Malattia molto temuta da tutti gli appassionati di pesci ornamentali, la ittioftiriasi – o ictio o anche malattia dei puntini bianchi – è dovuta a un protozoo.
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La causa della malattia dei puntini bianchi nei pesci
Il protozoo causa dell’ictio è Ichthyophthirius multifiliis, parassita che potenzialmente può infestare tutte le specie di pesci d’acqua dolce e si localizza a livello di cute e branchie.
Alcune specie di pesci sono più vulnerabili. Questa suscettibilità dipende da vari fattori come la genetica, lo stato fisiologico del pesce e le condizioni ambientali.
Tuttavia, le specie infestate più riportate in letteratura sono la trota iridea e la carpa comune.
I pesci senza scaglie come i siluriformes (pesci gatto) o i cobitidi sembrano essere più vulnerabili.
Il ciclo del parassita
Il parassita penetra nella cute del pesce innescando come risposta dell’ospite un nodulo biancastro che può arrivare fino a 1 mm di diametro.
All’interno di questo matura, cresce e lascia poi l’ospite creando delle ulcere cutanee diffuse su tutto il corpo.
Queste lesioni favoriscono l’insorgere di infezioni secondarie batteriche e/o micotiche, con conseguente possibile morte del pesce.
I parassiti in seguito aderiscono a una superficie solida dell’acquario (ad esempio ghiaia, piante, retini) e si incistano per riprodursi.
Rompendo la capsula, ogni singolo protozoo dà origine a 100 a 2.000 nuovi esemplari, ormai liberi di nuotare e infestare entro 48 ore un ospite.
I tempi di durata dell’intero ciclo variano a seconda della temperatura dell’acqua.
Se questa compresa tra 20 e 25 °C, il ciclo si può completare in 1,5 e fino a 7 giorni.
Invece, se la temperatura si attesta sotto i 3 °C o sopra i 30 °C, il ciclo può anche non concludersi.
Comparsa dei puntini bianchi e altri sintomi di ictio nei pesci
L’ictio può sopravvivere all’interno di un acquario in seguito a fasi subcliniche della malattia, dove possono non riscontrarsi segni o sintomi caratteristici.
Generalmente i segni si possono notare dopo 5-10 giorni dall’aggiunta dei pesci nella vasca o dopo un evento stressante.
Oltre a provocare la comparsa di noduli biancastri, la malattia provoca in primo luogo perdita dell’appetito, lieve letargia e opacamento delle scaglie.
Segni e sintomi più tardivi sono grave letargia, prurito, respirazione alterata, infiammazione della cornea, opacità delle pinne, anoressia e decesso.
In genere la mortalità avviene in pochi giorni.
Cosa fare in caso di malattia dei puntini bianchi nei pesci
Per il trattamento di questa patologia è consigliabile farsi consigliare da un Medico veterinario esperto, che indicherà i tempi e i dosaggi delle sostanze generalmente utilizzate (formalina, verde di malachite e solfato di rame) per debellare il parassita.
È consigliabile inoltre isolare le vasche colpite dalla malattia, poiché può essere trasmessa anche tramite aerosol, e ridurre qualsiasi fattore di stress per il pesce.
Durante il trattamento è poi raccomandabile rimuovere filtri, oggetti e piante presenti nell’acquario. L’essicamento, ove possibile, è risultato efficace.
È suggerito altresì sifonare frequentemente il fondo dell’acquario o sostituirlo e aumentare la temperatura dell’acqua di 3 gradi al giorno fino a raggiungere i 26 °C.
Dopo il trattamento, si hanno delle modificazioni del pH.
Di conseguenza sarà necessario controllare lo stato acido-base dell’acqua e le concentrazioni del rame.
Anche altre terapie, come l’aumento o l’abbassamento della salinità o l’utilizzo dei raggi ultravioletti, hanno dimostrato una certa efficacia.
Il monitoraggio continuo e una quarantena di 30 giorni sono utili a ridurre la persistenza del parassita.
Articolo del dr. Dario Reina, Medico veterinario