Disturbi alimentari e animali domestici: perché rivolgersi al veterinario?

Gli animali dovrebbero mangiare sempre nello stesso posto, ed è utile seguire un rituale ben preciso così da evitargli stress. Il cibo è una risorsa importante e gioca sempre un ruolo principe in tutte le relazioni.

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disturbi alimentari
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Perché chiedere la consulenza al medico veterinario comportamentalista? È importante effettuare rivolgersi al medico veterinario comportamentalista tutte le volte in cui sono presenti disturbi alimentari in un animale domestico.

Durante la visita comportamentale vengono presi in esame molti fattori tra cui quelli inerenti il comportamento alimentare del pet: il numero dei pasti al dì, l’ora di distribuzione dei pasti e il modo in cui vengono somministrati.

Durante la visita comportamentale, il medico veterinario prenderà in considerazione ogni aspetto della vita del pet, senza trascurare alcun minimo dettaglio.

Anche per problemi di tipo alimentare, alla visita comportamentale dovrebbero essere presenti tutti i membri della famiglia per consentire al medico veterinario comportamentalista di valutare più facilmente le dinamiche relazionali.

Per risolvere i disturbi alimentari è fondamentale valutare l’ambiente in cui vive il pet

Sarà sempre necessario valutare attentamente l’ambiente e il nucleo familiare in cui vive il pet per capire quale sia l’eziologia del disagio psico-fisico che sta vivendo il pet e risalire alla causa del disturbo alimentare in modo da risolverla.

Il cibo è una risorsa che ha un ruolo rilevante per il pet e talora la mancanza di regole può essere determinante per il suo equilibrio psico-fisico.

Valutare attentamente il momento in cui viene somministrato il pasto, eventualmente avvalendosi anche di una registrazione, è utile per capire il tipo di relazione esistente tra il pet e il proprietario.

Una volta individuato che cosa sia stato a scaturire il disturbo alimentare, il terapeuta dovrà intervenire utilizzando le strategie più adeguate.

Perché ciò sia possibile, sarà necessario stabilire con il proprietario del paziente un’alleanza terapeutica.

A volte, è la cattiva relazione tra il pet e il suo proprietario ad essere il fattore scatenante di un disturbo alimentare.

FONTE: LaSettimanaVeterinaria

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