Ad oggi sono tre i cani addestrati, dall’associazione francese Handi’chiens, per aiutare i pazienti epilettici ed avvertirli quando sta per sopraggiungere una crisi.
“Da diversi anni le offerte di sostegno per le persone con disabilità si sono diversificate, e gli operatori sanitari si avvalgono anche dell’aiuto di alcuni cani. Oggi lavoriamo con i cani per rilevare le crisi epilettiche”, ha detto Robert Kohler, presidente dell’associazione Handi’chiens.
Una delle tracce sarebbe l’odore, ma anche il riconoscimento di un comportamento particolare che precede la crisi o la leggera modifica dei segni vegetativi (frequenza cardiaca, cambiamento del diametro pupillare, ecc.).
Tuttavia, non c’è nulla che spieghi precisamente la capacità di questi cani per rilevare le crisi, poiché neppure con un elettroencefalogramma è possibile farlo. L’attaccamento e il legame quasi fusionale uomo-animale sembrano essere condizioni necessarie.
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Messa in sicurezza dei pazienti epilettici
“Alcuni cani da assistenza hanno iniziato a rilevare le crisi epilettiche sebbene non addestrati, quindi perché non intraprendere questa strada?” dice Ulrich Deniau, educatore canino dell’associazione.
Per educare i cani, Deniau lavora sull’olfatto degli animali usando campioni di sudore prelevati da esseri umani durante una crisi. Prima che questa si verifichi, il cane avverte l’umano, che può mettersi al sicuro.
“Queste sono per il momento solo ipotesi, ma crediamo che siano in grado di avvertire una crisi 10 minuti prima che si verifichi, ma anche un’ora prima”, ha detto JeanLuc Schaff.
Nel momento in cui si verifica, il cane può premere un pulsante di emergenza, portare un telefono, abbaiare per avvisare le persone vicine, ma ha anche un effetto calmante, che può ridurre la durata della crisi.
Questo stesso effetto calmante e confortante è molto utile quando la crisi stessa si conclude. Sono necessari otto-nove mesi di formazione, con alcuni incontri con il futuro padrone, per creare legame e attaccamento.
“Un buon feeling tra l’uomo e il cane è essenziale”, afferma Ulrich Deniau. Quindi uno stage di una settimana consente al futuro padrone di imparare i comandi insegnati all’animale e prendersi cura di lui quotidianamente.
Una speranza per i pazienti epilettici di avere maggiore autonomia
Oltre al ruolo di rilevamento delle crisi, il cane è anche un potente mediatore che favorisce il legame sociale, il mezzo per accedere o riaccendere alla cittadinanza, permette ai pazienti epilettici di uscire, muoversi, avere amici, recuperare un certo grado di autonomia sociale.
“Grazie al cane, lo sguardo della gente è cambiato, le persone capiscono che una disabilità può essere invisibile. Mi dà la speranza di essere indipendente, sicura e in grado di svolgere la mia vita di madre”, dice Florence, che beneficia di un cane da tre mesi.
Sono stati assegnati tre cani, a tre pazienti epilettici selezionati in base a criteri diversi: avere almeno una crisi generalizzata al mese (per continuare il condizionamento del cane) ed essere in grado di gestire pienamente il cane (per consentire lo sviluppo di un legame sufficiente).
Presto molti altri cani saranno addestrati permettendo così a tanti pazienti epilettici di avere una vita migliore.
FONTE: LaSettimanaVeterinaria