Il ruolo degli animali selvatici nella diffusione dei parassiti nei pets

Gli attuali cambiamenti delle interazioni tra fauna selvatica, animali domestici e uomo favoriscono la trasmissione di parassiti e conseguenti possibili malattie zoonotiche.

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A cura di: Dott.ssa Ilaria Lallone

volpe animali domestici e parassiti
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Negli ultimi anni, si sono verificati importanti cambiamenti degli ambienti urbani e rurali di tutto il mondo, dovuti all’urbanizzazione.

Quest’ultima è generalmente accompagnata dalla deforestazione, da una progressiva perdita di biodiversità e dall’aumento della densità della popolazione umana, con conseguente frammentazione degli habitat di numerose specie di animali selvatici.

Pertanto, animali come volpi e lupi si avvicinano sempre più frequentemente ad aree urbane e periurbane, grazie alla disponibilità di abbondanti risorse alimentari (scarti, cibo per animali domestici, orti) e alla presenza di strutture in cui rifugiarsi.

Il risultato è una modifica delle interazioni tra fauna selvatica, animali domestici e uomo che favorisce la potenziale trasmissione di parassiti, zoonotici o meno, come vermi tondi (nematodi) e piatti (cestodi), ed ectoparassiti come pulci e zecche.

Quali animali selvatici possono diffondere parassiti agli animali da compagnia?

Gli animali selvatici possono fungere da serbatoio di diversi parassiti che possono infestare cani e gatti.

Ad esempio, la volpe rossa (Vulpes vulpes), diffusa in tutto il territorio nazionale, funge da serbatoio per i nematodi respiratori Capillaria aerophila, che infesta cane e gatto, e Capillaria boehmi, che infesta il cane.

Inoltre, le volpi sono spesso infestate da Echinococcus multilocularis e Mesocestoides spp.

Il gatto selvatico europeo (Felis silvestris), diffuso in Italia principalmente nelle zone appenniniche e sub-appenniniche centro meridionali e segnalato anche in Sicilia e Sardegna, è l’ospite naturale del nematode respiratorio Troglostrongylus brevior, e può favorirne la diffusione in popolazioni di gatti domestici.

Quali animali da compagnia sono a rischio per i parassiti diffusi dai selvatici?

Gli animali con accesso frequente e/o costante all’ambiente esterno (ad esempio cani da caccia) sono maggiormente a rischio di ingestione, anche se accidentale, di uova infestanti o larve di parassiti e/o di animali che possono contenere stadi infestanti di diversi parassiti come roditori, anfibi, rettili e uccelli.

Un recente studio condotto su cani da caccia ha dimostrato che questi animali, che frequentano aree silvestri, sono a rischio elevato di infestazione con parassiti zoonotici come ancilostomi e ascaridi.

Pertanto, i cani da caccia infestati con questi parassiti, ne facilitano la diffusione in contesti domestici.

L’ingestione di uova o larve infestanti direttamente dalle feci (l’ingestione di feci o coprofagia è un comportamento comune nei cani e può essere attribuito a carenze dietetiche, problemi comportamentali o atteggiamenti ancestrali ereditati dal lupo) di animali parassitati rappresenta una via diretta ed efficiente per le infestazioni parassitarie gastrointestinali o respiratorie.

animali selvatici lupo parassiti

Per questo motivo, è necessaria l’implementazione di misure di controllo nei luoghi frequentati dai cani come parchi e giardini.

Come evitare i parassiti in cane e gatto?

Le condizioni di vita (presenza di un singolo soggetto o più soggetti come in allevamenti, pensioni, luoghi adibiti all’addestramento dei cani), il terreno (cemento o pavimentazione non asfaltata) e un’efficace rimozione delle feci possono influenzare significativamente la persistenza e la trasmissione degli stadi parassitari presenti nell’ambiente.

Il controllo dei parassiti consiste nell’esecuzione di esami delle feci regolari, trattamenti antiparassitari degli animali positivi e programmi di monitoraggio.

I fallimenti nei programmi di controllo dei parassiti sono spesso dovuti alle re-infestazioni dei cani, che sono comuni in ambienti fortemente contaminati.

cane uomo in bosco

Tutti i cani da caccia dello studio menzionato sono stati trattati con una combinazione di febantel, pirantel embonato, praziquantel, dimostrandone l’elevata efficacia e sicurezza della formulazione nonché la facilità nella somministrazione e la facile gestione.

È sempre opportuno ricordare che ancilostomi, come Ancylostoma caninum, e ascaridi, come Toxocara canis, possono presentare un potenziale zoonotico rilevante, causando negli esseri umani sindromi da larva migrans cutanee e viscerali, rispettivamente.

Le larve di A. caninum possono penetrare nella cute dell’uomo e causare segni dermatologici, mentre le larve di T. canis migrano in diversi distretti anatomici e possono provocare sintomi come tosse, dolore addominale e mal di testa (covert e common toxocarosi) e, nei casi più gravi, compromissione della vista (larva migrans oculare), segni neurologici (larva migrans cerebrale) fino al coinvolgimento sistemico (larva migrans viscerale).

In conclusione, la sorveglianza della fauna selvatica, il controllo dei parassiti e una corretta diffusione dell’informazione sono fondamentali per ridurre il rischio di zoonosi.

A tal fine sarebbe utile promuovere campagne di sensibilizzazione tra i proprietari di animali domestici e persone che frequentano aree verdi per migliorare la salute dei nostri pet, dell’ambiente e delle persone soprattutto quelle più fragili.

Articolo della dr.ssa Ilaria Lallone, Medico Veterinario, Università di Teramo

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