
Il gatto di razza Burmese si distingue per la sua unicità nella genetica del colore, la tessitura serica del mantello brillante come il raso e gli occhi espressivi giallo oro.
Scopriamo di più su questo felino americano allevato negli Stati Uniti, ma con antenati cresciuti nei monasteri buddhisti di Mandalay in Birmania.
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Origine e storia del gatto Burmese
In Myanmar o Birmania la leggenda narra che i gatti di questa razza fossero considerati sacri e celebrati nei templi e nei monasteri.
Tutte le fonti concordano sul fatto che la madre fondatrice della razza birmana fosse Wong Mau una femmina burmese che fu importata nel 1930 dalla capitale della Birmania, Rangoon, negli Stati Uniti da un marinaio e donata al dottor Joseph G. Thompson di San Francisco.
Wong Mau era presumibilmente marrone noce con punte più scure, con un corpo più compatto e una coda più corta di un Siamese.
Il suo aspetto unico ha portato il dott. Thompson a impegnarsi in un programma di allevamento, Wong Mau fu incrociata con un maschio di razza Siamese seal point, chiamato Tai Mau, dando origine ai primi esemplari, alcuni siamesi, alcuni ibridi.
La prole marrone più scura divenne la base della razza Burmese.
Il Governing Council of the Cat Fancy, che stabilisce gli standard per i gatti nel Regno Unito, ha riconosciuto il Burmese nel 1952.
I successivi accoppiamenti selezionarono il pelo bruno del Burmese che fu riconosciuto nel 1953 grazie alla Burmese Cat Society of America.
Nello stesso periodo si diffusero in Europa, soprattutto in Inghilterra.
L’International Cat Association ha riconosciuto la razza nel 1979.
Aspetto del Burnese
È un gatto di taglia media con un peso variabile tra i 3 e i 6 kg nei maschi, elegante, diverso dal Siamese e senza la compattezza, “cobbiness”, del British shorthair.
La forma della testa è a cuneo corto, largo agli zigomi che termina assottigliandosi in un muso smussato.
Il cranio è ampio e arrotondato con una buona larghezza tra le orecchie.
Di profilo, l’arcata sopraciliare è leggermente arrotondata, mentre la punta del naso e il mento formano una linea verticale.
Presenta un’interruzione netta alla base del naso e le guance sono larghe all’articolazione.
Di profilo il mento evidenzia una mascella inferiore forte.
Le orecchie sono larghe alla base, piazzate ben distanti e con punte appena arrotondate.
Gli occhi sono grandi e ben distanti: la linea superiore è dritta, ma curva delicatamente verso il naso, mentre la linea inferiore dell’occhio è arrotondata.
Sono espressivi e luminosi, e di colore giallo oro brillante, con tonalità che variano dal giallo chartreuse all’ambra.
Il corpo è di media lunghezza e ha una struttura muscolosa e compatta più pesante rispetto alla percezione dell’aspetto, a “brick wrapped in silk”!
Il torace è possente e arrotondato di profilo, con schiena dritta.
Le zampe sono snelle e proporzionate con il corpo, e i piedi sono piccoli e ovali.
La coda è di media lunghezza, spessa alla base, poi affusolata, termina in una punta arrotondata.
Mantello del gatto Burnese
È lucente, sottile e serico aderente al corpo, quasi senza sottopelo.
La peculiarità di ogni varietà di colore è che le parti inferiori del corpo sono più pallide della schiena e delle zampe, con una sfumatura graduale.
Il pelo sfuma esso stesso verso un colore più pallido alle radici.
Il musetto e le orecchie presentano un lieve contrasto.
Sono ammesse tutte le varietà di colore senza striature o macchie “spot”.
Nei cuccioli sono presenti le marche fantasma o “ghost marking” e un colore più pallido negli adulti.
I 10 colori ammessi sono: brown, blue, chocolate, lilac, rosso e crema; seal tortie, blue tortie, chocolate e lilac tortie.
Negli Stati Uniti è ammesso solo il colore marrone scuro zibellino “dark sable brown”.
Carattere del Burnese
È affettuoso e chiacchierone, audace e intrepido, ama saltare, arrampicarsi ed osservare dalla finestra il mondo fuori.
Questo comportamento potrebbe manifestarlo anche durante i viaggi, se messo nelle condizioni adeguate di confort.
La personalità da gattino persiste in età adulta ed è quindi una grande compagnia per adulti e piccini adeguatamente educati al rispetto degli animali e al corretto contatto con i felini.
Cure ed aspettative di vita
Il pelo dei gatti birmani è corto e fine, con una lucentezza setosa e lucida e per mantenerlo tale è sufficiente spazzolarlo con regolarità per allontanare i peli morti e conservarne la lucidità come il raso.
Alcuni esemplari pare abbiano manifestato una diminuzione della sensibilità agli effetti dell’ormone insulina con una maggior predisposizione allo sviluppo del diabete.
Quindi è consigliabile non eccedere nell’alimentazione, ma studiarla sul fabbisogno energetico dell’animale, investendo nella sua salute attraverso prodotti preconfezionati che abbiano materie prime di qualità, prestando attenzione più che alle immagini o slogan pubblicitari agli ingredienti presenti in etichetta.
Questi ultimi sono indicati in ordine decrescente in base alla quantità presente: quello al primo posto presente in quantità maggiori e all’ultimo quello presente in quantità minore.
La conoscenza del valore nutritivo dei singoli ingredienti permette un primo giudizio di merito (riso più digeribile di frumento e orzo, tuttavia, con indice glicemico più elevato, carne di pollo più ricca di acidi grassi essenziali rispetto alla carne bovina, ecc.), ma nella scelta si può sempre contare sul proprio Medico veterinario di fiducia.
Patologie ereditarie
Il Burmese è una razza che può essere soggetta ad alcune patologie ereditarie:
- il difetto della testa del Burmese (burmese head defect, BHD) è un’alterazione incompatibile con la vita. I portatori della mutazione genetica responsabile di questa displasia congenita fronto-nasale potrebbero avere il cranio accorciato con musetto corto e piatto;
- la polimiopatia ipokaliemica è una debolezza a carico della muscolatura scheletrica causata da carenza di potassio nei soggetti giovani;
- il glaucoma che provoca un aumento della pressione in entrambi gli occhi e causa cecità. I sintomi includono occhio gonfio o aumentato di volume, secrezione oculare acquosa e strabismo;
- la sindrome di iperestia felina nota anche come disturbo della pelle ondulata, è un disturbo neurologico che provoca una maggiore sensibilità al tatto o agli stimoli dolorosi;
- calcoli renali da cristalli di ossalato.
Gli allevatori di qualità offrono garanzie concrete e documentabili sulla salute dei loro esemplari e sono orgogliosi di mostrare il loro allevamento.
Il Burmese in salute ha un’aspettativa media di vita di 14,4 anni e può anche superare questa soglia in taluni casi.
Curiosità sul gatto Burnese
Il Burmese era scomparso nel 1930 dal suo omonimo paese, il Myanmar.
Il CERS (China Exploration and Research Society) ha guidato lo sforzo nel ripristinare questo orgoglio nel paese, procurandosi diversi esemplari da paesi esteri, allevando e reintroducendo questo prezioso pedigree nel paese.
Ora questa razza è prosperata di nuovo presso il famoso Inle Lake Burmese Cat Caffè ed è diventata una destinazione molto visitata dai turisti sul lago Inle, in Birmania centrale, dove questi beniamini hanno persino un loro ponticello che li collega a un’isola giardino sul lago, oltre alle loro piccole casette di legno, costruite proprio per loro in tutta l’isola.