Dietetica legata all’invecchiamento nel gatto

Grazie a cure più mirate e a una migliore alimentazione, i gatti raggiungono sempre più spesso un’età avanzata. Si ritiene che, in media, la speranza di vita di un gatto sia di circa 14-16 anni.

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invecchiamento nel gatto
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L’invecchiamento nel gatto è un processo graduale che inizia intorno ai 7 anni di età, con alcuni gatti che mostrano segni di invecchiamento precoce e altri che rimangono attivi e vigili fino a tarda età. Un gatto viene considerato “senior” a partire dal 10° anno di vita e “geriatrico” a 14 anni d’età.

Questi animali hanno necessità particolari, in termini sia di medicina preventiva, sia di individuazione di eventuali patologie.

Nel gatto anziano un’alimentazione industriale integrata con una miscela di antiossidanti, prebiotici e acidi grassi polinsaturi, sembra aumentare la speranza di vita.

È ormai accertato che i microrganismi presenti nel tubo digerente, interagiscono con il sistema immunitario dell’ospite.

L’assunzione di antibiotici, le allergie alimentari, le malattie infiammatorie intestinali sono tutti fattori che alterano l’equilibrio della flora batterica intestinale.

La composizione della microflora intestinale può essere modificata introducendo nell’alimentazione nuove fonti di fibra.

I prebiotici

I prebiotici sono carboidrati resistenti alla digestione enzimatica nel tratto gastroenterico.

Sono fermentati e metabolizzati dai microrganismi della flora nel piccolo intestino e nel colon.

In questo modo la microflora cambia in composizione e si evolve in una più salutare dell’organismo.

I prebiotici, per i quali si dispongono dati sufficienti per classificarli come tali, sono inulina, oligofruttosio e frutto-oligosaccaridi di sintesi.

L’inulina e l’oligofruttosio, impiegati nella nutrizione animale, derivano dalle radici della cicoria e data la composizione molecolare non vengono idrolizzati dagli enzimi intestinali.

Per questo sono classificati come carboidrati non digeribili, come fibra alimentare.

Incrementando la massa fecale e il contenuto in acqua della stessa, queste sostanze migliorano l’ambiente intestinale.

Hanno però caratteristiche diverse dalle altre fibre alimentari:

• sono rapidamente fermentati nel colon con una produzione di acidi grassi a catena corta maggiore rispetto alla fibra insolubile (cellulosa);

• essi hanno dimostrato di favorire la crescita dei bifidobatteri nell’intestino, in particolare nel colon, complesso ecosistema con 400 tipi diversi di batteri di varia natura.

Alcuni di questi batteri, infatti, presentano effetti dannosi per la produzione di tossine e sostanze cancerogene.

Altri hanno invece effetti benefici per la salute dell’organismo, come lattobacilli e bifidobatteri.

I probiotici

Inoltre, l’assunzione di acqua associata a una dieta contenente moderate quantità di fibra insolubile che aumenta la motilità intestinale, fibra solubile con pectine e oligosaccaridi indigeribili importanti per lo sviluppo della microflora benefica e infine i probiotici, prevengono la costipazione intestinale del soggetto anziano.

I probiotici sono microrganismi fermamente adesi alla mucosa intestinale che rinforzano le difese quando sono indebolite, mantengono l’immuno-sorveglianza nei soggetti in normali condizioni di salute e modulano la risposta immunitaria evitando un’esacerbazione dei sintomi in caso di allergie alimentari.

Enterococchi, lactobacilli e bifidobatteri supportano la crescita dei batteri benefici per l’organismo e antagonizzano la colonizzazione del tratto gastroenterico da parte dei patogeni dannosi: essi producono infatti gli acidi grassi a catena corta, acido lattico e acetico, che abbassano il pH nel tratto gastroenterico e nutrono gli enterociti; sintetizzano batteriochine e perossidi che inibiscono la crescita dei patogeni e occupano i siti di adesione (esclusione competitiva).

Nel soggetto anziano è consigliabile la pesatura e la valutazione dello stato nutrizionale almeno due volte l’anno. Eventuali differenze di peso superiori al 10% o una diminuzione della massa muscolare, dovrebbero sempre allertare il medico.

L’apporto proteico

La limitazione sistematica dell’apporto proteico è un errore in quanto è fondamentale mantenere una massa muscolare adeguata.

Un adeguato tenore proteico della dieta è importante per minimizzare la perdita di tessuti magri e la ridotta efficienza del sistema immunitario conseguenti all’invecchiamento nel gatto.

Gli animali anziani devono ricevere un quantitativo idoneo di proteine di elevata qualità per avere aminoacidi essenziali necessari al mantenimento e per ridurre al minimo la perdita dei tessuti magri.

Se l’animale è in buone condizioni di salute e non necessita di un’alimentazione dietetica specifica, la razione può essere semplicemente adattata al peso e al livello d’attività.

Con uno stile di vita più sedentario, questi gatti tendono a ingrassare e, di conseguenza, può essere indicato un ridotto apporto di calorie.

In genere, in età avanzata, gli animali tendono a perdere peso e massa muscolare: in tali circostanze, si consiglia una razione ricca d’energia, contenente una sufficiente quantità di proteine.

È bene sottolineare che un’alimentazione povera di proteine non riduce il rischio di insorgenza di un’insufficienza renale ed è indicata solo quando l’insufficienza renale è già presente.

In presenza di una normale funzionalità renale, si consiglia di somministrare all’animale anziano una dieta contenente proteine di ottima qualità in quantità non inferiori o addirittura leggermente superiori a quelle previste per il mantenimento di un animale adulto.

Gli additivi alimentari, come gli acidi grassi omega-3 e omega-6, gli antiossidanti e i prebiotici, avrebbero un effetto quindi molto positivo sulla salute e la durata di vita dei gatti anziani.

Profilassi sanitaria

L’efficienza del sistema immunitario declina con l’età.

È fondamentale che i gatti anziani continuino ad essere regolarmente vaccinati (almeno panleucopenia, herpesvirus e calicivirus), anche se vivono in appartamento o escono raramente.

La vaccinazione contro la leucosi felina è raccomandata per gli animali che hanno contatti con loro simili all’esterno o che vivono con altri gatti non testati per il virus FeLV.

È necessaria anche vermifugazione regolare, con un prodotto antiparassitario attivo verso i vermi tondi e piatti.

Se l’animale ha una vita sedentaria e non caccia, è possibile aumentare l’intervallo tra una somministrazione e l’altra.

Considerato che, nei gatti anziani, alcune patologie sono più frequenti, si deve suggerire di sottoporre questi animali a controlli regolari, al fine di individuare precocemente determinate malattie e proporre gli esami complementari e i trattamenti più indicati.

Ad esempio, una corretta gestione alimentare dell’animale anziano con ridotta funzionalità cardiaca prevede non solo il controllo del peso corporeo per evitare condizioni di obesità ma la somministrazione di una dieta con scarso contenuto di sodio (< 0,24 mg/100 g; per ridurre la ritenzione idrica) e integrazione con carnitina, taurina, vitamina E.

Spesso i proprietari non riescono a riconoscere i primi segni di malattia in quanto i sintomi sono spesso lievi, evolvono gradualmente e, in alcuni casi, a torto, sono attribuiti all’età dell’animale.

Quindi, è importante raccomandare a questi ultimi di osservare attentamente il loro animale, prestare attenzione ai sintomi delle malattie più frequenti, venire al consulto più frequentemente per i controlli di routine ogni 6 mesi per i gatti senior e ogni 3 mesi per quelli geriatrici, annotando anche mensilmente il peso del gatto.

I gatti geriatrici tendono a perdere peso e massa muscolare. Questo fenomeno può far parte nel normale processo di invecchiamento nel gatto o rappresentare il sintomo di una patologia, come l’insufficienza renale e l’ipertiroidismo.

È inoltre essenziale far capire ai proprietari che le malattie diagnosticate precocemente possono essere spesso curate con maggior efficacia.

Invecchiamento nel gatto e malattie

I gatti anziani sono predisposti a tumori, ipertensione arteriosa sistemica (primaria o secondaria a IRC o ipertiroidismo), problemi di vista o di udito, disfunzione cognitiva (che si manifesta con disturbi del sonno, disorientamento, scarsa pulizia, ecc.) e infezioni urinarie batteriche. Queste ultime, nei gatti con meno di 10 anni, sono rare.

È importante considerare come oggi gli alimenti industriali “senior” presenti sul mercato, possano essere molto diversi in base al contenuto energetico, in proteine e minerali: la densità energetica può presentare una differenza del 25-30% tra l’alimento più e meno calorico.

Lo stesso vale per l’apporto di proteine e fosforo. Queste differenze possono generare confusione ed è importante per il clinico prescrivere un alimento senior previa considerazione delle condizioni cliniche e fabbisogni del soggetto.

Il veterinario deve informare e sensibilizzare i proprietari dei gatti in caso di patologie legate all’età.

La prevenzione e l’individuazione precoce delle malattie sono infatti fondamentali per garantire il benessere e una buona qualità di vita di questi animali.

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