Tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno i “funciari” (raccoglitori di funghi), cestino alla mano e in compagnia del proprio cane, si riversano nei boschi alla ricerca di squisitezze di stagione come porcini, prataioli, trombette dei morti, finferli, galletti ed ovoli considerati dai romani il cibo degli dei.
La speranza è quella di assaporarne il gusto delicato, consumandoli fritti, panati, grigliati, trifolati oppure usandoli come base per salse, sughi, risotti e paste.
Purtroppo molti “fungaroli”non sanno distinguere un micete commestibile da uno tossico: il risultato è, nel migliore dei casi, un bel viaggetto in pronto soccorso!
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Mai far assaggiare i funghi al cane!
Il CAV (Centro Antiveleni) di Milano ha pubblicato uno studio sul Bollettino Epidemiologico Nazionale (BEN) dell’Istituto Superiore di Sanità che mostra come dal 1998 al 2017 le richieste di consulenza per intossicazione da funghi siano state ben 15.864 con 12.813 casi clinici.
Taluni proprietari di cani, “furbescamente”(!!!) fanno assaggiare al cane, fido compagno a quattro zampe, i funghi raccolti per scoprirne l’edibilità o la tossicità non tenendo conto che i sintomi causati per esempio da Amanita phalloides si riscontrano 6-12 ore (talvolta anche 40 ore) dopo l’assunzione dell’“angelo della morte”!
Questo becero escamotage servirà solo ad avvelenare mortalmente i due soggetti!
Per evitare ogni tipo di spiacevole conseguenza basterebbe recarsi al servizio di micologia del servizio sanitario territoriale, gratuito per tutti i cercatori di funghi.
Amanita phalloides è sicuramente il fungo più pericoloso in natura, non solo per essere letale nei mammiferi a bassissime dosi ma anche per il suo spiccato polimorfismo (dal greco, letteralmente, l'”avere molte forme”) che lo rende somigliante a molte specie, congeneri e no, come Amanita caesarea e Russula virescens, due miceti commestibili.
Amanita phalloides, il fungo noto anche come “angelo della morte”
Nota anche come “tignosa verdognola”, “coppa della morte”, “ovolo bastardo” ed “angelo della morte”, viene spesso confusa con Amanita muscaria dal cappello rosso acceso-vermiglio e cosparso di verruche bianche o gialle.
Gli esemplari giovani hanno una forma subsferica-ovoidale-campanulata che diviene convessa e quasi pianeggiante in quelli adulti-maturi. Il colore varia da grigio-giallastro, a verdastro, giallo-bruno o anche bianco nella varietà “alba”.
Vittime illustri di questo micete killer sembrano essere stati Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico avvelenato da Agrippina per far salire al trono Nerone, Clemente VII della famiglia de Medici tristemente noto per essere il papa in carica durante il sacco di Roma (6 maggio 1527) e Mnesarco padre di Euripide.
I sintomi dovuti all’avvelenamento da “ovolo bastardo” nei nostri domestici prevedono un forte abbattimento del soggetto accompagnato da sintomi gastroenterici quali anoressia, vomito, diarrea e coliche.
Segue un’insufficienza epatica fulminante accompagnata da alterazioni nervose secondarie ad una grave insufficienza renale. I soggetti intossicati muoiono generalmente dopo 24-48 ore dall’ingestione della “coppa della morte”.
L’andamento dell’avvelenamento nell’essere umano è molto simile a quello del cane e altri pets: nel fortuito caso il paziente sopravviva, sarà costretto all’emodialisi a vita o al trapianto di fegato.
Autore: Dott. Luca Caputo
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Fonti:
- “Amanita Phalloides: il fungo che cambiò la Storia”, Isola Natura, 28/09/2012.
- “Amanita Phalloides: scheda tecnica realizzata da Pietro Curti – Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT, 06/03/2016.
- “Avvelenamenti da sostanze di origine vegetale nella clinica dei piccoli animali”, Flower M. E., 1981, edizioni Scivac.
- “Avvelenamenti da funghi: quanti morti? Sintomi, sindromi e cosa fare”, FM-Funghi Magazine, 9/04/2020.
- “Glossario illustrato A.M.I.N.T.- Enciclopedia micologica”.
- “I funghi nella storia e nella leggenda” Stefania Cazzavillan, Biologa, Genetista, Naturopata.
- “S.O.S. pet come trattare un animale avvelenato: primo soccorso. Manuale pratico per proprietari di cani e gatti”, L. Caputo, editore: La Memoria del Mondo, 2020.
- “Tossicologia ed avvelenamenti nei piccoli animali” di R.G.Gfeller , S.P. Messonier, Poletto, 2005.
- Wikipedia.