Oltre alla devastazione che provoca nelle foreste, il bruco processionaria pone un problema di salute non solo per l’uomo, ma anche per il cane e altri animali da compagnia.
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Cos’è la processionaria?
L’intossicazione da bruchi è dovuta principalmente a Thaumetopoea pityocampa, la processionaria del pino.
Questo lepidottero è caratterizzato da cinque stadi larvali successivi.
Le larve o bruchi trascorrono l’inverno in un bozzolo comune (nido).
In primavera le larve mature scendono dall’albero “in processione” e si muovono sul terreno per alcune centinaia di metri prima di interrarsi per lo stadio di pupa.
È dal terzo stadio larvale che compare la componente velenosa, vale a dire i peli urticanti, raggruppati in placche dorsali denominate “specchi”.
Questi possono contenete anche 100.000 peli urticanti di colore rossiccio di circa 0,10-0,15 m.
Anche se staccati dalla larva, questi peli urticanti rimangono tossici e possono persistere o addirittura essere dispersi nell’ambiente in caso di forte vento.
Il bruco processionaria delle querce (Thaumetopoea processionea) ha la stessa tossicità, ma il contatto con gli animali è più raro.
Questo soprattutto perché non si muove in processione sul terreno.
Periodo pericoloso per la processionaria
Sebbene non sia molto frequente, l’avvelenamento da bruchi di processionaria è possibile negli animali da compagnia, oltre che nell’uomo, in particolare durante il periodo delle processioni delle larve tra febbraio e aprile.
Può avvenire però anche prima o dopo, a seconda delle condizioni meteorologiche.
La specie più colpita è il cane, coinvolto in oltre il 90% dei casi a causa del suo comportamento esplorativo (prende in bocca i bruchi o i bozzoli).
Il gatto invece è interessato solo nell’8% dei casi.
Tuttavia, potenzialmente questo tipo di intossicazione potrebbe interessare tutte le specie.
Perché la processionaria è un pericolo?
Al microscopio, la struttura dei peli urticanti ricorda un arpione, con barbigli che consentono loro di rimanere agganciati alla pelle o alle mucose, provocando prurito.
La loro tossicità si manifesta essenzialmente quando si rompono, perché rilasciano una sostanza urticante.
Questa contiene una proteina (taumetopoeina) ad azione istamino-liberatrice e specifici allergeni con il conseguente coinvolgimento delle IgE, immunoglobuline associate alle reazioni allergiche.
Il contatto diretto con le larve o con i peli dispersi nell’ambiente produce quindi reazioni epidermiche e allergiche, soprattutto a spese di soggetti particolarmente sensibili.
In caso di inalazione dei peli attraverso le vie respiratorie possono inoltre comparire reazioni infiammatorie locali, anche gravi.
Sintomi di intossicazione da processionaria nel cane e in altri animali
Nel cane e in altri animali i sintomi locali, soprattutto a livello di cavo orale, sono predominanti.
Quello maggiormente caratteristico è alla lingua con estremo gonfiore, ulcerazioni o vescicole, accompagnate a volte da un cambiamento di colore.
Edemi e ulcerazioni possono interessare il resto del cavo orale.
Talvolta si può osservare edema delle labbra o anche dell’intero muso.
Il coinvolgimento cutaneo (orticaria con prurito) su altre aree è raro, perché il mantello limita il contatto diretto con i peli urticanti.
Inizialmente, la reazione locale è accompagnata da un forte dolore.
Il gonfiore della lingua provoca difficoltà di deglutizione (da cui salivazione e incapacità di mangiare e bere) e, a volte, anche ostruzione delle vie respiratorie.
Nei giorni successivi, le lesioni linguali evolvono generalmente in necrosi e perdita di sostanza più o meno estesa.
Sebbene raro, è possibile il coinvolgimento oculare che si traduce in congiuntivite, cheratite, ulcere corneali, a volte infiammazione della palpebra.
L’inalazione di peli urticanti – anche se è un evento raro – induce rinite, tosse e dispnea e raramente edema laringeo.
Anche se non predominante, si può anche manifestare una sintomatologia generale, soprattutto nei soggetti sensibilizzati: vomito (presente anche in caso di ingestione di bruchi), ipertermia, shock, insufficienza multiorgano.
Cosa fare in caso di intossicazione da processionaria nel cane e in altri animali
Per portare l’animale dal Medico veterinario bisogna prima di tutto proteggersi dalla contaminazione con peli urticanti, indossando guanti e occhiali.
Inoltre, è importante non strofinare la parte del corpo colpita, per evitare che essi si rompano.
Il veterinario cercherà poi di eliminare totalmente i peli urticanti dall’animale.
La decontaminazione è infatti importante per evitare che l’animale leccandosi possa rompere e assumere i peli urticanti oppure che questi possano contaminare le persone attorno all’animale.
Trattamento e prognosi dell’intossicazione da processionaria nel cane e in altri animali
Il Medico veterinario provvederà a garantire innanzitutto il passaggio dell’aria attraverso le vie respiratorie e l’eventuale trattamento di uno stato di shock dell’animale.
Per ridurre gli effetti della sostanza urticante sarà necessaria una terapia antinfiammatoria e antistaminica, insieme a una terapia antibiotica preventiva per evitare infezioni secondarie.
Dopo una disinfezione del cavo orale o della zona colpita, saranno somministrati analgesici sistemici ed eventualmente un anestetico locale per attenuare il dolore.
Raramente negli animali questo tipo di intossicazione è causa di morte.
Nei primi giorni, è però importante tenere sotto controllo la sintomatologia iniziale più grave.
Se si ha perdita di massa a livello linguale questa avviene comunemente entro 8 giorni dall’avvelenamento.
Questa può essere più o meno estesa in base alla zona di contatto e alla precocità della decontaminazione.
Tuttavia, si deve considerare che gli animali mostrano una buona adattabilità e riescono a tornare ad alimentarsi normalmente dopo pochi giorni.