L’anello stretto alle zampe dei piccoli volatili

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

uccellini
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Gli anelli di metallo che vengono applicati nei primi giorni di vita agli uccelli nati in allevamento servono a identificare i soggetti mediante una serie di numeri e lettere che recano informazioni quali anno di nascita, sigla dell’allevatore, numero di serie di uccelli inanellati nell’allevamento, appartenenza dell’allevatore alla Federazione Ornitologia Italiana, oppure se si tratti di un animale allevato all’estero etc.

Una normale desquamazione e igiene del piede non reca alcun impedimento al movimento dell’anello sulla zampa, ma patologie locali della cute (dermatiti, rogne, edemi), eccessiva desquamazione o secchezza della cute, sporcizia (sabbia, bucce di semi), problemi circolatori, o ferite (anche autoindotte) possono causare un ispessimento della porzione di zampa su cui scorre di solito l’anello e causare gravi danni all’animale.

La zampa al di sotto dell’anello viene costretta sempre di più, le dita del piede si gonfiano e la circolazione sanguigna viene compromessa fino a bloccarsi. Il canarino o il pappagallo provano un intenso dolore (da ischemia) e cominciano a beccarsi l’arto e a non utilizzarlo, fino a non riuscire più a rimanere sul trespolo o sul posatoio. Se non si interviene prontamente la zampa diventerà sempre più gonfia e scura ed andrà in necrosi (morte delle cellule dei vari tessuti come cute, vasi ed ossa) mummificandosi. Il dolore è molto intenso e l’uccellino può morire per lo stress, il dolore, l’assorbimento di tossine dall’arto in degenerazione.

È dunque importante assicurarsi giornalmente che venga eseguita una corretta igiene e pulizia della gabbia e dei posatoi, che il volatile sia in buono stato di salute e, qualora si riscontrassero problemi od anomalie, intervenire prontamente recandosi da un veterinario esperto: i segni clinici più rappresentativi di problemi alle zampe sono una eccessiva squamosità, il rifiuto ad appoggiare l’arto od un beccaggio troppo insistente intorno all’anello. Il veterinario riuscirà agevolmente a togliere l’anellino mediante una piccola fresa o pinza apposita, ma solo se questo ancora scorre lungo la zampa. Nei casi più gravi, quelli nei quali sia già presente ischemia, potrebbe essere necessario dover amputare la zampa, soprattutto se al di sotto dell’anello la grave compressione ha causato già la necrosi completa della cute e in parte dei vasi.

Uccelli di piccole dimensioni come canarini, diamanti ed ondulati possono sopravvivere abbastanza agevolmente anche con un moncherino, sul quale imparano ad appoggiarsi, mentre diverso è il caso di pappagalli o uccelli più grandi (di peso superiore ai 100 gr) che mal si adattano a sopravvivere con una sola zampa e rischiano problemi circolatori o gravi dermatiti da appoggio su quella rimasta.

Cosa fare se non si riesce a trovare immediatamente un veterinario in grado di occuparsi di questa emergenza? Prima di tutto tamponare con una garza umida (meglio se con un lenitivo tipo camomilla) la zampa, cercando di rimuovere il più possibile sporcizia o squame depositate attorno all’anello, massaggiare con delicatezza la zona lesa, applicare impacchi con ghiaccio per ridurre l’edema ed un sottile strato di pomata a base di arnica. La visita in ambulatorio e la terapia non devono essere rimandate oltre, col “fai da te” si rischia di perdere la zampa o la vita stessa dell’animale.

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