Il ritorno del cane Dalmata con il film Disney “Crudelia”

A 60 anni dal primo film di successo torna sul grande schermo la storia de “La carica dei 101” dove però, questa volta, la protagonista è la cattiva Crudelia De Mon.

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cane dalmata
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La prima immagine che mi viene in mente quando penso a “La carica dei 101” è subito un bel cucciolo bianco a pois neri, un cane di razza dalmata!

Credo che chiunque sappia di cosa sto parlando ma in caso contrario ecco un piccolo riassunto: “La carica dei 101” è un film di animazione del 1961 diretto da Wolfgang Reitherman, Hamilton Luske e Clyde Geronimi.

cane dalmata

Considerato uno dei più riusciti della storia Disney di quei tempi e tratto dal romanzo di Dodie Smith, il film narra le vicende della famiglia di Pongo e Peggy (due cani dalmata Ça va sans dire) e dei loro cuccioli, rubati dalla cattiva Crudelia De Mon per fare, con il loro manto, delle sontuose e morbide pellicce.

Non vorrei fare spoiler dopo 60 anni ma ecco il film Disney termina con il classico “vissero tutti felici e contenti” fatta eccezione per Crudelia.

Ed è proprio lei a tornare al cinema in questi giorni con la storia delle sue origini nel film omonimo “Crudelia” di Graig Gillespie lasciando, aggiungerei fortunatamente, un ruolo più marginale alla razza canina da lei tanto bramata.

Il boom della razza come moda

Dico fortunatamente perché questo genere di film scatena spesso il boom della razza sul mercato ed è purtroppo sempre la razza stessa a soffrirne di più.

Era il 1996 quando uscì il film e ogni città si riempì di Dalmata. Successivamente però, si riempirono anche i canili.

L’improvvisa ed esponenziale richiesta di cuccioli di Dalmata creò riproduzioni con esemplari non adatti danneggiando oltretutto la razza per molto tempo.

Tutto iniziò con Lassie che nel 1943 fece impennare le vendite dello Scotch Collie del 40% solo negli USA.

La stessa cosa capitò con gli Akita Inu di “Hachiko”, con il Cavalier King Charles Spaniel di “Lilli e il vagabondo” ma anche con i pesci pagliaccio di “Alla ricerca di Nemo”, i San Bernardo di “Beethoven” e i topi (si, topi) di “Ratatouille”.

Ma veniamo a noi: il cane dalmata

Reso famoso dal film è in realtà un cane ben più antico proveniente dalla Dalmazia. È sia cane segugio che cane da compagnia, il che fa di questo cane una razza molto versatile.

Quali sono le caratteristiche principali del dalmata?

  • è altamente intelligente;
  • super affettuoso e giocherellone;
  • sensibile;
  • evidentemente elegante;
  • energico a non finire;
  • affidabile con i bambini;
  • forte e determinato;

È sempre un cane è bene ricordare che:

  • va addestrato da una mano esperta e paziente, se non viene fatto questo lavoro fin da subito ti ritroverai con un cane indisciplinato e casinista;
  • inoltre si annoia facilmente, ha bisogno d’esser distratto e impegnato in attività variegate per non perdere l’interesse, e tu non dovrai essere più testardo di lui.
  • Il dalmata ama stare in compagnia, umana o canina, se lo lascerai solo a lungo ne soffrirà molto.

cane dalmata 2

Ma tutti i tuoi sforzi ti ripagheranno perché avrai uno dei cani più fedeli che possano esserci.

Non è una tipologia di cane per inesperti, se non ne sarai all’altezza ti renderà la vita un po’ difficile.

La razza Dalmata ha bisogno di sfogare tutta l’energia intrappolata sotto il mantello a pois se non vorrai avere problemi a casa.

Correte, nuotate, fate agility, l’importante è muoversi e stancarsi insieme.

Il cane dalmata nasce completamente bianco

I Dalmata nascono totalmente bianchi (chi ha visto il cartone lo saprà già), le macchie compariranno infatti dalla seconda settimana di vita.

Il pelo raso non necessita di particolari cure, una passata di spazzola per rimuovere il pelo morto (anche più d’una perché ne perde molto) ed è bello come prima.

Attenzione però perché non ha sottopelo quindi evita di esporlo a temperature estreme sia esse calde o fredde.

Vive in media 11 anni

Il Dalmata è un cane robusto e sano, vive in media 11 anni anche se è predisposto ad alcune patologie come:

Articolo redatto da Francesca Taccone.

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