ammoniaca in nitriti.

Nitrosomonas spp. è il genere di batteri predominante che effettua questo processo.

L’avvelenamento da ammoniaca

In un acquario di recente installazione questi batteri sono numericamente scarsi e l’inserimento troppo frettoloso dei pesci contribuisce a determinare un innalzamento della concentrazione di ammoniaca, con un eventuale avvelenamento da questa sostanza.

In un acquario ben avviato il livello di ammoniaca deve essere uguale a 0.

Qualunque altra quantità superiore è tale da poter creare problemi ai pesci e, in base alla sensibilità della specie presente, richiedere interventi rapidi.

La tossicità dell’ammoniaca varia in base alle condizioni ambientali (ad esempio, pH, temperatura, salinità, durezza dell’acqua) e ad altri fattori di stress presenti ed è facilmente determinabile utilizzando i kit colorimetrici disponibili in commercio.

I pesci che affrontano questa condizione manifestano spesso sintomi molto evidenti: anomalie comportamentali (eccitabilità e anoressia), ingrossamento delle branchie e rallentamento della crescita (questo soprattutto in situazioni di avvelenamento cronico e, quindi, con bassi livelli di ammoniaca).

Nelle forme croniche si rileva anche un calo dell’efficienza delle difese immunitarie del pesce.

Il rischio dei nitriti

Nitrosomonas spp. nel filtro ossida l’ammoniaca a nitriti, che sono meno tossici, ma ancora pericolosi per la salute dei pesci.

La presenza di tali sostanze è normale in un acquario appena installato ed è successiva alla scomparsa dell’ammoniaca.

Questo meccanismo è una parte fondamentale del processo di maturazione del filtro.

Una volta instauratasi un’adeguata popolazione di Nitrosomonas spp., la concentrazione di ammoniaca crolla a zero e si assiste alla comparsa dei nitriti, il cui destino dipenderà dalla colonizzazione del filtro da parte di altre popolazioni batteriche (Nitrobacter spp. e Nitrospira spp., principalmente) che li trasformeranno in nitrati.

In un acquario ben avviato la concentrazione di nitriti deve essere uguale a zero.

La loro presenza produce infatti l’ossidazione dell’emoglobina in metaemoglobina, che non riesce a trasportare in modo efficiente l’ossigeno ai tessuti.

Anche in un acquario con un’adeguata concentrazione di ossigeno nell’acqua, quindi, i pesci rischiano di morire “soffocati”.

La metaemoglobina ha una colorazione rossa meno brillante dell’emoglobina e ciò produce nei pesci una colorazione marrone delle branchie.

Con questo avvelenamento si osservano nei pesci anche cambiamenti comportamentali come mancanza di energia e raggruppamento vicino alla superficie dell’acqua alla ricerca di ossigeno.

I pesci in questa condizione andrebbero disturbati il meno possibile, perché il minimo sforzo potrebbe causare una mortalità acuta.

Anche in questo caso esistono kit colorimetrici in grado di evidenziare la presenza di nitriti nell’acqua.

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E i nitrati?

Una volta che la popolazione batterica si stabilizza, sarà possibile riscontrare il crollo della concentrazione di nitriti e la comparsa di nitrati, che via via si innalzeranno.

La loro concentrazione viene abitualmente tenuta sotto controllo da periodici cambi parziali dell’acqua.

Generalmente i nitrati sono poco tossici nella stragrande maggioranza delle specie ittiche di interesse acquariologico.

I segnali di pericolo

Quali possono essere i segnali che possono suggerire che in un acquario si sta verificando questa situazione?

Presenza di acqua torbida

Questa situazione può dipendere da un’eccessiva proliferazione batterica, fisiologica nelle prime fasi di assestamento del sistema, ma poco ospitale per i pesci.

Rilevamento di picchi di ammoniaca e nitriti

Entrambi tossici per i pesci, rendono ancora poco consigliabile l’inserimento di questi ultimi.

Segnali di stress e malattie dei pesci

Se inseriti troppo precocemente, gli animali possono mostrare comportamenti insoliti: perdita dell’appetito, nuoto scoordinato, aumento dell’eccitabilità, lesioni a cute e pinne in seguito a proliferazioni batteriche, infestazioni parassitarie cutanee e delle branchie, ecc.

Crescita delle alghe

Un’eccessiva proliferazione di alghe, con acqua verdognola o con la loro crescita sulle pareti interne della vasca, può facilmente essere causata dalla presenza di elevate concentrazioni di materia organica disciolta, che può creare condizioni favorevoli alla fioritura algale.

La “sindrome della vasca nuova” può uccidere i pesci?

La combinazione di alti livelli di ammoniaca e di nitriti, una scarsa qualità dell’acqua e il conseguente stress che porta a indebolimento del sistema immunitario dei pesci può essere fatale.

Se non viene trattato rapidamente, l’ambiente tossico che si crea può determinare mortalità elevatissime.

4 consigli per evitare errori con l’acquario dei pesci

Introdurre i pesci in momenti diversi

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Un acquario cilindrico. Inusuale quanto delicata, questa vasca è decisamente poco popolata e, anche per questo, probabilmente molto stabile nelle condizioni ambientali.

Il primo consiglio per evitare l’instaurarsi di questa problematica è, ovviamente, quello di introdurre i pesci gradualmente, iniziando con pochi esemplari di specie più resistenti.

Ad esempio, alcuni pesci gatto, utilizzati spesso ed erroneamente come “pulitori”, sono più tolleranti rispetto a condizioni ambientali non idonee.

Una volta che il filtro è maturo e non sono più rilevabili ammoniaca o nitriti, si possono aggiungere pochi pesci alla volta fino a raggiungere il numero massimo di esemplari consigliato per l’acquario.

In questo modo si permettere ai batteri di assestare progressivamente la loro popolazione in funzione del quantitativo di composti azotati prodotti.

Cibo senza esagerare

Un secondo consiglio è quello, una volta rilevato il crollo dei nitriti, dopo aver iniziato l’inserimento dei primi pesci, alimentarli con parsimonia, una volta al giorno con un quantitativo limitato di cibo, in modo da non contribuire a inquinare l’acquario con cibo non consumato.

Inoltre in acquario i pesci possono morire più facilmente per sovralimentazione piuttosto che per fame.

Quindi, anche ad acquario correttamente avviato, è utile non esagerare mai con le dosi di cibo.

Controllo e cambio dell’acqua regolari

Un altro suggerimento è quello di mantenere controllata la qualità dell’acqua con gli appositi kit colorimetrici (l’acqua trasparente non è sinonimo di qualità) e di procedere a regolari cambi parziali.

Non esiste una regola precisa, ma un cambio dell’acqua pari al 20% del volume a cadenza settimanale od ogni 15 giorni può essere una buona abitudine.

No al sovraffollamento

È, infine, necessario resistere alla tentazione di sovraffollare l’acquario con troppi pesci fin dall’inizio.

Un sovraccarico può mettere a dura prova il sistema di filtrazione ancora in fase di stabilizzazione, compromettendo la salute dell’intero sistema.

La pazienza è davvero la chiave per superare questa situazione iniziale con successo.

Articolo di Gianpiero Nieddu, Medico veterinario esperto in pesci d’acquario e animali non convenzionali

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