Intossicazione da erbicidi e pet: cosa fare o non fare?

Gli erbicidi rappresentano quindi un vero e proprio spauracchio per il cittadino; non è infatti infrequente il timore che il semplice portare in passeggiata il cane in un campo possa causare l’intossicazione o la morte dell’animale.

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A cura di: Prof. Simone Bertini

intossicazione da erbicidi
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È opinione comune che l’intossicazione da erbicidi sia piuttosto frequente negli animali domestici e possa quindi rappresentare un serio pericolo per la loro salute.

Quando infatti si sente parlare di contaminazioni dell’ambiente, spesso e volentieri queste vengono identificate con il termine generico di “pesticidi” o di “erbicidi”.

Volendo cercare di fare chiarezza sull’argomento, quasi tutte le sostanze che vengono impiegate in agricoltura possono rientrare nel termine generico di “pesticidi”, ma quest’ultimi si dividono poi in altre sottocategorie che permettono di identificare meglio la sostanza tossica in essi presente.

Certamente un erbicida è un pesticida, ma un pesticida non è detto che sia un erbicida.

Gli erbicidi sono piuttosto utilizzati e rappresentano quindi un vero e proprio spauracchio per il cittadino; non è infatti infrequente il timore che il semplice portare in passeggiata il cane in un campo dove si suppone che sia stato impiegato un erbicida possa causare l’intossicazione o – peggio ancora – la morte dell’animale.

Per fortuna vedremo che le cose non stanno proprio così, anche se bisogna sempre la categoria del prodotto, esistendone di veramente pericolose.

Erbicidi: cosa ci può “tranquillizzare”?

Ad esempio il fatto che gli erbicidi (per definizione prodotti chimici impiegati come diserbanti per tenere pulite determinate colture da erbe infestanti) spesso posseggono una limitata capacità di intossicare gli animali domestici, in quanto hanno un’azione tossica piuttosto selettiva nei confronti dei vegetali.

Ancora, la loro concentrazione e permanenza sul terreno o sulle piante vengono sensibilmente ridotte dalla conseguente esposizione ai raggi solari o dall’azione dilavante delle piogge.

Peraltro, quando viene asperso un diserbante nel giardino, ad esempio sulle erbacce infestanti, basta avere l’accortezza di non portare per qualche ora/giorno l’animale nel punto dove l’operatore ha irrorato le piantine da eliminare.

Cosa ben diversa se intendiamo trattare il vialetto del nostro giardino e/o le piante infestanti non avendo l’accortezza di tenere gli animali al riparo (in casa) nell’immediatezza della messa in atto del trattamento.

Esistono categorie e classi di erbicidi che risultano veramente pericolose: pensiamo – a titolo di esempio – alle triazine fra cui l’atrazina (bandita da diversi anni), che è stata responsabile di intossicazioni e contaminazioni delle acque e delle falde acquifere, oppure all’agent orange, durante la guerra del Vietnam.

Ma abbiamo – ahimè – anche altri esempi di tossicità per l’uomo e per gli animali: basti pensare al paraquat e ai meno noti diquat e morfamquat, erbicidi della famiglia dei dipiridilici che agiscono rapidamente sulle parte verdi delle piante e che rappresentano un potenziale pericolo per gli animali: in caso di ingestione accidentale del prodotto o di contaminazione cutanea (con conseguente leccamento del pelo) si possono verificare, infatti, conseguenze gravissime, quali ulcere a carico dello stomaco, edema e fibrosi polmonare, e che in genere conducono a morte in 7-21 giorni.

Conclusioni

Se vi dilettate con il “fai da te” anche per il giardinaggio, è cosa buona e giusta indossare sempre delle protezioni individuali (guanti, mascherina, occhiali) e capi di abbigliamento che non lascino troppe parti scoperte di cute.

Sembrano precauzioni inutili, ma la prudenza non ha mai fatto del male a qualcuno, la disattenzione sì.

Con questa breve, certamente non esaustiva, dissertazione sull’argomento non intendiamo spaventare troppo i proprietari, quanto indurli ad una certa cautela, da adottare sempre nell’utilizzo e nella conservazione di TUTTI i prodotti destinati alle abitazioni e alle loro pertinenze.

Non è un evento raro che possa “avanzare” una certa quantità di prodotto, magari perché abbiamo sovrastimato la quantità necessaria: in questo caso il consiglio è quello di conservare l’avanzo nel recipiente originale e non di riporlo in bottiglie (di plastica o di vetro) che abbiamo contenuto altri liquidi; il rischio di causare intossicazioni accidentali nell’uomo, ma anche negli animali, è infatti elevato.

Stesso discorso per secchi o recipienti vari, ancor più se senza etichetta e/o con etichette riferite ad altro; sono potenzialmente pericolosi e vanno eliminati dalla circolazione.

Tenete sempre presente che chi prepara e adopera i prodotti è a conoscenza del contenuto, mentre un estraneo no e si può facilmente confondere.

Rispettare i giusti accorgimenti per conservare correttamente (fuori dalla portata di bambini ed animali) i prodotti fitosanitari può evitare eventi finanche drammatici.

In caso di dubbio di avvenuta contaminazione e/o ingestione di un prodotto da parte di un animale, consultate al più presto il Vostro Medico Veterinario di fiducia, avendo cura di descrivere quanto accaduto, portando se possibile il contenitore o l’etichetta del prodotto utilizzato e senza tralasciare particolari che potrebbero risultare insignificanti per Voi, ma molto importanti per il Medico Veterinario al fine di intraprendere la terapia migliore.

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