Il passero del Giappone: allevamento e alimentazione

Il passero del Giappone è una specie domestica, che non esiste in natura. Vediamo quali sono le sue caratteristiche e la sua alimentazione.

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A cura di: Dott.ssa Elena Ghelfi

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Il passero del Giappone è una specie domestica, in Natura non esiste un corrispettivo selvatico.

Nel XVIII secolo furono ottenuti incroci a partire dal comune passero striato giapponese (Lonchura striata).

Ibridando diverse specie affini di Lonchura striata (subsquamicollis e swinhoe) e probabilmente altri piccoli passeriformi presenti nelle stesse aree geografiche si ottenne questo poco appariscente uccellino dalle grandi potenzialità.

I primi esemplari di questa nuova specie (Lonchura striata domestica) furono introdotti in Europa nel 1860 come uccelli da gabbia o voliera.

Questi piccoli estrildidi rustici, ben adattabili, facilmente addomesticabili, trovarono da subito un buon gruppo di estimatori.

Caratteristiche del passero del Giappone: impariamo a riconoscerlo

Il corpo è minuto, misura infatti 12 cm, affusolato.

La colorazione più nota è marrone scuro su capo, ali e schiena, mentre il petto presenta una tonalità di marrone più tenue.

Il ventre in genere è bianco con disegni a chicco di riso sui margini delle piume.

Il becco è grosso, robusto, in genere grigio-nero. Negli anni sono state ottenute diverse mutazioni: crema, nero-bruno, perla, rosso-bruno, bianco e pezzato.

Sono stati selezionati anche soggetti a piumaggio riccio e con ciuffo.

I passeri del Giappone sono mediamente longevi (5-7 anni), anche se alcuni soggetti ben alimentati e mantenuti e con una buona base genetica possono raggiungere anche gli 8-10 anni di età.

Sessaggio e riproduzione del passero del Giappone

Non è possibile riconosce i sessi dalla semplice osservazione del piumaggio, pressoché identico nei due soggetti.

È quindi possibile identificare la coppia solo al momento della maturazione sessuale, quando il maschio inizia i corteggiamenti con il canto e la femmina si mostra ricettiva allargando le piume di petto e coda.

Ma attenzione: sia maschio che femmina costruiscono il nido e talvolta un maschio corteggia e simula l’accoppiamento con un altro maschio solo per dimostrare la sua dominanza.

Per formare una coppia ci si deve dunque armare di tanta pazienza e osservazione.

Nel caso è possibile far eseguire un test genetico da alcune piume dell’addome, raccolte con cura, indossando guanti per evitare contaminazioni del DNA.

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Alimentazione del passero del Giappone

Questi minuti ma vivaci uccellini si nutrono essenzialmente di semi (per piccoli esotici o cocorite), spighe di panico, insalata (meglio tagliarla a striscioline) e qualche erba di prato (centocchio, tarassaco, ecc.).

È possibile inserire nella dieta in modo occasionale anche frutta di stagione.

Grit e osso di seppia devono essere lasciati a loro disposizione.

Nel periodo delle cove e dell’allevamento dei piccoli può essere utile fornire un pastoncino all’uovo.

L’acqua fresca e pulita deve essere sempre a disposizione.

Questi piccoli uccelli bevono infatti ogni giorno; per non rischiare problemi di disidratazione, dunque non basta l’acqua contenuta nei vegetali.

Dove ospitare i passeri del Giappone

Il passero del Giappone è molto attivo e vivace, necessita di spazio per potersi muovere, volare, interagire con gli altri abitanti della volieretta.

Il suo alloggio deve contenere mangiatoie, abbeveratoi, una vaschetta per il bagno, il nido e ovviamente posatoi adeguati.

La volieretta o gabbia devono essere collocate in una zona tranquilla e riparata da correnti d’aria, in una stanza in cui si assicurata una temperatura confortevole (non meno di 15° C, non superiore ai 25-26° C).

Questi piccoli uccelli riescono ad adattarsi bene alla convivenza con altre specie di estrildidi egualmente socievoli e tranquilli.

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