Gli animali sono parte della società umana da un tempo ormai immemorabile e da qualche decennio stanno diventando progressivamente oggetto di maggiore attenzione non solo da parte dei cittadini, ma anche dell’interesse politico.
Lo dimostrano anche le recenti prese di posizione che hanno portato a diverse interrogazioni parlamentari, in Europa e in Italia, nonché, sempre in Italia, a un eclatante ostruzionismo politico verso il provvedimento che vorrebbe modificare la nostra Costituzione, per inserirvi la tutela esplicita degli animali.
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Un’interrogazione sul maltrattamento di animali
In tempi recentissimi, un’interrogazione parlamentare è stata avanzata in merito a una norma italiana, questa volta rivolta direttamente a ministri italiani.
Il tema è la protezione normativa e giuridica degli animali, considerata “insufficiente” per garantire la tutela dal maltrattamento di tutti gli animali, domestici e selvatici.
Partendo dalla presa d’atto che la norma vigente “non sembra aver prodotto gli effetti deterrenti auspicati”, viste le ripetute violazioni denunciate o riscontrate dalle autorità competenti, si richiede al Governo di fare una valutazione, rendendo noti i dati concernenti le pene inflitte negli ultimi 5 anni, a seguito dell’applicazione dell’art. 544 ter del Codice Penale (reato di Maltrattamento di animali).
Anche l’evoluzione di questa interrogazione si prospetta interessante e restiamo in attesa di sviluppi.
Una proposta di modifica dell’articolo 9 della Costituzione sulla tutela degli animali
In questo quadro, merita, infine, di essere rilevato anche il dato dei 246mila emendamenti presentati da un partito politico con riferimento alla proposta di modifica dell’articolo 9 della Costituzione che mira a inserirvi anche gli animali come destinatari della tutela garantita dalla Repubblica, insieme alla biodiversità.
Una valanga di obiezioni che nascondono la volontà di ostacolare il provvedimento.
Difficile capire le motivazioni di questa scelta, che risiederebbero nella apparente “genericità” del testo, il quale non terrebbe conto della differenziazione degli animali in categorie che hanno esigenze di protezione specifiche.
Può essere, ma non bisogna dimenticare che, trattandosi di Costituzione, la cosa realmente importante è l’inserimento del principio, la cui declinazione potrà poi essere demandata a successive norme settoriali.
Speriamo che la questione di “zelo” non si traduca invece in un ostacolo.
Come interpretare, in conclusione, questo movimento di pensiero, iniziative e interesse politico intorno alla causa degli animali?
Come (quasi) sempre, il punto principale è la difficoltà di distinguere la buona fede dalle strumentalizzazioni.
E poi molto dipenderà dagli effettivi risultati che, in ogni caso, sarà possibile raggiungere.