Stipsi del cane: il ruolo della fibra nella prevenzione e trattamento

L'utilizzo di maggiori quantità di fibra può essere utile in caso di costipazione e per raggiungere un risultato completo, occorre che il cane assuma una quota di fibre non scarsamente fermantabili, come la crusca, e una quota di fibre facilmente fermentabili, come la verdura fresca.

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A cura di: Prof.ssa Giorgia Meineri

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Con il termine di stipsi (o costipazione), si definisce una defecazione poco frequente o l’emissione di feci secche e dure da parte del cane.

In associazione alla stipsi può verificarsi la comparsa di fecalomi che sono masse dure di feci che si formano negli ultimi tratti dell’intestino e possono provocarne l’ostruzione.

Stipsi del cane, necessario l’aumento di fibra e assunzione di acqua

Da un punto di vista nutrizionale, su indicazione del medico veterinario, la stipsi nel cane si risolve con un aumento del contenuto di fibra della dieta ed un aumento dell’assunzione giornaliera di acqua.

Con la denominazione di fibra si intende la componente alimentare di origine vegetale che non è attaccabile dagli enzimi digestivi dell’intestino tenue, quindi che transita nell’ultimo tratto intestinale dove sono presenti i batteri che costituiscono la microflora intestinale.

Le fonti di fibra vanno scelte in funzione delle loro proprietà fisiologiche.

Ruolo della fibra nella prevenzione e trattamento dei fenomeni di stipsi nel cane

I movimenti peristaltici rettali sono favoriti dalla presenza di una certa massa fecale.

Se il volume fecale non raggiunge un certo livello, il tempo di transito intestinale diminuisce e vi è maggiore riassorbimento di acqua nel colon con aumento della consistenza della massa indigerita e comparsa di costipazione e formazione di fecalomi.

La diminuzione della motilità intestinale (particolarmente evidente nell’animale anziano) inoltre può indurre una modificazione della flora batterica intestinale e la comparsa di patologie infiammatorie.

Le fibre quindi prevengono, con meccanismi diversi l’instaurarsi di diverse patologie intestinali e sistemiche .

Classificazione delle fibre alimentari

Le fibre alimentari vengono spesso classificate in:

  • scarsamente fermentabili dai batteri intestinali;
  • velocemente fermentabili dai batteri intestinali.

Fibre scarsamente fermentabili dai batteri intestinali

Sono presenti in quantità elevate soprattutto nei cereali, nella crusca di frumento, nella farina di segale, in alcuni legumi, in molti ortaggi e verdure.

L’azione svolta da questo tipo di fibra è soprattutto di tipo fisico-meccanico.

quantità di cibo per il cane

Queste fibre esercitano un effetto di ingombro “bulking effect che determina un aumento del volume fecale.

L’effetto meccanico di distensione delle pareti intestinali e lo stimolo tattile promuovono quindi l’evacuazione della massa indigerita.

L’utilizzo oculato di tali fibre è particolarmente utile nel trattamento della costipazione e delle colite.

Tali fibre, assunte in quantità corretta, esercitano azione protettiva anche nei confronti dello sviluppo di neoplasie dell’intestino (adenomi e adeno-carcinomi colon-rettali.

Tuttavia l’incorporazione di quantità troppo elevate di fibra insolubili può però creare un’irritazione delle pareti intestinali e la comparsa di fenomeni di esfoliazione della mucosa e di infiammazione delle cellule delle cripte intestinali.

Fibre velocemente fermentate dai batteri intestinali

Sono presenti soprattutto nei legumi, in alcuni cereali, nella verdura fresca.

Sono esempi tipici la polpa di barbabietola, le pectine delle carote (cotte, macinate), la gomma di guar, i semi di psillio (Plantago psyllium) o ispagula (Plantago ovata).

Le fibre velocemente fermentate dai batteri intestinali hanno un’elevata capacità di trattenere l’acqua e determinano la formazione di feci maggiormente liquide.

Inoltre, sono in grado di formare gel e soluzioni viscose nel tratto gastrointestinale.

L’interesse suscitato dalle sorgenti di fibra solubile è rivolto soprattutto:

  • all’incremento della flora batterica intestinale;
  • ai processi metabolici della fermentazione della fibra operata dalla flora batterica.

Per queste caratteristiche queste fibre appartengono alla categoria dei prebiotici.

In sintesi, i prebiotici sono fibre solubili resistenti alla digestione enzimatica, fonte di energia disponibile per alcuni batteri benefici (lattobacilli, bifidobatteri, ecc.) presenti nel tratto gastrointestinale.

Questi batteri che possono essere assunti con la dieta sono detti Probiotici.

Attenzione a non esagerare con l’assunzione di fibra!

L’assunzione di questo tipo di fibre non è però esente da effetti collaterali.

L’assunzione eccessiva può diminuire la consistenza fecale e può causare disturbi intestinali quali: meteorismo, flatulenza ed episodi diarroici e diminuire l’assorbimento dei nutrienti.

In conclusione l’impiego di quote più elevate di fibra può essere utile in caso di costipazione e per raggiungere un risultato completo occorre che l’animale assuma (su indicazione del medico veterinario) una quota di fibre non scarsamente fermentabili (crusca) e una quota di fibre facilmente fermentabili (prebiotici).

Ovviamente la quantità di fibra assunta deve essere rapportata agli altri principi nutrivi della dieta e deve essere accuratamente controllata poiché le fibre hanno lo svantaggio di diminuire la digeribilità della dieta.

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