Centro di Recupero Animali Selvatici (Cras): cos’è e cosa fa

Compito principale di un Centro di Recupero Animali Selvatici è quello di curare e recuperare la fauna selvatica trovata ferita o in difficoltà. Ha anche però altre importanti funzioni, vediamo quali.

0
centro-di-recupero-animali-selvatici
Annuncio

Il compito principale di un Centro di Recupero Animali Selvatici (CRAS) è quello di curare e recuperare soggetti della fauna selvatica trovati feriti o in difficoltà e restituirli alla libertà.

Non solo però, i Cras hanno anche altre importanti funzioni.

Cosa fa un Centro di Recupero Animali Selvatici

centro-di-recupero-animali-selvatici-volpe

Nel nostro Paese gli enti preposti all’intervento professionale nel soccorso e nella gestione di specie selvatiche sono i CRAS, che poi le ospitano in degenza se necessario.

I Centri di Recupero Animali Selvatici raccolgono inoltre importanti informazioni sulla distribuzione delle varie specie animali e sulle cause di ferimento/mortalità della fauna.

Queste raccolta di dati scientifici di tipo sanitario, biologico ed ecologico è utile a migliorare la gestione delle risorse faunistiche e la conservazione della natura.

I CRAS sono quindi fondamentali per la sorveglianza sanitaria del territorio e per la tutela della salute animale e umana.

Dove si trovano Cras?

In Italia sono oggi presenti 74 CRAS, per lo più nelle Regioni del Centro-Nord.

A questi si affiancano i 16 Centri di Recupero per le Tartarughe Marine (CRTM), più diffusi nelle Regioni meridionali e sulle isole.

I CRAS sono stati previsti dalla Legge n. 157 dell’11 febbraio 1992 sulle norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma (o “a sangue caldo”) e per il prelievo venatorio, che ne regolamenta l’organizzazione da parte delle Regioni e stabilisce i principi generali del loro funzionamento.

Tale legge è però destinata all’ambito venatorio e non ha preso in considerazione gli aspetti prettamente sanitari.

Per questo negli anni successivi le varie Regioni hanno deliberato aggiornamenti e linee guida per definire l’attività di soccorso e gestione sanitaria della fauna selvatica nei loro rispettivi territori.

Queste norme non sono sempre uniformi fra loro e hanno creato infatti alcuni contrasti fra differenti approcci regionali.

Per questo, con nota n. 11219 del 4 maggio 2017 il Ministero della Salute ha chiarito che gli animali selvatici devono essere soccorsi ed ospitati in strutture specificatamente autorizzate alla loro detenzione come i CRAS.

Altre strutture, come cliniche veterinarie private, possono essere di sostegno al Centro di Recupero Animali Selvatici solo dopo autorizzazione dell’ASL.

Non tutti i CRAS però prevedono strutture veterinarie al loro interno.

Per questo solo alcuni, secondo l’Accordo Stato-Regioni del 26 novembre 2003, possono essere autorizzabili e definibili come “ospedali veterinari”.

centro-di-recupero-animali-selvatici-rapace

Quali animali curano ed ospitano i Cras?

La Legge n. 157/1992 prevede che i CRAS possano ospitare solo mammiferi o uccelli autoctoni.

Spesso però ospitano anche rettili, anfibi, specie esotiche anche invasive, animali nati in cattività da genitori di specie selvatiche, trovati e soccorsi dalla popolazione.

Questo per non pregiudicare il soccorso comunque dovuto a un animale in difficoltà e per evitare che un rifiuto porti alla liberazione di tali animali in luoghi dove risulterebbero dannosi per la fauna autoctona.

In alcune aree il CRAS è effettivamente l’unico ente preposto al recupero di animali non domestici, obbligando il cittadino a rivolgersi ad essi per qualsiasi animale in difficoltà ritrovato.

Annuncio