
Il gatto ama essere accarezzato e in genere è proprio lui a richiederlo, testimoniando il bisogno di interagire con i suoi amici umani.
Questo perché la cute degli animali, così come quella dell’uomo, ha un ruolo importante nella comunicazione sia intraspecifica che interspecifica: si tratta del così detto social touch.
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L’effetto benefico delle carezze nel gatto e in chi le fa
Nel 1939 il neurofisiologo Yngve Zotterman, studiando la cute ricoperta di pelo dei gatti, evidenziò dei recettori nervosi particolari.
Circa cinquant’anni dopo, strutture analoghe sono state individuate nella cute ricoperta di peli nell’uomo e sono state chiamate afferenze C-tattili.
Si è poi visto che la massima risposta di questi particolari recettori nervosi si ha con le carezze a bassa pressione, a temperatura corporea e a una velocità da 1 a 10 cm al secondo.
Le persone istintivamente accarezzano così gli animali da compagnia e in questo modo li fanno stare bene.
Altre ricerche hanno infatti evidenziato come le afferenze C-tattili stimolino un’area del cervello (insula o lobo insulare) specificamente dedicata alla sensazione del piacere.
Le carezze avrebbero non solo la capacità di incrementare la produzione di ossitocina, ma anche di stimolare la produzione di endorfine e di ridurre il cortisolo, producendo una sensazione di benessere.
Inoltre, determinerebbero un abbassamento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna.
Le carezze quindi producono non solo uno stato di rilassamento in chi le riceve, stimolando la produzione di sostanze chimiche che facilitano il benessere psicofisico, ma anche in chi le fa.
Ecco perché le carezze sono tanto amate sia dagli animali che dall’uomo!
Dove è meglio accarezzare il gatto?
Le zone del corpo in cui il gatto preferisce ricevere le carezze sono: il mento, il muso, le guance, dietro le orecchie e sul dorso alla base della coda.
Tuttavia, non a tutti i gatti piacciono le carezze, che possono infatti scatenare un comportamento aggressivo nei soggetti che non sono stati socializzati, allontanati troppo precocemente dalla madre o cresciuti allo stato selvatico senza aver avuto alcun contatto con l’uomo.
È anche possibile che, sebbene ben socializzato, un gatto voglia essere accarezzato solo da determinate persone, testimoniando che il gesto affettuoso crea una connessione, rendendo il rapporto pet-parent più saldo, e che esso non può essere imposto.
La sua richiesta di attenzione e quando finisce
Miagolare di continuo alla ricerca di carezze è invece un comportamento che indica un malessere vissuto dall’animale o una spia di un disagio, eventualmente causato dall’arrivo in casa di un altro animale, di un ospite, o anche di un neonato nuovo componente della famiglia.
Per il gatto, anche vivere con un umano che lo accarezza continuamente può rappresentare un problema.
La petting and biting syndrome si riscontra frequentemente nei gatti e, secondo alcuni studi, sarebbe determinata dal fatto che le fibre afferenti C-tattili, che trasmettono la sensazione delle carezze al cervello, si “affaticherebbero” e il loro piacevole effetto si ridurrebbe con la stimolazione ripetuta.
Questo spiegherebbe il motivo per cui il gatto potrebbe mordere mentre viene accarezzato.
In ogni caso, il gatto ama trascorrere diverse ore della giornata in solitudine nei suoi campi di isolamento e, se non è rispettata questa sua esigenza, sarà stressato e potrebbe, quindi, arrivare a manifestare aggressività improvvisa nei confronti del suo amico umano che tenta di accarezzarlo.
Quindi, le carezze sono necessarie per creare un legame stretto con il proprio pet, ma talora, se non sono gradite o tollerate, possono con il tempo determinare un disagio psicofisico all’animale, specialmente se vengono ripetute continuamente e in modo esagerato.
Le vibrisse: cosa sono e a cosa servono
Il gatto presenta una sensibilità tattile particolarmente elevata, non solo a livello cutaneo, ma anche a livello di vibrisse.
Queste sono peli modificati localizzati ai lati del labbro superiore, sopra gli occhi, sulle guance e nella regione carpale delle zampe anteriori.
Le vibrisse non solo rappresentano un’importante fonte di informazioni tattili, ma sono particolarmente utili al gatto per orientarsi e cacciare: quando il gatto si avvicina alla preda, grazie alle vibrisse che muove in avanti riesce a percepire informazioni tattili sulla sua posizione.
Le vibrisse, quindi, possono essere spostate in avanti (anche per stimoli positivi, come la mano tesa di una persona), appiattite all’indietro o sollevate in alto.
Tali movimenti esprimono, insieme ad altri segnali, non solo le intenzioni del gatto, ma anche il suo stato emotivo e hanno quindi un ruolo rilevante nella sua comunicazione.
Ad esempio, quando il gatto è rilassato le vibrisse saranno portate verso l’esterno, in posizione neutra; quando invece l’animale è stressato, appaiono tirate all’indietro e appiattite.
Attenzione alla postura del gatto
Osservare la postura dell’animale e saper interpretare in modo corretto i segnali del corpo è assolutamente fondamentale per vivere in modo sereno con il proprio pet.
Nel gatto l’apprezzamento delle carezze è seguito, in genere, dal fare le fusa o “fare il pane”, ovvero impastare con le zampe, comportamenti accompagnati da una postura più rilassata, con l’animale che porge la testa in segno di affetto.
Alcuni soggetti, in quanto scarsamente socializzati, possono invece mostrare problemi relazionali e potrebbero non gradire stretti e continui contatti fisici e carezze.
Potrebbero non essere quindi adatti a vivere in determinati contesti familiari (ad esempio, con la presenza di bambini), dove potrebbero sviluppare disagio psicofisico.
In caso di insorgenza di problematiche di questo genere è consigliabile chiedere il supporto di un Medico veterinario esperto in comportamento animale.