Reati contro gli animali: nel 2022 venticinque nuovi casi al giorno

La criminalità organizzata impatta su molteplici attività e tra queste primeggiano i reati contro gli animali, come ha analizzato la LAV nel suo Rapporto Zoomafia 2023.

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Ci sono tanti modi in cui si estrinsecano i reati contro gli animali, su questi fa luce il nuovo Rapporto Zoomafia della LAV, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia, e giunto alla sua ventiquattresima edizione.

Il report, recentemente presentato, analizza nel dettaglio lo sfruttamento criminale di animali avvenuto nel corso del 2022.

L’origine delle informazioni sui reati contro gli animali

I dati sui provvedimenti penali sono stati ottenuti dalle informazioni fornite da 109 Procure Ordinarie su 140 (78% del totale) e 25 Procure presso i Tribunali per i Minorenni su 29 (86% del totale), per una copertura media di circa l’80% di tutte le Procure italiane.

Fonti dei dati anche il Comando Carabinieri Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, il Comando Generale della Guardia di Finanza e il Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera.

I numeri dei Procedimenti penali per reati contro gli animali

L’analisi delle risposte ha permesso di stabilire che, nel 2022 sono stati aperti circa 25 fascicoli al giorno, uno ogni 58 minuti (26 fascicoli al giorno nel 2021), con circa 13 indagati al giorno (14 nel 2021), uno ogni 110 minuti, per reati contro gli animali.

In media, si registra a livello nazionale un tasso di 14,9 procedimenti e di 7,7 indagati ogni 100.000 abitanti.

Procedimenti penali avviati nel 2022 per reati a carico degli animali
Uccisione di animali (art. 544bis c.p.): 2.676 procedimenti (394 noti e 2.282 ignoti)
Maltrattamento di animali (art. 544ter c.p.): 2.259 procedimenti (1.120 noti e 1139 a carico di ignoti)
Abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura (art. 727 c.p.): 1.238 procedimenti (757 noti e 481 a carico di ignoti)
Reati venatori (art. 30 L. 157/92) e traffico illecito di animali da compagnia (art. 4 L. 201/10): 1.014 procedimenti (noti 748 e 266 a carico di ignoti)
Combattimenti e competizioni non autorizzate tra animali (art. 544quinquies c.p.): 23 procedimenti (18 noti e 5 ignoti). La maggioranza degli indagati riguarda l’organizzazione di corse clandestine di cavalli
Uccisione di animali altrui (art. 638 c.p.): 258 procedimenti (71 noti e 187 a carico di ignoti)
Traffico di cuccioli (art. 4 L. 201/10): 32 procedimenti (28 noti e 4 a carico di ignoti)
Spettacoli e manifestazioni vietati (art. 544quater c.p.): 10 procedimenti (6 noti e 4 ignoti)

I primati negativi

La Procura di Brescia mantiene il primato per numero di procedimenti iscritti per reati contro gli animali, soprattutto per reati venatori o contro fauna selvatica (la Provincia di Brescia è quella in cui il bracconaggio è più diffuso).

All’altro capo della “classifica”, le Procure di Fermo e di Savona, che sono attualmente quelle con il minor numero di procedimenti per reati contro gli animali.

In generale, il reato più contestato è stato quello di “Uccisione di animali”, seguito da quello di “Maltrattamento di animali” (vedere riquadro).

Tuttavia, si segnala che le denunce per uccisione di animale sono per più di tre quarti del totale a carico di ignoti.

Animali e scommesse

Il reato di combattimento tra animali ha portato tra il 1998 e il 2022 al sequestro di 1.348 cani e 120 galli da combattimento.

Al riguardo si segnano anche alcuni reati correlati, come la violazione di domicilio, il furto di energia elettrica, invasione di terreni e ricettazione di animali.

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Molti gruppi criminali utilizzano Internet per fissare incontri, organizzare i combattimenti, pattuire scommesse, comprare e vendere cani.

Inoltre, non si può tacere il fatto che in alcuni casi di combattimenti interrotti in flagranza assistevano al compimento del reato anche minorenni.

Le gare clandestine di cavalli ormai non sono più giudicate come atti di microcriminalità.

È emerso, da esiti giudiziari e analisi investigative, che sono inserite in un circuito delinquenziale più ampio e si attestano tra le prime emergenze dei crimini zoomafiosi.

Questo non solo per le varie forme di maltrattamento che subiscono gli animali, ma anche perché è il settore più a rischio infiltrazioni criminalità organizzata.

Nel 2022 sono stati registrati 6 interventi delle Forze dell’ordine, 6 corse clandestine denunciate, 54 persone denunciate, 5 cavalli sequestrati.

In 25 anni, da quando si è iniziato a raccogliere i dati per il Rapporto Zoomafia, ovvero dal 1998 al 2022 compreso, sono state denunciate 4.223 persone, 1.389 cavalli sequestrati e 155 corse e gare clandestine bloccate o denunciate.

Purtroppo, nemmeno le gare ufficiali sono scevre da irregolarità imputabili a veri e propri reati, principalmente il doping, per il quale sono stati trovati positivi 48 cavalli nel corso del 2022.

Cuccioli e canili nell’illegalità

Il traffico dei cuccioli di cani e gatti dai Paesi dell’Est si conferma uno dei business illegali più redditizi.

Questo commercio illegale, oltre a provocare sofferenza a migliaia di animali, ha anche risvolti fiscali, dato che molto spesso sono messi in atto meccanismi per aggirare le normative in materia di IVA.

Le cifre coinvolte in questo traffico sono impressionanti: dal 2010 (da quando in vigore la legge contro la tratta dei cuccioli) al 2022 compreso sono stati sequestrati 7.230 cani e 92 gatti, per un valore complessivo di circa 5.857.000 euro.

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Nel solo 2022 i cani sequestrati sono stati 215 e le persone denunciate 30.

Relativamente a canili e allevamenti, nel 2022 i canili sequestrati sono stati solo 3 (in cui erano rinchiusi 390 cani), mentre 5 gli allevamenti.

Dal 2004 al 2022 compreso i canili sequestrati sono stati 82, con 9.603 cani e 200 gatti, e 103 le persone denunciate.

La LAV indica che questi dati sono stimati per difetto, poiché le illegalità in tale settore sono molto più diffuse.

Fauna selvatica: il triste primato dell’Italia

Anche la fauna selvatica non è risparmiata dagli ecoreati: bracconaggio e vendite illegali sono infatti molto frequenti.

Con circa 5 milioni di uccelli vittime del bracconaggio ogni anno (dati Lipu), il Rapporto segnala che “L’Italia è al secondo posto, dopo l’Egitto, per numero di uccelli catturati e uccisi”, soprattutto per essere mangiati e per la ristorazione abusiva.

A ciò si aggiunge l’abbattimento di rapaci considerati “nocivi” o per alimentare illegalmente il commercio di reperti tassonomici.

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Il contrabbando della fauna selvatica si estrinseca anche nella commercializzazione illegale di animali vivi.

Questo traffico sfrutta soprattutto canali via Internet ed è molto difficile da controllare, nonostante esista dal 2017 un Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro uccelli selvatici.

Zoomafia e violenza

La relazione infine ricorda come il tema della violenza nei riguardi degli animali sia collegato a quello della violenza verso gli esseri umani e dei comportamenti antisociali.

In particolare “la cultura in cui si sviluppano forme di violenza contro gli animali, in particolare la zoomafia, ha come riferimento un modello di vita basato sulla prevaricazione, l’aggressività sistematica, il disprezzo per le ragioni altrui”.

In questa “cultura” sono spesso coinvolti bambini e adolescenti, a cui è inculcato uno stile di vita basato sulla violenza, con una desensibilizzazione all’empatia e al dolore emotivo (ad esempio facendoli assistere ai combattimenti tra animali o facendo loro infliggere sofferenze agli animali).

Ciò non può che generare adulti aggressivi e antisociali.

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