Micosi o tigna nel cane e nel gatto: diagnosi e terapia

In caso di sospetta micosi o tigna nel cane o nel gatto vediamo come si effettua una corretta diagnosi e come si procede per arrivare alla totale guarigione.

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A cura di: Dott.ssa Lisa Graziano

micosi gatto
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Dopo avere parlato di sintomi e di come si trasmette la tigna o micosi nel cane e nel gatto, proseguiamo l’approfondimento su questa dermatofitosi.

Come abbiamo visto le malattie micotiche causate da funghi patogeni possono colpire i nostri pet, ma anche essere contagiose per le persone che vivono a stretto contatto con animali infetti.

In caso di segni sospetti di infezione è di fondamentale importanza  il ricorso al Medico veterinario per avere una corretta diagnosi e l’adeguata terapia.

Diagnosi di micosi in cane e gatto

La diagnosi di dermatofitosi, detta anche tigna o micosi, può essere ottenuta in vari modi.

È importante però sottolineare subito che non è sufficiente limitarsi al riscontro di lesioni cutanee sospette, ma è necessario associare alla visita clinica degli esami specifici.

Troppo spesso infatti a cani e gatti è erroneamente diagnosticata una malattia fungina in presenza di aree senza pelo o con peli facilmente asportabili facendo trazione del mantello.

Il modo corretto di diagnosticare la dermatofitosi è evidenziare spore e ife osservando i peli al microscopio oppure isolare tramite esame colturale un fungo patogeno.

Il Medico veterinario può identificare elementi fungini nel pelo avvalendosi dell’uso di una speciale lampada, la lampada di Wood o osservarli direttamente al microscopio.

La lampada di Wood

La lampada di Wood è una lampada a fluorescenza dotata di una lente di ingrandimento.

Deve essere usata in un ambiente buio per garantire la corretta visualizzazione dei peli infestati, che assumono una tipica colorazione fluorescente verde mela.

micosi cane diagnosi con lampada di Wood
Diagnosi di micosi effettuata con lampada di Wood.

La lampada di Wood, pur essendo uno strumento di facile reperibilità e uso, deve essere usato da professionisti che abbiamo confidenza con lo strumento.

Sotto la lente possono infatti comparire fluorescenze di colori simili, ma che non hanno nulla a che fare con infezioni micotiche.

Questo può portare quindi a un’errata diagnosi di dermatofitosi.

È inoltre importante ricordare che non tutti i ceppi sono fluorescenti e che quindi questo può portare a escludere una diagnosi di micosi in un cane o gatto positivo.

Osservazione al microscopio

Un altro metodo per visualizzare elementi fungini è quello di osservare al microscopio peli raccolti in prossimità delle lesioni.

Per un occhio allenato sarà semplice identificare ife dall’aspetto ondulato o spore rotondeggianti attorno al pelo.

micosi gatto Microscoporum canis
Microscoporum canis visto al microscopio.

Coltura fungina

Un altro esame comunemente utilizzato è la raccolta di peli e scaglie cutanee tramite strappamento del pelo in corrispondenza delle lesioni o preferibilmente con spazzolamento dell’intero mantello per mezzo di uno spazzolino da denti.

Quest’ultima metodica è consigliata in quanto riduce notevolmente il rischio di avere falsi negativi, cioè animali malati ma che risultano sani all’esame per raccolta errata o insufficiente di materiale.

Il materiale raccolto è poi trasferito su una piastra che contiene un terreno idoneo per la crescita di dermatofiti.

Questa è poi incubata e controllata giornalmente per valutare la crescita di funghi e le loro caratteristiche: aspetto, trama e colore delle colonie sulla piastra.

Le colonie che appaiono compatibili per caratteristiche con funghi patogeni sono poi trasferite su un vetrino tramite uno scotch e osservate al microscopio.

La sola crescita di colonie sulla piastra non è sufficiente a fare diagnosi.

Questo perché sul mantello degli animali sono presenti molti funghi, definiti saprofiti, di derivazione ambientale e che sono del tutto innocui.

Esistono poi altre metodiche per la ricerca e la tipizzazione dei funghi, che però sono utilizzate nella pratica clinica solo occasionalmente.

Come curare la micosi o tigna nel cane e nel gatto

Una volta diagnosticata la malattia è importante impostare tempestivamente la terapia.

Anche se la dermatofitosi in alcune circostanze può andare incontro a risoluzione spontanea nell’arco di alcuni mesi, la terapia è fortemente raccomandata, soprattutto a causa della sua contagiosità anche per le persone.

La terapia è composta da un farmaco antimicotico che viene somministrato per bocca, degli shampoo o soluzioni cutanee senza risciacquo da applicare sul mantello e un’accurata disinfezione ambientale.

È importante, oltre alle normali misure di pulizia, usare frequentemente l’aspirapolvere, cambiando spesso il sacchetto qualora presente.

Bisogna usare la candeggina ove possibile e lavare i tessuti a contatto con gli animali in lavatrice, con l’eventuale aggiunta di prodotti igienizzanti attivi sui funghi, e centrifugare ad alti giri.

Per limitare la dispersione dei peli infetti nell’ambiente e agevolare le terapie topiche, è raccomandato accorciare quanto possibile il pelo degli animali a pelo lungo.

Se possibile, è consigliato tenere confinati gli animali infetti in una parte della casa dove non abbiano accesso altri animali e che sia facile da disinfettare.

Guarigione e controllo della micosi

Il monitoraggio della malattia è fatto attraverso visite cliniche mensili e ripetizioni degli esami di laboratorio.

La guarigione e la sospensione della terapia è stabilita dall’ottenimento di due esami micologici negativi, senza cioè crescita di funghi patogeni, a distanza di un mese.

La fine delle cure non può essere definita solo dalla ricrescita del pelo, poiché la scomparsa delle lesioni cutanee spesso precede la reale negativizzazione del paziente.

Se durante il periodo di terapia le persone a contatto con il cane o il gatto infetto sviluppano lesioni cutanee devono recarsi tempestivamente dal medico di base o dal dermatologo per confermare l’eventuale contagio e iniziare appena possibile le terapie farmacologiche.

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