Oltre la paura: la fobia nel cane e nel gatto

La fobia è uno stato patologico che determina in cane e gatto un forte disagio emotivo e ne compromette la vita quotidiana e le relazioni familiari.

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A cura di: Dott.ssa Irene Cassi

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Mentre la paura per cane e gatto è uno stato emozionale necessario per la sopravvivenza della specie che si manifesta in certe circostanze o alla vista di determinati oggetti, persone e animali, la fobia è una paura incontrollata ed eccessiva rispetto alla minaccia reale.

Rispecchia negli animali, come nell’uomo, “la paura di un male immaginario” o “la paura eccessiva di uno reale”, secondo la definizione di fobia fatta per la prima volta nel 1786 da Benjamin Rush, padre della psichiatria americana.

Le origini della fobia in cane e gatto

Le fobie possono insorgere per svariati motivi.

Evento traumatico

Spesso gli animali diventano fobici in seguito a un evento traumatico riferibile a un oggetto, un altro animale, una persona o a determinate situazioni.

Tale evento può accadere a qualsiasi età e avrà un impatto maggiore nei soggetti più insicuri.

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Alterazione del processo evolutivo

Quando l’animale presenta una fobia generalizzata e non causata da una cosa in particolare, questa può essere conseguenza di un’alterazione del processo evolutivo, in particolare dei processi di attaccamento e di socializzazione del cane o del gatto in tenera età.

Processo di attaccamento

Il processo di attaccamento ha un ruolo importante per il benessere psico-fisico dell’animale, perché gli consente di costruire un carattere sicuro e autonomo e di ampliare le sue conoscenze ed esperienze.

Se tale processo non avviene in modo corretto, ne deriveranno effetti piuttosto evidenti sull’animale, che si mostrerà insicuro e con deficit sull’autonomia e tenderà ad avere una minore familiarità con l’ambiente esterno.

Socializzazione

Pure la socializzazione ha un ruolo decisamente importante per il benessere del pet perché è durante questo periodo che l’animale acquisisce le proprietà sociali.

In questa fase apprende la capacità di sapersi relazionare con gli estranei, stare in gruppo e rispondere in modo adeguato agli stimoli, adattandosi alle molteplici sollecitazioni.

La fobia è un problema?

La fobia è uno stato patologico che richiede l’intervento del Medico veterinario comportamentalista, perché provoca nell’animale uno stato di malessere che se non curato, tenderà ad aggravarsi.

Questo potrebbe determinare nell’animale comportamenti di evitamento o di aggressività fino a causargli uno stato che lo porterà ad isolarsi e a sottrarsi in qualsiasi modo allo stimolo che gli provoca fobia.

In pratica, inizialmente, l’animale svilupperà una fobia semplice che potrà poi evolvere in una più complessa fino ad arrivare a uno stadio pre-ansioso.

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La fobia semplice in cane e gatto

Nel cane e nel gatto con fobia semplice l’animale presenta aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, tremori e talora “pipì” involontarie e dovute all’emozione.

In questo stadio, l’animale tende a essere ipervigile e può mostrare un comportamento di evitamento o diventare aggressivo.

Nel caso dell’evitamento, il pet tenderà ad allontanarsi da ciò che gli provoca paura fuggendo.

In questo modo eviterà di doversi confrontare con qualcosa che crea in lui un forte disagio e tenderà a cercare protezione nel suo amico umano.

Tuttavia, nel caso in cui non gli fosse possibile attuare il comportamento di evitamento, tenderà a manifestare comportamenti aggressivi.

Questa aggressività “da paura” o “da irritazione” rappresenta l’unica alternativa che ha l’animale per allontanare da sé ciò di cui ha fobia.

Tali reazioni sono incontrollabili e rappresentano per i familiari che vivono con il pet fonte di notevole preoccupazione, specialmente se in convivenza vi è un bambino.

Le fobie semplici possono anche guarire spontaneamente.

Generalmente ciò avviene quando il pet ha la possibilità di allontanarsi dallo stimolo oppure nei casi in cui il contatto con ciò che gli provoca paura avvenga in maniera progressiva.

In ogni caso, è più facile che si assista a un ulteriore peggioramento e che quindi si passi allo stadio successivo, e cioè alla fobia complessa.

La fobia complessa e stadio pre-ansioso

La fobia complessa è caratterizzata da aumento della salivazione e diarrea e iperattività.

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Generalmente deriva da un’evoluzione dello stadio precedente di fobia semplice, ma talora (come nei casi di fobia post-traumatica) può insorgere improvvisamente.

Cani e gatti con questo tipo di problema possono risultare fobici anche nei confronti di stimoli che precedentemente non provocavano in loro alcuna emozione.

Si ha quindi un’anticipazione emozionale e una generalizzazione dello stimolo.

La fobia complessa può in ogni caso peggiorare ed evolvere verso lo stadio pre-ansioso.

In questo stadio l’animale tenderà a voler rimanere solamente nei luoghi dove può sentirsi al sicuro, lontano dallo stimolo che gli crea paura.

Quali le soluzioni?

Ogni fobia richiede un trattamento specifico e sarà il Medico veterinario comportamentalista a valutare quale utilizzare, osservando attentamente, in sede di visita, non solo il pet, ma anche le dinamiche familiari che possono avere un impatto da non sottovalutare per il successo terapeutico.

Durante la visita comportamentale sarà necessario innanzitutto arrivare a comprendere esattamente quale sia l’origine della fobia per poi intervenire utilizzando, se necessario, anche i farmaci in associazione alla terapia comportamentale.

Si dovrà inizialmente lavorare aiutando l’animale ad aver maggiore autostima e più interesse per il mondo che lo circonda, utilizzando come mezzo anche il gioco (ludoterapia).

Giocare aiuta

L’attività ludica ha un ruolo saliente nella vita dell’animale.

Sarà quindi utile far giocare quotidianamente il cane e il gatto con giochi di attivazione mentale e stimolarlo a fare attività di ricerca, nascondendo un premio alimentare in più zone della casa e spronandolo a cercare.

In questo modo verranno stimolate le capacità esplorative dell’animale, il quale vedrà aumentare la propria autostima parallelamente all’aumento delle proprie performance.

Affrontare la paura

Successivamente, sarà necessario aiutare l’animale ad affrontare la propria paura.

Lo stato fobico nasce quando una certa situazione, un determinato oggetto o una persona oppure un animale si ricollegano a un evento negativo.

Il trattamento richiede tempi piuttosto lunghi e prevede l’utilizzo di tecniche di rilassamento che possono essere impiegate con successo in presenza dello stimolo che scatena la fobia.

Queste possono essere associate a desensibilizzazione e a controcondizionamento, cioè facendo percepire al cane uno stimolo depotenziato, tanto da non suscitare paura, e poi aumentarlo via via quel tanto che non scatena la paura, fino ad arrivare a un normale stimolo che non fa più paura (ad esempio, un suono inizialmente molto lontano e man mano più vicino).

Durante il percorso di recupero l’animale dovrà essere costantemente seguito sia da un educatore che dal Medico veterinario comportamentalista.

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