La rabbia nel cane: cos’è, come si trasmette e come evitarla

Malattia letale causata da un virus la rabbia può colpire il cane e altri animali, oltre all'uomo. La sua prevenzione attraverso la vaccinazione è fondamentale.

0
cane rabbia aggressivo
Annuncio

La rabbia è una malattia infettiva letale causata da un virus appartenente al genere Lyssavirus (Rabbiavirus) e alla famiglia Rhabdoviridae, che può colpire oltre al cane anche altri animali, compreso l’uomo.

Diffusione del virus della rabbia

A livello europeo, il principale serbatoio nel ciclo silvestre è la volpe rossa (Vulpes vulpes), mentre i pipistrelli lo sono in Sud America.

volpe

La rabbia silvestre può manifestarsi in qualsiasi periodo dell’anno (possibili picchi nel periodo degli spostamenti e degli accoppiamenti) e viene diffusa da volpi infette nell’ambiente, coinvolgendo anche altri animali come i cervidi, i mustelidi, ecc.

Può instaurarsi anche il ciclo urbano (ad esempio nei cani randagi), quando questi animali selvatici infetti cambiano il loro comportamento, si spostano dal loro habitat e vengono maggiormente in contatto con gli altri animali, anche domestici.

Questo avviene poiché perdono il normale timore nei confronti dell’uomo e degli altri animali.

Nell’uomo la malattia ha un tasso di mortalità del 100%, con 59.000 decessi all’anno in tutto il mondo (il 40% sono bambini di età inferiore ai 15 anni).

È ancora considerata, così come la leishmaniosi e l’echinococcosi (o idatidosi) una “patologia negletta tropicale”.

Non riceve quindi la dovuta attenzione e rappresenta un grave problema nelle “popolazioni dimenticate”.

La WHO si è posta come obiettivo quello di avere nell’uomo “zero morti entro il 2030”, un risultato impossibile se non si agisce efficacemente per bloccare il ciclo urbano e quello silvestre.

L’ultima epidemia in Italia risale al 2008-2011 per diffusione da volpi che venivano dai Balcani a seguito della guerra.

Solo nel 2013 l’Italia è tornata ad essere indenne.

Cosa provoca il virus della rabbia

Il virus della rabbia presente nella saliva viene inoculato principalmente attraverso il morso.

In seguito il patogeno si moltiplica nel muscolo ed entra nel sistema nervoso periferico attraverso le terminazioni nervose, mediante diffusione ascendente, verso il midollo spinale, fino ad arrivare alle strutture del cervello.

Da qui, si verifica una diffusione discendente attraverso il sistema nervoso verso la retina, la cornea, le ghiandole salivari e la cute.

Sintomi della malattia provocata dal virus della rabbia nel cane e in altri animali

La rabbia provoca un’encefalite molto grave. Il periodo di incubazione varia a 1 settimana a 1 anno (in media 2 mesi) e dipende anche dalla sede di inoculo.

I sintomi si evolvono rapidamente da una prima fase (febbre, irrequietezza, ipereccitabilità agli stimoli, ansia, disorientamento) a una seconda con vocalizzazioni, perdita di saliva, aggressività, allucinazioni, febbre elevata.

La successiva fase di aggravamento (paralisi, difficoltà nel deglutire, idrofobia, difficoltà respiratorie, contrazione dei muscoli respiratori, stato comatoso) precede il decesso, che sopraggiunge 2-8 giorni dopo la comparsa dei sintomi.

La diagnosi clinica non è semplice. L’eventuale esposizione alla malattia in una zona ad alto rischio deve essere associata ai caratteristici segni clinici.

È necessaria però una conferma microbiologica, che consente l’identificazione del virus e l’ottenimento di una diagnosi di certezza o di esclusione.

Una volta insorti i sintomi non esiste terapia e l’animale è destinato a morte.

cane rabbia morde

Vaccino contro la rabbia

La vaccinazione antirabbica di cani, gatti e furetti è obbligatoria se diretti verso territori esteri a rischio rabbia.

La vaccinazione offre un’adeguata copertura sia nel caso di profilassi pre-contagio, che in quella post-contagio che è applicabile però solo nell’uomo.

Come comportarsi in caso di morso?

In caso di morsicature, l’iter da seguire è ben preciso. Tutti i casi di lesioni provocate da un animale all’uomo o ad altri animali devono essere con sollecitudine segnalati ai servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali.

Gli animali morsicatori vanno tenuti in osservazione sanitaria per 10 giorni, al fine di escludere sintomi riferibili alla rabbia (presso un canile sanitario o al domicilio del proprietario).

Se la vittima è un animale, anche l’animale morsicato va tenuto in osservazione per 10 giorni.

Nei casi di rabbia conclamata l’animale deve essere eliminato, mentre gli animali da lui morsicati devono essere
abbattuti oppure sequestrati su richiesta del proprietario per
un periodo di 6 mesi sotto sorveglianza sanitaria.

Morso a rischio e conseguenze della rabbia nell’uomo

In caso di persona che ha subito un morso o contatto a rischio, è importante un accurato lavaggio della ferita con acqua e sapone per 15 minuti, la disinfezione con un comune disinfettante, il risciacquo, la riparazione senza la sutura, oltre all’antibioticoterapia suggerita dal Medico.

Queste operazioni sono già in grado di ridurre molto il rischio di infezione.

Se la persona non è vaccinata, si può ricorrere alla profilassi post-esposizione (somministrazione del vaccino antirabbico e di immunoglobuline anti-rabbia).

Non esiste terapia farmacologica.

Nell’uomo le conseguenze dell’esposizione al virus della rabbia dipendono da diversi fattori:

  • gravità della ferita;
  • localizzazione del morso;
  • quantità e variante del virus inoculato nella ferita;
  • tempestiva somministrazione della profilassi post-esposizione.
Annuncio