Labbro leporino e palatoschisi nel cane: cause e cura

I cani sono più colpiti dei gatti, con una prevalenza maggiore nelle razze pure rispetto ai meticci. Tra le razze canine ad elevato rischio possiamo ricordare il Boston terrier, il Pechinese, il Bulldog, il Cocker spaniel, il Bassotto.

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A cura di: Dott. Adolfo Maria Tambella

labbro leporino cane
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La cheiloschisi (o labioschisi o fenditura congenita del labbro superiore o “labbro leporino”) e la palatoschisi (fenditura congenita del palato secondario) sono le più comuni affezioni congenite del distretto cranio-facciale nel cane.

Nelle classificazioni patologiche più recenti, labbro leporino e palatoschisi sono considerate come diverse manifestazioni e gradi di gravità della stessa patologia (cheilognatopalatoschisi o labiopalatoschisi).

I difetti congeniti del palato si manifestano se nel corso dello sviluppo fetale le due eminenze palatine non si fondono.

La schisi del solo palato primitivo non è frequente; la schisi del palato secondario può verificarsi singolarmente o in combinazione con la schisi primaria.

I cani sono più colpiti dei gatti

I cani sono più colpiti dei gatti, con una prevalenza maggiore nelle razze pure rispetto ai meticci.

Tra le razze canine ad elevato rischio possiamo ricordare il Boston terrier, il Pechinese, il Bulldog, il Cocker spaniel, il Bassotto. Tra i gatti sono più predisposti i siamesi e i Maine coon.

Quali sono le cause di labbro leporino e palatoschisi nel cane?

Le cause, pur non essendo completamente accertate, possono essere genetiche o non genetiche.

Tra queste ultime sono stati ipotizzati in letteratura fattori nutrizionali (es. carenze ed eccessi vitaminici), ormonali (es. diabete), meccanici, tossici, virali.

Tuttavia, la ricerca scientifica che studia le cause di questa patologia congenita si sta orientando sempre più verso fattori genetici.

Difatti, un interessante studio genetico, eseguito recentemente in parallelo nell’uomo e nei cani di razza Nova Scotia Duck Tolling Retriever, ha evidenziato un ruolo dello stesso gene (ADAMTS20) nello sviluppo della patologia.

Essendo quindi molto importanti i fattori genetici nello sviluppo della patologia, oltre ai non genetici comunque contemplati, l’evenienza di trasmissione alla prole è possibile.

Tuttavia, senza studi approfonditi sul pedigree o sul genoma di entrambi i genitori non è possibile stabilirne la probabilità, quindi è consigliabile non far riprodurre un cane affetto da tale patologia congenita.

Quali sono i sintomi?

La fissurazione è presente fin dalla nascita, sebbene, purtroppo, non sempre venga riconosciuta immediatamente.

I cuccioli affetti hanno comunemente difficoltà ad alimentarsi, possono presentare accrescimento ritardato, scolo nasale, caratteristica fuoriuscita di latte dalle narici durante o dopo l’allattamento, conati di vomito, rigurgito nasale, tosse e starnuti specie durante la nutrizione.

Alcuni neonati affetti da tale patologia non sono in grado di suggere il latte in maniera efficace e possono morire poco dopo la nascita.

In altri si può verificare la contaminazione della cavità nasale con saliva e cibo. Sono comuni i segni riferibili a rinite e altre affezioni respiratorie come broncopolmonite ab ingestis.

Trattamento di labbro leporino e palatoschisi nel cane

Tutti i cuccioli e i gattini dovrebbero essere controllati alla prima visita dal medico veterinario per la presenza di palatoschisi. Una diagnosi precoce può consentire di evitare l’insorgenza di patologie secondarie anche molto gravi.

La diagnosi si effettua con esame visivo. La chiusura incompleta del labbro leporino nel cane o nel gatto è facilmente riconoscibile quando si esamina inizialmente il neonato; è richiesto invece un esame accurato della cavità orale per identificare l’incompleta chiusura del palato secondario duro e molle.

I neonati affetti devono essere valutati accuratamente per la contemporanea presenza di altre anomalie congenite.

I cuccioli affetti dovrebbero essere alimentati tramite sonda, per mantenere uno stato nutrizionale adeguato e per diminuire il rischio di complicanze secondarie (come la broncopolmonite ab ingestis), fino a quando non hanno raggiunto l’età per poter essere sottoposti a correzione chirurgica.

Terapia medica sintomatica delle complicanze, il trattamento per questa patologia è infatti prettamente chirurgico.

L’intervento chirurgico viene solitamente posticipato fino a quando il paziente non raggiunga almeno 8-12 settimane di vita.

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