Le giuste cure per il mini ghiro africano in ambiente domestico

Contrariamente ai numerosi roditori o mammiferi allevati in genere in ambiente domestico, i mini ghiri necessitano di maggiori attenzioni. Vediamo quali.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

mini ghiro domestico
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L’ambiente in cui deve vivere alle nostre latitudini il mini ghiro domestico richiede un po’ di attenzione.

Le temperature ottimali devono aggirarsi attorno ai 20-22 °C e non è consigliato il letargo.

In natura questi roditori abitano le foreste ricche di vegetazione, ma anche le aree più aride e rocciose, preferendo le zone lungo i corsi d’acqua, tra cespugli e erba alta.

L’ambiente deve essere areato, ma senza correnti o sbalzi di temperatura.

La teca in cui ospitare una coppia di mini ghiri (anche dello stesso sesso se non si desiderano cucciolate) deve essere costruita in modo molto oculato.

Vediamo le caratteristiche che deve avere.

La teca-terrario adatta per il mini ghiro domestico

Contrariamente ai numerosi roditori o mammiferi allevati comunemente come animali domestici, i mini ghiri necessitano di maggiori attenzioni e investimenti economici.

La stabulazione deve essere necessariamente ottenuta in una teca con pareti in vetro provvista di rete metallica per la corretta areazione.

Dovrebbe essere possibilmente ampia quanto basta per ospitare un nido o un amaca adibita a nido, rami su cui arrampicarsi e fare in necessario movimento, contenitori per cibo e acqua.

terrario rami mini ghiro domestico

Possono essere utilizzati i terrari con porte scorrevoli frontali utilizzati per i rettili arboricoli.

Le dimensioni minime, nel caso si decida per due individui, sono di almeno 50 x 40 x 80 cm.

Partendo dalla base, il substrato (almeno 5 cm) deve essere un buon assorbente naturale e non polveroso, che possa contenere in modo igienico feci e urine prodotte in abbondanza dagli ospiti.

Una buona soluzione può essere fornita dal tutolo di mais o segatura depolverata oppure pellet di carta o torba asciutta.

Rami secchi puliti e igienizzati vanno poi inseriti in modo saldo all’interno della teca, da terra al soffitto e lateralmente, in modo da offrire maggior superficie esplorabile.

Il nido a cassetta (ottimo quello per cocorite) va posizionato in un angolo e imbottito con paglia, carta assorbente, fibre naturali.

A un ramo può essere appeso invece un nido in paglia intrecciata (tipo quello per diamanti mandarini), per consentire loro un rifugio per ogni evenienza.

A una o due pareti contigue possono essere applicati dei pannelli di sughero su cui i ghiri si arrampicheranno con agilità, ma che complicheranno un po’ di più le operazioni di igienizzazione.

Non sono necessarie lampade o illuminazione artificiale, purché la temperatura ambientale sia assicurata nei range corretti.

Assolutamente da evitare gabbie per criceti o fauna box.

I mini ghiri devono potersi muovere, arrampicare, sfrecciare su rami a e superfici in libertà, ma in sicurezza, quindi attenzione anche agli altri eventuali animali conviventi (ad esempio, gatti) e alla corretta chiusura delle vie di fuga.

Igiene e cura del mini ghiro africano

Se allevati e nutriti correttamente i mini ghiri si mostrano molto robusti e facili da accudire.

Piacevoli e vivaci compagni che sanno stimolare curiosità e simpatia.

minighiro domestico

Uno dei capisaldi della loro salute è l’igiene: una pulizia settimanale della loro teca (massimo 10 giorni) è fondamentale per rimuovere deiezioni, ammoniaca, sporcizia e quindi cattivi odori.

I cibi freschi non consumati vanno rimossi quotidianamente, l’acqua delle vaschette rinnovata quotidianamente, teca e rami rimossi e puliti o sostituiti  ogni settimana.

L’unica parte della teca da rinnovare meno frequentemente è il nido dove in genere riposano (e dove non marcano eccessivamente con urine e feci).

Un buon espediente è quello di spostare in un contenitore (un piccolo fauna box) i ghiri assopiti nel loro nido e procedere alle pulizie necessarie, reinserire i cibi rinnovati e quindi reinserire il nido con i piccoli occupanti.

Nel caso ci sia una cucciolata non ancora svezzata, non bisogna toccare il nido, che deve essere cambiato solo quando i piccoli saranno in grado di nutrirsi da soli.

Si puliranno solo in modo sommario i rami, rimuovendo substrato, sporcizia e cibo avariato.

Una/due volte all’anno è sempre consigliabile una visita veterinaria per monitorare lo stato di salute dei piccoli roditori, in cui valutare masticazione/occlusione, peso, cute, ecc., e prevenire o curare tempestivamente qualsiasi anomalia.

Riproduzione

La riproduzione in cattività è possibile anche per neofiti. La femmina può partorire anche 6 volte all’anno dai 2 ai 6 cuccioli a volta che sono svezzati a 5 settimane di età.

La stagione riproduttiva in genere va dalla primavera all’inizio dell’autunno.

La gestazione dura circa 25-28 giorni. I piccoli nascono con occhi chiusi e nudi, ma a 3 settimane possono già nutrirsi in modo autonomo.

La maturità sessuale avviene a circa 5 mesi di età.

L’identificazione del sesso in questi piccoli roditori può esser molto difficile, soprattutto nei cuccioli/giovani.

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