Terminato il lockdown, la possibilità di fare una passeggiata con il proprio cane in mezzo alla natura sembra ancora più attraente, ma questo non è il momento di abbassare la guardia nei confronti di un antico nemico: la leptospirosi nel cane.
Nelle acque dolci, nel fango, nel suolo e nella vegetazione umida le leptospire trovano l’ambiente ideale alla loro sopravvivenza.
La prevenzione è fondamentale.
Dagli anni 2000, purtroppo, si è osservato in Europa un aumento di casi di leptospirosi nei cani.
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Chi sono le leptospire?
Le leptospire sono batteri appartenenti al phylum Spirochaetes che sono batteri piccoli, mobili ed elicoidali presenti in tutti i continenti e praticamente in tutte le specie di mammiferi. Le leptospire sono batteri complessi.
In Europa, i principali sierogruppi di leptospire sono la icterohaemorrhagiae, bratislava, grippotyphosa, australis, canicola e sejroe.
Nel Nord America, il sierotipo pomona è il più frequente e anche il più patogeno ed è stata descritta anche L. grippotyphosa.
Il ratto (e gli altri piccoli roditori) è il principale serbatoio, mentre il cavallo sembra essere l’ospite intermedio di Leptospira bratislava e il cane di Leptospira canicola.
Cane e leptospirosi: come si trasmette?
L’infezione da Leptospira può verificarsi a seguito del contatto diretto con i batteri, urine contaminate, fluidi riproduttivi o serbatoi ambientali come acqua e suolo.
Alcuni studiosi suggeriscono che l’ingresso dei batteri può avvenire attraverso le mucose oppure, grazie alla loro elevata motilità, per via transdermicamente attraverso la pelle umida o abrasa.
Leptospirosi nel cane
Nel cane, la sintomatologia clinica è generalmente acuta e nel 75% dei casi sono associati anoressia, letargia e vomito.
Anche se i cani che vivono in campagna sono i più esposti all’infezione da Leptospira, quelli cittadini non si possono certamente considerare al sicuro.
Per tale motivo, la prevenzione è fondamentale.
Il piano vaccinale deve essere adattato all’evoluzione epidemiologica e alla presenza di fattori di rischio.
La figura di riferimento, al quale il proprietario deve rivolgersi, è senza ombra di dubbio il medico veterinario.
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FONTE: LaSettimanaVeterinaria