I serpenti hanno un’anatomia del tutto simile a quella degli altri vertebrati; la loro principale peculiarità è la caratteristica assenza totale di arti.
Il corpo dei serpenti è caratteristicamente ricoperto di squame mentre il ventre è sempre appiattito e rivestito di scaglie singole e lisce.
I serpenti non possiedono palpebre per la protezione dell’occhio, bensì una singola squama trasparente (occhiale), che viene regolarmente rinnovata con la muta.
La crescita avviene mediante ecdisi (muta).
L’ecdisi non è stagionale e dipende da diversi fattori, come la specie, l’età e la temperatura esterna; la frequenza con cui avviene può variare da una volta alla settimana a due volte all’anno e, in cattività, gli intervalli possono essere anche più lunghi.
Le mute avvengono per tutto l’arco della vita del serpente e non provocano alcun mutamento dell’aspetto.
La locomozione avviene con movimenti ondulatori sul piano orizzontale (laterali, a fisarmonica e rettilinei), che si propagano dalla testa alla coda grazie alle contrazioni muscolari.
Mantenimento e alimentazione dei serpenti
I serpenti che vivono in cattività, in genere, provengono da determinate regioni tropicali o da zone caratterizzate da un clima caldo e necessitano di teche o terrari di dimensioni adeguate.
In linea generale, per determinare le misure del terrario, occorre tenere presente che la teca deve avere una lunghezza almeno uguale a quella dell’animale e una larghezza pari alla metà.
Le condizioni ideali di mantenimento per un serpente si determinano in base al luogo di provenienza, ma in genere è possibile fissare una temperatura media all’interno della teca di 27-30 °C, creando una zona più fresca (24-26 °C) e una più calda (32-34 °C).
Durante le ore notturne, la temperatura dovrebbe essere mantenuta tra i 20 e i 26 °C, sempre rispettando le caratteristiche proprie di ciascuna specie.
Per mantenere le temperature a livelli idonei, sono disponibili diversi tipi di riscaldatori.
È fondamentale isolare qualsiasi fonte di calore, per evitare che gli animali, per contatto, possano riportare ustioni.
L’umidità all’interno del terrario deve essere compresa tra il 50 e l’80%, sempre in funzione del luogo di provenienza del serpente.
Come substrato, è possibile utilizzare la carta di giornale, i tappeti erbosi di plastica oppure vari tipi di cortecce, facilmente reperibili in commercio, ma è opportuno evitare il pino e il cedro, in quanto potrebbero risultare irritanti.
Il substrato deve essere sempre ben pulito per evitare la proliferazione di muffe, parassiti o batteri.
I serpenti sono carnivori e si nutrono di prede adeguate alle loro dimensioni: topi, ratti, cavie, conigli, pesci, anfibi, rettili o volatili.
Come principio generale, questi animali dovrebbero cibarsi di prede vive ma, per evitare eventuali danni al serpente, è meglio somministrare prede appena morte.
Qualora si volessero usare prede surgelate, è necessario somministrare integratori per rettili a base di vitamine.
La frequenza del pasto varia in base all’età e alla specie d’appartenenza: da una volta alla settimana fino a una volta ogni due o tre mesi.
È necessario lasciare a disposizione un contenitore d’acqua sufficientemente grande in modo che il serpente possa immergersi.