Otite nel cane e nel gatto: diagnosi, terapia e prevenzione

Le cause d’insorgenza dell’otite nel cane e nel gatto possono essere diverse. Vediamo come si esegue una diagnosi di otite nel cane e nel gatto e quale può essere la terapia e la prevenzione delle infiammazioni auricolari.

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A cura di: Dott.ssa Lisa Graziano

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Come abbiamo visto in un altro articolo dedicato alle cause d’insorgenza e ai sintomi, cane e gatto possono soffrire di otite di varia natura.

Fattori primari, secondari, predisponenti e perpetuanti possono incidere sull’insorgenza e la persistenza dello stato infiammatorio auricolare nei nostri animali da compagnia.

Diagnosi di otite nel cane e nel gatto

La diagnosi di otite non consiste esclusivamente nell’ispezione del condotto uditivo, ma prevede una valutazione generale del paziente e, talvolta, degli esami di approfondimento.

Per prima cosa è importante raccogliere un’anamnesi completa e dettagliata.

Sapere se è il primo episodio di otite o se al contrario è un problema ricorrente, se l’insorgenza è stata acuta o se il fastidio auricolare o le secrezioni sono presenti da tempo, sono informazioni molto utili per il Medico veterinario.

Oltre a ciò è utile sapere se l’animale ha avuto anche altri sintomi associati, dermatologici e non.

Altri dati da riportare sono ad esempio la dieta, l’uso di antiparassitari, la routine di pulizia auricolare e il tipo di vita che conduce l’animale.

È importante sapere infatti se l’animale vive in casa o all’aperto e se ha contatti con altri cani, gatti o animali selvatici.

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Ispezione dell’orecchio

La visita clinica comprende una valutazione generale dell’animale e un’accurata ispezione dell’orecchio.

In primo luogo si controllano visivamente il padiglione e il meato acustico esterno per valutare la presenza di lesioni cutanee (scaglie, croste, ulcere), di cerume, di pus, di corpi estranei o di neoformazioni.

Contemporaneamente si pone attenzione anche all’odore delle orecchie, che in condizioni patologiche può diventare cattivo e pungente, fino a nauseabondo.

Una volta osservato con attenzione, si passa alla palpazione del condotto e della porzione più profonda dell’orecchio.

Questa manipolazione è molto importante per identificare eventuali alterazioni di consistenza (da elastico a duro), deformità, presenza di rumori anomali (ad esempio la presenza di liquido) e dolore.

L’otoscopio per analizzare meglio il condotto auricolare

Lo strumento utilizzato per osservare i condotti auricolari si chiama otoscopio.

È dotato di una luce e di una lente di ingrandimento per agevolare la visione anche della parte più prossima al timpano.

L’otoscopio ha dei coni di diversa grandezza e lunghezza che possono essere scelti in base alle caratteristiche del condotto.

Il medico veterinario, mediante questo dispositivo, può valutare il diametro e lo stato di salute del condotto, la quantità e la qualità del cerume, la presenza di essudato (pus), di corpi estranei o di masse.

E naturalmente, dove visibile, l’integrità del timpano.

Esame citologico del cerume o del pus

Contestualmente andrebbe sempre prelevato un quantitativo di cerume o pus da destinarsi all’esame citologico.

Il materiale viene prelevato mediante un cotton fioc, strisciato su un vetrino, colorato e guardato al microscopio.

In tal modo è possibile valutare la presenza di cellule di sfaldamento, di cellule infiammatorie e fare una conta della popolazione microbica (batteri e lieviti).

In alcuni casi di otite purulenta, è utile inviare del materiale raccolto mediante un tampone sterile a un laboratorio per un esame colturale e un esame di sensibilità (esame batteriologico e antibiogramma).

È così possibile valutare il grado di efficacia di diversi antibiotici sul ceppo batterico isolato dall’orecchio malato.

Se l’analisi del condotto auricolare risulta difficoltosa

Se il condotto è troppo stretto (ci riferiamo a questa condizione con il termine di stenosi) o è presente una quantità eccessiva di cerume o di pus, la visione mediante otoscopio non può fornire una parte importante di informazioni.

Per agevolare la visione è possibile, con alcuni pazienti molto mansueti e collaborativi e che non avvertono particolare fastidio e dolore, fare una pulizia ambulatoriale e ripetere la procedura.

Nei casi invece di grave stenosi, dolore o di impossibilità a fare lavaggi con l’animale sveglio, è consigliato effettuare una pulizia in anestesia.

Questo dopo aver dato per alcuni giorni delle terapie antinfiammatorie e antidolorifiche per bocca.

Analisi attraverso il video-otoendoscopio

Uno strumento che può garantire una visione più dettagliata e a maggior ingrandimento è il video-otoendoscopio.

L’endoscopio è fornito di una fonte luminosa, di lenti e di una telecamera collegata a un video.

Viene solitamente usato in immersione in soluzione fisiologica per garantire immagini nitide dei condotti e del timpano.

Altri tipi di esami

Esami che vengono spesso associati alla video-otoendoscopia sono la radiografia del cranio, la tomografia computerizzata o la risonanza magnetica.

Questi permettono di visualizzare, con differente grado di definizione, anche strutture profonde come la bolla timpanica (orecchio medio) che diversamente non potrebbero essere osservate con un otoscopio/otoendoscopio.

Tali esami forniscono anche informazioni riguardo allo stato delle strutture ossee o cartilaginee dell’orecchio.

Come visto, la diagnosi di otite nel cane e nel gatto a volte non si esaurisce quindi con l’ispezione ambulatoriale dell’orecchio, ma richiede maggiori approfondimenti.

Una terapia mirata

La terapia è un altro capitolo molto complesso, in quanto in commercio esistono molti prodotti otologici, che devono però essere usati solo su prescrizione medica dopo diagnosi.

Alcuni prodotti possono essere facilmente reperiti anche senza ricetta, ma ne sconsigliamo caldamente l’utilizzo in autonomia.

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Il motivo per cui è importante avere una diagnosi prima di mettere farmaci all’interno di un orecchio è che i prodotti otologici contengono molecole diverse e, seppur molto simili nell’aspetto e nell’utilizzo, non sono intercambiabili.

La scelta della molecola migliore da utilizzare dipende dall’esito della visita e soprattutto dell’esame citologico o batteriologico.

Esistono infatti antibiotici diversi con spettro d’azione differente, antimicotici e cortisonici di differente potenza che possono essere impiegati nella cura dell’otite.

In alcuni casi può essere necessario associare alla terapia topica (gocce auricolari) anche una terapia sistemica (per via orale o più raramente iniettiva).

In corso di grave stenosi, ulcerazione e infiammazione può essere infatti prescritto un farmaco cortisonico oppure se l’animale prova molto dolore è raccomandato l’utilizzo di un antidolorifico.

Gli antimicrobici (antibiotici e antimicotici) andrebbero usati solo in particolari circostanze (otite media, gravi forme croniche, proliferative o con gravi ulcerazioni).

Guarigione e prevenzione

Il tempo di guarigione può variare notevolmente da pochi giorni a molti mesi, in relazione al tipo di otite, alle alterazioni dei condotti e della bolla e al tipo di infezione.

In alcuni casi è anche possibile che non si riesca ad arrivare a una completa risoluzione del problema.

Sarà necessaria quindi una terapia cronica di mantenimento per controllare la sintomatologia o, nei casi più gravi, un approccio chirurgico con asportazione completa del condotto e della bolla timpanica.

La prevenzione è quindi fondamentale.

Controllate abitualmente le orecchie del vostro cane o gatto e se notate qualche alterazione nell’aspetto della cute, del cerume o dell’odore fissate tempestivamente una visita con il vostro Veterinario di fiducia.

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