Il ruolo degli animali nell’antica civiltà dell’India

Il bovino era armonicamente integrato nell'attività agricola, come fonte di forza motrice nella lavorazione dei terreni, nel trasporto dei prodotti agricoli ma anche nella trebbiatura.

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India
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In India, l’Induismo considera la vacca un animale sacro e vieta agli indù la macellazione dei bovini e l’assunzione della loro carne.

Generalmente si attribuisce la sacralità della vacca al suo ruolo nella cultura veda e al diffuso principi della non violenza.

Nella realtà concreta l’importanza del bovino sarebbe legata al valore delle sue produzioni (latte, formaggio etc.) nonché al suo valore di simbolo nel contrasto al Buddismo e all’Islam.

Il rispetto millenario per la vacca ha avuto come esito che, oggi, in India, sul 3% della superficie della terra, vivano circa 237 milioni di bovini.

Alcuni studiosi hanno proposto un fondamento ecologico per spiegare le origini della sacralizzazione della vacca in India; quei bovini e uomo da sempre coesistono simbioticamente, dato che bue e vacca forniscono servizi cruciali per la popolazione rurale: energia motrice e prodotti lattieri e una notevole quantità di letame, impiegato come fertilizzante, come materiale da costruzione e, una volta essiccato, anche come combustibile.

Il goshala è un ricovero animale che funziona da rifugio per i bovini vecchi; molti goshala funzionano ancora oggi come piccole unità per la produzione di latte, e sono tuttora sussidiati da istituzioni caritative/assistenziali nell’ambito del programma indù per senza casa e nello spirito della non violenza.

Il Mahatma Gandhi giocò un ruolo essenziale nel promuovere con la non violenza l’indipendenza dell’India e spiegava così la sacralità della vacca in India: “La real essenza dell’induismo sta nella protezione della vacca, personificazione del mondo pre-umano, fonte di ricchezza, base dell’agricoltura, madre del popolo”.

FONTE: Praxis Veterinaria

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