Gatto e viaggio in macchina: quali regole per un viaggio meno stressante?

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gatto e viaggio in macchina
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Gatto e viaggio in macchina: un binomio a volte difficile perché può provocare disagio nell’animale.

Indubbiamente l’estate rappresenta un momento particolare nella vita del gatto: le vacanze, gli ectoparassiti, le patologie dermatologiche, oftalmiche e oncologiche, e infine le emergenze chirurgiche sono solo alcune delle insidie che possono minacciare il felino domestico in estate. Il viaggio in auto per il gatto risulta sicuramente una delle problematiche più frequenti.

IL GATTO E IL VIAGGIO IN MACCHINA

Durante il trasporto possiamo assistere a manifestazioni di stress quali vocalizzazioni, aumento della salivazione, tremori o altri sintomi di malessere. Questi segnali possono essere legati a una condizione di paura o a problemi fisici come la cinetosi. Il gatto dovrebbe essere mantenuto all’interno del trasportino che dovrà essere considerato dall’animale un ambiente gradevole e sicuro; non dovrà quindi essere associato ad esperienze negative ed essere visto come un contenitore utilizzato per recarsi esclusivamente dal veterinario o in altri luoghi poco piacevoli.

La “fiducia” verso il trasportino va creata con il tempo, lasciandolo a disposizione anche a casa, in modo che il gatto possa entrare e uscire a suo piacimento e possa considerarlo un luogo sicuro. Al suo interno si potranno inserire alcuni suoi oggetti per favorire il rilassamento e l’ambientazione.

Può essere utile nebulizzare al suo interno dei feromoni, come ad esempio un analogo della frazione F3 dei feromoni facciali del gatto, purché questa operazione venga compiuta almeno qualche minuto prima di introdurvi il gatto. Sarebbe anche vantaggioso coprire il contenitore in modo che l’animale percepisca meno il movimento e l’ambiente circostante. Per diminuire lo stress e la paura può essere di beneficio l’utilizzo di nutraceutici che riducono lo stato ansioso.

La somministrazione di sedativi potrebbe non essere efficace, poiché, nonostante la calma indotta nell’animale, questo continuerà comunque a percepire gli stimoli circostanti, ma in maniera alterata.

FONTE: La Settimana Veterinaria

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