Il gatto di razza e il libro genealogico in Italia e Europa

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A cura di: Dott.ssa Laura Settimo

gatto di razza
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Il concetto di gatto di razza appartiene al campo d’interesse della Zootecnia mentre il concetto generico di razza risulta completamente estraneo alla biologia vera e propria.

Nel mondo della biologia gli organismi animali e vegetali vengono identificati con la nota nomenclatura binomiale linneana fino al livello di Specie. Al di sotto della specie la Biologia non riconosce ulteriori nomenclature che siano universalmente accettate dagli addetti ai lavori.

Per quanto riguarda gli animali, per identificare gruppi di soggetti morfologicamente simili all’interno di una stessa specie, si utilizzano i termini sottospecie, varietà, forma e, appunto, razza, soprattutto nel campo degli animali che sono stati oggetto di domesticazione e quelli da reddito e/o d’affezione dei quali s’interessa la Zootecnia.

gatto di razza 2

Seguendo le impostazioni di Carlo Linneo, l’appartenenza di un organismo a una determinata specie fu per lungo tempo stabilita sulla base di criteri morfologici. Solo nel XX secolo, grazie agli studi del biologo Ernst Mayr che si è dedicato con passione al campo della Speciazione, si è diffusa, in particolare nel campo della Zoologia, la definizione tassonomica di Specie come insieme degli individui che, accoppiandosi in condizioni naturali, generano prole feconda.

Negli ultimi anni, i progressi nel settore della genetica hanno consentito di rivedere, sulla base dell’analisi del DNA, la classificazione tassonomica di molti esseri viventi e questo processo è tuttora in corso.

IL CONCETTO DI RAZZA NELLA ZOOTECNIA

Il concetto di razza è dunque estraneo al campo d’interesse della Biologia Generale ma è fondamentale in Zootecnia. Il gatto, classificato come Felis catus, in natura si presenta prevalentemente con pelo corto e mantello tigrato nero su una base beige/sabbia mentre, nei soggetti appartenenti alle razze selezionate, l’uomo ha introdotto un’amplissima varietà di colori, disegni e modificazioni somatiche che spaziano dallo snello Siamese dal pelo cortissimo al compatto Persiano dalla lunga pelliccia.

IL GATTO DI RAZZA

L’interesse dell’uomo per il gatto si perde nei meandri della Storia. Le tracce archeologiche più antiche pare siano quelle rinvenute nell’isola di Cipro e sono risalenti a circa 10.000 anni fa.

Con il progredire della civiltà e del benessere il gatto, da iniziale cacciatore di topi, si è ritagliato un nuovo ruolo di animale da compagnia e in Egitto fu addirittura divinizzato.

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Gli appassionati gattofili hanno iniziato a favorire la riproduzione dei soggetti ritenuti migliori sotto l’aspetto dell’estetica o del temperamento, gettando le basi per la creazione di alcuni gruppi di individui che fossero facilmente riconoscibili per una o più caratteristiche fisiche come il colore della pelliccia, la sua lunghezza, la distribuzione delle pezzature cromatiche, il colore degli occhi, e via dicendo, creando così, di fatto, le prime razze di gatti.

La nazione-culla dell’allevamento felino è il Regno Unito, Paese in cui ancora oggi il gatto gode di una grandissima popolarità. Qui nacque nel 1824 e visse colui che viene definito The Father of the Cat Fancy ovvero il Padre della Gattofilia, Harrison William Weir, che morì nel 1906 dopo una vita dedicata all’arte e ai gatti.

Nel luglio del 1871 Weir organizzò la prima Esposizione Felina al Crystal Palace di Londra; nel 1887 fondò il National Cat Club, di cui fu Presidente e Giudice, adoperandosi per diffondere tra i suoi compatrioti la conoscenza e l’amore per il gatto.

Nel 1889 scrisse il primo libro sul gatto di razza: Our Cats and All About Them in cui erano descritte e illustrate le varietà di gatti allora più comuni; varietà che portano il nome di alcune delle razze ancor oggi esistenti ma che esteticamente ne sono spesso ormai molto lontane.

IL GATTO DI RAZZA IN ITALIA

Ai sensi di Legge, in Italia, è definito animale di razza ogni soggetto d’allevamento di specie contemplata nell’allegato II del trattato costitutivo dell’UE che sia iscritto o registrato in un Registro o Libro Genealogico tenuto da un’organizzazione, ente pubblico o associazione riconosciuta e autorizzata dalle autorità competenti in materia. I Libri Genealogici e i Registri Anagrafici italiani sono istituiti, previa approvazione del Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, dalle associazioni di allevatori di specie o di razza aventi personalità giuridica e rispondenti a una serie di criteri stabiliti dal MIPAAF stesso.

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