Ansia nel gatto e paura: qual è la relazione tra le due risposte emotive?

0
ansia nel gatto
Annuncio

I termini paura e ansia nel gatto tendono ad essere utilizzati in modo intercambiabile. Tuttavia, sebbene entrambe siano delle risposte emotive che implicano un medesimo meccanismo di risposte comportamentali e fisiologiche (rappresentato dalla risposta correlata allo stress), è opportuno precisarne il differente significato.

L’ansia nel gatto è una riposta emotiva (di tipo apprensivo) che presagisce uno stimolo/situazione che l’animale percepisce come imprevedibile o pericoloso.

Nell’ansia l’animale anticipa una risposta comportamentale e somatica a una situazione o uno stimolo che potrebbero verificarsi.

LA PAURA È ESSENZIALE PER LA SOPRAVVIVENZA

La paura è una risposta emotiva di tipo adattativo diretta nei confronti di uno stimolo/situazione, realmente presente, che l’animale percepisce come potenzialmente pericoloso.

Nella paura la risposta emotiva ha inizio quando l’animale percepisce la presenza dello stimolo che interpreta come potenzialmente pericoloso e dà avvio alla risposta correlata alla stress.

La paura è una risposta adattativa essenziale per la sopravvivenza, in quanto consente all’animale di evitare situazioni potenzialmente pericolose. Molte paure sono innate e specie specifiche: ad esempio, a un gatto non deve essere insegnato ad aver paura di un cane.

Ma altre sono apprese: il contatto con una superficie bollente è generalmente sufficiente a far sì che l’animale da quel momento in poi la tema. Il valore adattativo della paura è pertanto evidente.

COME VENGONO EVOCATE?

L’ansia nel gatto e la paura sono generalmente evocate da stimoli potenzialmente pericolosi o percepiti dall’animale come tali, chiamati stressori, e si manifestano attraverso la risposta correlata allo stress.

La risposta di un organismo a uno stress dà l’avvio a cambiamenti fisiologici (aumento dell’attività del sistema autonomo simpatico e riduzione del parasimpatico con conseguente vasodilatazione negli organi vitali, incremento del ritmo e della gettata cardiaca, così come della frequenza respiratoria e diminuzione dell’attività degli organi gastrointestinali e riproduttivi) e comportamentali (lotta-fuga) che hanno lo scopo di predisporre l’organismo e massimizzare l’abilità dell’animale nel rispondere al cambiamento.

Queste risposte comportamentali sottraggono in modo efficace l’animale dalla fonte dello stress e, conseguentemente, la risposta di stress rapidamente decade.

QUANDO LO STRESS DIVENTA UN PROBLEMA

La risposta di stress diviene problematica quando un animale è incapace di controllare, o di sottrarsi alla situazione, tramite un’appropriata risposta comportamentale.

In questi casi, si verificano effetti negativi, conseguenti alla prolungata risposta di stress, sulla salute fisica ed emotiva dell’individuo. In questi casi la risposta di stress non decade, ma si prolunga, diventando cronica.

Quando lo stressore è cronico, gli animali manifesteranno risposte comportamentali inappropriate o eccessive, al fine di ridurre il livello e, di conseguenza, l’effetto deleterio di una prolungata risposta di stress. Uno stress incontrollato può determinare le seguenti conseguenze:

  • lo sviluppo di attività di sostituzione come il leccarsi o il grooming;
  • lo sviluppo di comportamenti compulsivi;
  • risposte del tipo tutto o nulla (fobie);
  • risposte di aggressività;

Il perpetuarsi di risposte fisiologiche correlate allo stress può avere effetti deleteri o patologici sull’animale, come nel caso dello sviluppo della sindrome idiopatica delle basse vie urinarie nel gatto.

Le risposte di un animale agli stimoli possono quindi variare da lievi segni di ansia a panico estremo/catatonia; gli animali in grave stato di panico possono provocarsi serie lesioni masticando le sbarre di una gabbia o cercando di scappare attraverso le porte e finestre nel tentativo di sfuggire agli stimoli spaventosi.

Quando uno stimolo è intensamente spiacevole, una singola esposizione può essere sufficiente per indurre una risposta paurosa in futuro.

Alcuni animali possono essere così spaventati dalle esperienze vissute durante l’ospedalizzazione che le loro risposte potrebbero indurre una reazione fobica anche nelle visite successive.

Annuncio